Tutto l'amore del mondo

Epilogo


Era difficile pensare ad un solo motivo per cui Spike non dovesse essere felice.

Era difficile immaginare una ragione, se non che era un idiota, ancora più idiota di quanto avesse pensato!

Era difficile… addirittura assurdo… con Buffy che dormiva accanto a lui, la mano appoggiata alla sua spalla. Nel suo letto… nella sua casa… affitata con il suo… gli pareva ancora impossibile crederci… lavoro…

Era assurdo, quando aveva passato gli ultimi sei mesi della sua esistenza a dare un senso a quel che aveva attorno… a cercare un eliquilibrio… ed era ancora più assurdo… se pensava che quell’equilibrio, lui lo aveva trovato…

Faticando, lottando, strappando con i denti e le unghie… ma lo aveva fatto…

Durante le notti passete a girovagare per le strede buie di Sunnydale, sapendo che il chip che lo menomava non funzionava più… e tendendo ognuno dei suoi sensi… per cercare il suono di un lamento, o l’afflato di un rivolo di sangue… e chiudere gli occhi… per capire che cosa ogni suono, ogni odore, ogni immagine suscitava in lui.

Senza più scacciare tutto ciò che gli pareva ridicolo, o contronatura.. perché non esisteva nell’universo un altro essere con la sua stessa natura… non esisteva nell’universo una legge che andasse bene per lui…

Perché la legge di Spike… doveva scriverla Spike…

Durante le giornate con gli altri, inclinando leggermente di lato la testa, quando Xander Harris se ne usciva con un ‘altra delle sue sagaci battute su quanto fosse animalesco e privo di umanità… e scoprendosi a ridere dentro, quando poche settimane prima avrebbe solo voluto avere il suo collo fra le mani…

E poi quando faceva l’amore con Buffy… e scopriva una dolcezza che non aveva mai avuto… e si chiedeva quanta fosse veramente per lui… e quanta per l’essere con l’anima che da così poco era apparso nella sua vita …

Incerto se arrabbiarsi, o tenersi stretto ciò che aveva…

E dopo… durante il tempo trascorso a pensare… nelle ore insonni in cui la teneva fra le braccia…

E all’improvviso si chiedeva che cosa volesse, lui, per la sua vita… e per il suo futuro… chi volesse essere… e come volesse vivere… quando aveva pensato che tutto ciò che di desiderabile esisteva al mondo cominciasse e finisse fra le braccia della Cacciatrice…

E forse era davvero il patetico pazzo che a volte, ancora, si reputava… o il bastardo senza dignità gridato da Xander quella prima volta, cinque mesi prima… quando alla proposta di un compenso da parte di quella bella donna… salvata per caso da un demone… aveva detto si…

Perché per lui non ci poteva essere un posto in banca o alla cassa di un supermercato…

Perché la natura di Spike gli dava poco da scegliere…

Ma quella stessa, strana natura… Faceva si che non volese più rubare…

Perché il giorno del compleanno di Dawn fossero puliti i soldi con cui le aveva comprato un regalo…

O perché qualcuno… a Los Angeles… non sentisse parlare di Spike come di un ladro…

E adesso quel cellulare su cui Buffy lo aveva cercato così tante volte, per trattarlo come una cosa sua, lo usava per farsi cercare dalla gente… dai suoi… clienti… che liberava da quelle strane, fastidiose creature che infestavano Sunnydale di notte…

E aveva una casa… dove vedere Buffy… con ‘un’ assurda porta rossa che sarebbe stata la delizia di Lorne…

E adesso quando Giles telefonava, quasi non sembrava più che lo volesse bruciare su una graticola…

E Buffy… quella sera… gli aveva chiesto di andare a vivere con lei…

Con Down… come una famiglia… nella casa che era stata di Joyce…

Avrebbe… avrebbe voluto piangere, Spike…

E invece, quel bastardo di Connor Malhaide… o forse era William Appleton… non poteva saperlo… si era messo a bussare a quell’altra carogna della sua anima…

E lui aveva risposto di no…

Perché se davvero voleva… doveva essere lei a portare sua sorella da Spike… se davvero voleva stare con lui… così… allora doveva essere una scelta… e non sembrare una concessione…

Perché non era più il tempo dei sotterfugi e non lo sarebbe mai più stato…

Perché Spike non sarebbe mai più stato quello Spike…

Avevano litigato… ed erano scese su loro parole di veleno… ma nemmeno quello era più come una volta…

Come Spike non lo era più… ne la sua vita… ne ciò che gli altri pensavano di lui…

Solo… solo Buffy era sempre la stessa…

Eppure, prima di addormentarsi fra le sue braccia… quella identica Buffy… gli aveva detto che lo amava…

Lasciandolo a voltare la testa, perché non vedesse la lacrima che gli scivolava sul cuscino.

E avrebbe dovuto essere felice adesso… non c’era… no, non c’era più una ragione al mondo per cui non lo dovesse essere…

Eppure… non ci riusciva…

Nemmeno con l’eco delle parole di Buffy nelle orecchia e nel cuore, riusciva a far tacere quel vuoto che sentiva dentro…

Quella sensazione di freddo… sottile… minuscola… nascosta , solitamente, o soffocata dalla vita… dall’amore… dall’azione… ma che tornava semrpe… ogni volta che chiudeva gli occhi per riposare…o smetteva di pensare…

Ogni volta che baciava la ragazza… o sedeva da solo nella sua casa…

Come… se mancasse qualcosa… un pezzo… alla sua anima…

E quel buco, dove esso mancava.. gli faceva male… e gli faceva sembrare che tutto il resto fosse inutile… solo… una bugia… una sciocca messa in scena…

Da parte di un vigliacco, che non aveva ancora avuto il coraggio di accettare se stesso…

Sollevò il braccio, e un attimo dopo si mise a sedere, fissando il suo polso, e il braccialetto a maglia spessa che portava.

Fissando il piccolo pendente a forma di timone, che sei mesi prima aveva messo in tasca… in un ‘altra giornata di pioggia…

Senza bisogno di luce per vederlo… ne per leggere le parole incise sul metallo…

Come non avrebbe avuto bisogno… persino se non fosse stato un vampiro…

Le aveva lette troppe volte… incidendo nella sua memoria ogni curva, ogni carattere … e ripetendole, a volte, nella sua mente, quando le cose sembravano precipitare, e ancora e ancora, Spike tornava chiedersi chi fosse.

Si alzò, vestendosi in fretta e in silenzio.

Anche se sapeva di aver svegliato Buffy.

E poteva sentire i suoi occhi accendergli di fuoco la schinea.

Sapeva… che non gli avrebbe chiesto nulla… e sapeva che luii non si sarebbe voltatao per spiegare…

Era sempre la stessa, identica Buffy… ma lui non era più quello Spike…

Si voltò a guardarla, incontrando i suoi occhi.

Ripetendosi che non doveva chinarsi, e ritrovandosi a farlo… per cercare le sue labbra e sistemarle il lenzuolo sulle spalle.

Prima di uscire dalla stanza. Senza una parola.

Come sei mesi prima era partito da Los Angeles.

Non era venuto… come aveva promesso…

Come aveva promesso aveva consentito a Spike di fare le sue scelte… e di pensare… senza immaginare, probabilmente, che quai pensieri lo avrebbero un giorno ricondotto a lui…

Non era venuto… e a volte Spike si era ritrovato a odiarlo per questo… e a chiedersi se non lo avese già scordato…

E a chiedersi se non fosse stato ucciso… e a provare paura…

Un tipo di paura diverso da qualsiasi cosa al mondo avesse mai sperimentato… fino a che una telefonata di Giles, o Tara, o un commento, fatto per caso, fugava quel terrore ch non era mai giunto a fargli prendere un telefono in mano.

Raddrizzò la sua moto nera, sollevando la testa per aspirare la pioggia.

Ripensando a quante volte aveva pensato di farlo. E non lo aveva fatto.

Odiandosi per la sua codardia.

Ma ora no… ora aveva bisogno di sapere chi era.

Ora… non ce la faceva più a stare sena vederlo…

Piegò il pugno, e mentre montava strinse fra le dita il timone di oro, così forte che per l’ennesima volta gli si incisero nella carne quelle parole che conosceva a memoria…

E che per quel breve viaggio continuarono a sfrecciargli nel cervello, più veloci della moto che portava…

“A Connor, perché possa seguire sempre la rotta che hai scelto. Con tutto l’amore del mondo, papà.”



Spike inclinò il capo di lato. La fronte aggrottata, le labbra dischiuse, gli occhi leggermente dilatati per la sorpresa.

Così sconvolto da ciò che stava accadendo proprio davant ai suoi occhi che qualunque parola svanì dalla sua mente, e lui rimase lì, immobile, impalato sulla soglia della stanza.

L’unica reazione razionale del suo corpo, quella che gli consentiva di restare in piedi anziché stramazzare per terra.

Letteralmente paralizzato.

Perché in centovent’anni di esistenza e di sregolatezza da vampiro non aveva mai assistito ad una scena simile.

“Avanti!” Esclamò Lorne, che sembrava non rendersi conto di quanto sconvolgente potesse essere il suo atteggiamento. “Non hai mai visto un affascinante, elegante gentleman che… stira?!”

Sospirò, appoggiando il ferro su una incedibile asse foderata di panno bianco a “mele” rosse, e tirando su una giacca dello stesso, identico, rosso delle mele.

Mentre Spike, non aveva idea con quale forza, riusciva a liberarsi dalla paresi.

“Posso avere una vodka?!”

Ansò.” O, in alternativa.,.. un paletto…?!”

“Povero little-Connor! Anche da bambino eri tanto sensibile…”

“Ho cambiato idea… Datemi un ‘ascia!”

Lorne sorrise, scotendo il capo e mettendo da parte l’asse, per poi erompere in un micidiale” Buonasera!” , che ebbe il potere di farlo sobbalzare.

“Era ora che ti facessi vivo!

Ormai Angel ci ha fatti tutti influenzare a forza di sospiri!!

Sarà felice di vederti così in forma!

“A te pare?!” Spike storse le labbra, entrando nella camera.

Per un attimo gli corsero in gola risposte così caustiche da ustionare un mangiatore di fuoco.

Eppure, finì con l’appoggiarsi alla perete, abbassando per un attimo gli occhi.

“A me sembra di avere una palla da Football al posto della testa… e che sia una partita molto, molto lunga…”

“mm…”Lorne aprì con una mano un cassetto dell’armadio , deponendoci dentro le camicie stirate.” Sai, Connor, una volta… oramai è un anno… mi è stata detta una cosa… una cosa che io non volevo accettare… anche se sapevo che era vera.

Una cosa che sono stato costretto ad accettare… e ci ho quasi rimesso la testa…”

“Lorne, taglia la parte della favola e vieni al dunque!”

“Il dunque…”Sospirò l’altro.” È che non troverai mai il tuo equilibrio, e la tua strada, se prima non affronti il tuo passato…”

Spike roteò la testa, mugugnando sonoramente.

“Mmmmmm… ho perso Dru e ho trovato te !”

“Solo che lei…” Lo interruppe Lorne.” Ha degli occhi di gran lunga più belli!”

Spike sorrise, riprendendosi però in un attimo.

“Solo perché tu lo sappia… non sono qui per vedere Angel!!”

“No?! Vuoi che ti stiri la camicia?!”

“Passavo per caso!”

“Ahhhh…”

“E comunque, anche se fosse… e non è… avrei fatto un viaggio a vuoto… perché lui non è nemmeno in casa!”

“E tu come lo sai?!?!”

Spike non rispose, cercando di assumere un ‘espressione feroce. Che non parve impressionare l’altro per niente.

“Non sei venuto qui per lui…”Mormorò piano.” Ma sei pasato prima dalla sua stanza… guarda… che potrei offendermi…”

“Guarda… che potrei ammazzarti!”

“Me?!?!” Lorne sollevò le sopracciglia, in uno sguardo di puro stupore.” Ma se sono l’unico con cui ti senti a tuo agio?!?! E non di disturbare a dirlo… perché se ti interessa saperlo… non ti sffatto leggendo l’anima… servono solo gli occhi, per vedere certe cose…”

Per un attimo, Spike pensò di controbattere con una frase tagliente… per un atimo, pensò di negare… ma dopotutto… a che cosa sarebbe servito…

“Il vero casino…” Soffiò con un sospiro.” È che è pure vero…

Avanti…”Si arrese.” Dov’è lui?!?!”

“Oh,”Rispose Lorne, agitando un polso.” A casa di Kate, suppongo…

Uscivano insieme.

Due giorni fa si è fatta un po’ di baldoria, sai, una banda di vampiri raminghi che cercava di organizzare in una sorta di mafia il demoname cittadino… e così questa era la prima serata di quiete dopo quai un mese…”

“Non dirmi!” Esclamò Spike, che già stava voltandosi verso la porta.” Mi sono perso la festa!”

“Tuo padre sarà lieto di vederti, Connor!” Gli gridò dietro Lorne.” Va pure a incunearti fra lui e Kate come un paletto in un cuore, invece di aspettarlo qui come un bravo bambino!”

Spike sbuffò, posando la mano sullo stipite della porta.

“Che poi devo ancora capire…”Soffiò.” Perché ti permetto di chiamarmi Connor!”

Non si voltò a guardarlo, e non udì alcun suono provenire dalle sue spalle.

Eppure, sapeva lo stesso che Lorne sorrideva.



Ecco.

Faceva schifo. Era patetico. Una mamola. Una vergogna per uomini, demoni e frullati dei due.

Se Dru l’avesse visto gli avrebbe riso in faccia.

Se Angelus lo avesse visto gli avrebbe riso in faccia.

E Xander, e Buffy, e tutto il fottuto mondo.

Okay. Era cresciuto abbastanza per ammetterlo. Cresciuto fino a diventare un uomo… come diceva quella stramaledetta profezia…

Però era felice di vedere Angel.

Quanto non aveva pensato che lo sarebbe mai stato, persino dopo aver scoperto che era suo padre.

Ed era felice di non aver seguito quella vocina insistente e petulante che continuava a ripetergli di andarsene, che si stava comportando nel modo più ridicolo che si potesse immaginare… mentre, acquattato in un angolo buio, aspettava che Kate tornasse a casa. Gli occhi fissi su quella porta, identica alle tante altre del corridoio… eppure speciale… perché odorava di lui, quando l’aveva sfiorata…

Si era ripetuto mille volte e in mille differenti versioni quel che gli avrebbe detto, se Angel fosse venuto ad aprirgli la porta, con quell’espressone allibita e commossa che solo lui riusciva ad avere… e quando nessuno aveva risposto al campanello, per un attimo, ne era stato così deluso da pensare veramente di andarsene…

E certo sarebbe stato più dignitoso che sedersi lì, con le ginocchia sollevate, confuso fra le ombre del corridoio… a veder passare chiunque.

Tranne coloro che attendeva.

Ma se lo avesse fatto.. adesso… non sarebbe statao lì…

E non avrebbe visto Angel e Kate avanzare piano, dall’altra parte del corridoio, al termine di quella che doveve essere stata la regina delle serate romantiche…

E non sarebbe stato così assurdamente, stupidamente, infantilmente, deficentemente felice…

E non si sarebbe acquattato ancor più nel buio, osservandoli. Sapendo che la porta di Kate era troppo lontana perché Angel si potesse accorgere di lui… specialmente dal momento che tutti i suoi sensi sembravano concentrati sulla donna al suo fianco.

Era bellissima, con i capelli legati sulla testa e alcune ciocche che le incorniciavano il volto e un lungo abito di velluto nero che le scendeva lungo il corpo, interrotto da due alti spacchi laterali.

Il ritratto della classe… se non fosse stato… che il lungo abito di velluto nero era almeno di due taglie troppo largo per lei e aveva le spalle coperte dalla giacca di Angel!!

Tipico… rise Spike… tipico di Kate Lockley trasformare un qualcosa di così sexy in un rassicurante sacco di velluto… e non avere la benché minima idea di quanto potesse far fresco con un simile vestito in una serata di pioggia come quella, nonostante si fosse in piena estate.

Certe cose… devvero non sarebbero mai cambiate.

“Per cui Faith…” Le sentì mormorare, mentre si fermava davanti all’uscio di casa.

“Non ne vuole a che sapere…”Sospirò Angel, voltandosi per guardarla. “ non vuole parlare con Wesley! Sia io che Giles abbiamo provato a farle cambiare idea, ma non c’è stato niente da fare.

Si scrivono decine di mails, Wes ha praticamente trasformato il suo ufficio in una sala chat, ma non c’è verso di convincerla a parlargli !”

Kate scosse piano il capo, sospirando.

“La capisco… sarebbe troppo doloroso sentire la sua voce… e sapere di non poterlo vedere… di non poter prendere il primo volo e correre da lui…”

“Lo so!” Ansò letteralmente Angel.” Provo una… pena infinita per tutti e due… ma così io esco di senno! Sai che vuol dire parlare per sei mesi, tutte le sere, a Faith, con Wes da una parte che mi dice di chiederle qualcosa e lei che mi risponde dall’altra?!?! Se va bene! Altrimenti siamo io e Giles a chiacchierare amabilmente con quei due che ci ronzato attorno come anime penitenti!

In tutta la mia vita non sono mai stato tanto in imbarazzo… e francamente mi chiedo se non sia una punizione troppo terribile persino per me!!”

Kate rise, sollevando una mano per sfiorargli il volto.

“Povero amore…”Mormorò.

“E la cosa peggiore sono i momenti di malinconia! Nessuno dei due che parli!

Ormai so tutto di Giles! Ogni più recondito segreto…

E lui deve aver scritto almeno tre o quattro volumi sulla storia dei più famosi vampiri di ogni tempo!

Il lato positivo… è che dopo tutto ciò che è successo cinque anni fa… finalmente siamo giunti a una civile conversazione… e alla risoluzione comune che o quei due si danno una regolata o si trova un modo per convincere il Concilio a rimandare Faith qui! Cruento o meno!!

E non mi servirà nemmeno perdere l’anima!”

“Oh, Dio…”Esclamò Kate.” Ti ci vedo… da terrore d’Europa a solutore di problemi di cuore!”

Rise, e Angel la prese di sorpresa, chinandosi a baciarla.

Davanti agli occhi di Spike, Kate gli avvolse le braccia attorno al collo, stringendosi a lui , e rispondendo al suo bacio con altrettanta passione.

Mentre la giacca sulle sue spalle scivolava in terra con un fruscio. E col rischio di essere presto seguita dal resto dell’abbigliamento!

“Kate…”Ansò Angel, baciandole con trasporto le labbra, la fronte, il volto.” Kate… Kate… potrò… espiare… qualunque cosa… ma non riuscirò mai a perdonarmi… per ciò che ti ho fatto…”

“A me?!” Esclamò lei, smettendo improvvisamente di baciarlo.

A lei? Ripetè Spike nella sua mente.

“Vorrei… così tanto… tornare indietro…”Mormorò Angel, sfiorandole il volto con dolcezza infinita. Aumentando a dismisura lo sbigottimento di Kate.

… e naturalmente di Spike!

“Angel…”Esclamò la donna, allontanandosi leggermente.” Ma di che stai parlando?!”

Lui abbassò gli occhi, mentre con la mano, dolcemente, carezzava il morso sul collo di Kate.

“Della notte…”Rispose piano, imbarazzato.” Che noi abbiamo.,..”

“Ma non è possibile!”Urlò quasi lei.” Ancora quello! Angel, sono passati sei mesi! Sei mesi!

Quando la smetterai di scusarti per qualcosa che è accaduta sei mesi fa, che è successa in un momento terribile e che io volevo quanto te!

Pensavo che lo avessimo ampiamente superato!”

Angel la fissò allontanarsi, incrociando le braccia al petto.

“Io…”Mormorò.” Non riesco a levarmelo dalla mente…”

“E invece dovrai!

Angel, segui il labiale… non-è-successo-niente!!”

“Vorrei… riuscire… a crederci…”

“Angel, ti prego!”

“Si, Angel, ti prego!!!!!!!” Urlò finalmente Spike. E senza nemmeno rendersene conto saltò in piedi, uscendo dall’ombra del corridoio. “ Ti supplico, ti scongiuro! Piantala!

Tre minuti e mi hai fracassato tutto il fracassabile! Ma coma si fa, dico io, a essere così noiosi?!”

Si fermò davanti a loro, con le dita infilate nei jeans, specchiandosi nella sorpresa di Angel e nell’imbarazzo di Kate. E non riuscendo a trovarci nulla… assolutamente nulla… di comico.

“William…”Mormorò Angel, con una voce che non pareva la sua.

E di certo molto più bassa di quella di Kate.

“Ci stavi… spiando!!”Esclamò la donna.

Spike li fissò, storcendo le labbra.

“Si! Se aspettavo voi per farmi una cultura facevo prima a entrare in monastero!”

“Come stai…?” Deglutì Angel, che sembrava quasi non riuscire a parlare.

“Io? Tutto intero!

Col dubbio di essere orfano, dal momento che sei sparito, ma tutto intero!”

“Io..”Angel avanzò di un passo, il volto improvvisamente impallidito.” Credevo che volessi…”

“Non volevo che mi spiassi come un ladro…”

“Come stavi facendo tu…”S’intromise Kate.

“Non che sparissi, disinteressandoti del fatto che io camminassi ancora o mi fosse trasformato in polvere!”

“Ma io… non l’ ho mai fatto!”

“Ah no?! Ti sei interessato?!”

“Si!”

“Mi hai spiato!”

“No!”

“Ma sapevi ciò che facevo!”

“Si!”

“Allora mi hai spiato!”

“Si… no! Non sono venuto a Sunnydale una sola volta!”

“Mi hai fatto pedinare!”

“No!”

“Menti!”

“Te lo giuro!”

“Hai usato la sfera di cristallo?!”

“No!”

“Un altro incantesimo?!”

“Certo che no!”

“Cazzo, Angel, cosa?! Voglio sapete come sono stato spiato!

Hai usato un telepate, un computer… Lorne?!”

“Ho usato il telefono!”

Spike aggrottò le sopracciglia.

“Eh?!”

“Io… ho…” Ecco. Ora sembrava davvero in fibrillazione. Peccato solo che Angel non potesse fibrillare.” chiesto a Tara…il suo numero… e ho chiamato lei… per sapere… che facevi…”

tara…

Spike sbattè le palpebre, continuando a guardare Angel.

Tara…

Doveva ricordarsi di uccidere quella ragazza una volta tornato a Sunnydale… o magari… di darle un bacio…

Per un attimo, i due si imitarono a guardarsi.

Fino a che non fu di nuovo Spike a parlare.

“Allora…”Mormorò, schiarendosi la gola.” Tara ti ha raccontato ciò che faccio…

E a te…”Deglutì.” Piace… ciò che lei ti racconta?!”

Ecco. Lo aveva chiesto.

Adesso avrebbe risposto no, e Spike lo avrebbe mandato a…

“Si… molto…”

“Mi prendi in giro?!”

“No, perché lo pensi sempre?!” Angel avanzò di un passo, la tensione che lentamente si scioglieva sul suo volto. “Io credo che tu stia facendo un meraviglioso lavoro, William.”

“mm… Spike abbassò gli occhi per un istante.” Anche se va contro natura… qualunque natura io abbia?!”

“E se ti aiutasse, invece, a capire qual è… la tua natura?

Se fosse stato tutto quello che è passato… contro natura?”

Era incredibile. Incredibile come Angel stesse dicendo… qualcosa di così identico a ciò che Spike aveva pensato così tante volte.

A ciò che una parte di lui aveva continuato a ripetergli, ma che Spike aveva sempre rifiutato.

Perché era troppo facile.

E nella sua esistenza niente era mai stato facile.

Nemmeno accettare suo padre.

Lo guardò. E all’improvviso si rese conto che Angel sarebbe sembrato sempre più giovane di lui…

E gli venne da ridere, e piangere… e desiderò… così tante cose…

Lo vide sorridere. E se lo ricordò, quel sorriso.

Ed ebbe paura. Perché quel senso di vuoto dentro era scomparso.

E, di nuovo, era troppo facile.

“Io…”Mormorò Angel, gli occhi lucidi di lacrime.” Sono così felice di vederti, William…”

“Felice?!” Ripetè, battendo le palpebre.

“Si… più di quanto…”

“Scusa, papà…”Lo bloccò… con un pugno in pieno mento.

Così forte da far voltare ad Angel la testa. E indolenzirgli le nocche.

“Niente di personale! Ma tu sei pericoloso quando sei felice!”

Si domandò perché gli dolese anche lo stomaco.

E perché non stesse cadendo in cenere… dato lo sguardo che gli lanciò Kate Lockley, mentre correva da Angel.

Il vampiro si teneva una mano sul mento. Gli occhi sgranati, la bocca dischiusa.

Come se cercasse aria, e non riuscisse a respirare.

E qualcosa di molto simile a un dubbio stava già nascendo nella mente di Spike, quando Angel guardò da lui a Kate, mormorando senza fiato: “Mi ha chiamato papà…”

Ma diamine!

Lo faceva apposta?!?!

Tirò indietro il pugno, per colpirlo di nuovo, ma stavolta Kate fu più veloce, frapponendosi tra di loro un attimo prima che potesse farlo.

“Eh no!!”Esclamò.” Non se ne parla!

Tu sta fermo con le mani… e tu…” Continuò, volgendosi a guardare Angel.” Pensa ai tuoi peccati!”

Incorociò le braccia sul petto, mentre nessuno dei due emetteva un fiato, e un momento dopo si scostò di lato, squadrandoli entrambi.

“Avanti! Piantatela di fare i bambini! Non vi chiedo di abbracciarvi perché…”

“Ehi…”Cominciò Spike.

“Perché qualcuno inizierebbe a dare di matto!

Ma adesso fate un po’ finta di essere due persone adulte e responsabili, uscite da qui, fate quattro passi, e parlate!!

Senza pugni, senza lacrime, senza recriminazioni e senza idiozie varie!!”

Stavolta fu Angel a tentare di prendere la parola, pronunciando piano il nome di lei, ma Kate non aveva nessuna intenzione di permetterglielo…”

“No, Angel, ascoltami…

Sono sei mesi che smani di vederlo… Spike non sghignazzare o giuro che stavolta ti cavo gli occhi… e tu …” Lo guardò, gli occhi che scintillavano del loro incredibile fuoco azzurro.” Se credi di poter incantare me come fai con tutti gli altri ti sbagli di grosso!

Sei venuto fin quei per vedere tuo padre, per cui piantala di recitare il ruolo del duro, e levatevi dai piedi tutti e due!!”

“Lo faccio solo se e perché lo voglio fare!” Polemizzò Spike.

“Si, certo, l’importante è che ti decida a volerlo!”

“Kate…”Cercò ancora Angel.” Io volevo solo dire… che mi dispiace… di lasciarti… proprio stasera…”

“Oh, Dio, scusa…” Kate si sfiorò la fronte, imbarazzata, prima di poggiargli una mano sul petto. Totalmente, assolutamente, disgustosamente adorante. “Non farti problemi per me… ci vediamo domani… o… se Spike è ancora qui… un altro giorno…

Non preoccuparti…

Non è così grave… “Gli sorrise.” Che preferisca stare con lui…

E spero che non inizierai a sentirti in colpa per questo da qui ad altri cento anni!”

“Sei… sicura…” Insistette lui.

“Angel… si!! Te lo assicuro!! “

Gli infilò la mano in tasca, tirando fuori le chiavi del suo appartamento.

E un attimo dopo aprì la porta, tenendola poi con le dita.

“Divertitevi!!” Gli sorrise.” E per piacere…

Noi possiamo rimandare a domani qualunque cosa, per cui… non pensare neanche a me o a quel che faccio!

Io entrerò in casa, farò una doccia e mi butterò a letto… sempre che i lividi di queste settimane non mi facciano troppo male!

Forza…” Si allungò, baciandolo rapidamente sulle labbra.” Che aspettate?! Andate!!

Non fatemi perdere tempo!!

Oltretutto”Continuò.” Lo sai che non mi sento a mio agio con … cose come questa …” E nel dirlo prese fra le dita lo scollo del suo abito nero, e lo agito enfaticamente, dando a Spike una fin troppo ampia visione del suo seno, alto e liscio come porcellana, e delle gambe più lunghe che lui avesse mai visto. “ non vedo solo l’ora di levarmele di dosso!!”

Sorrise ancora, a entrambi, mentre si chiudeva la porta davanti.

Totalmente inconsapevole dell’espressione, probabilmente identica, che si era dipinta sul volto dei due uomini.

Per un secondo, padre e figlio rimasero immobili, fissando entrambi quella porta chiusa.

Quindi, contemporaneamente, si voltarono.

E Spike faticò a deglutire.

“Tu…”Soffiò.” Potrai essere anche mio nonno… ma sei un grande idiota!!”



Fine