Tutto l'amore del mondo

Capitolo IX- Il figlio

 
“Tu… sapevi già tutto dall’inizio??”

Lorne sospirò lentamente, appoggiando la testa al cuscino, e istintivamente Cordelia allungò una mano, per aiutarlo.

“Non ho una sfera di cristallo, principessa… “ Mormorò. “ non sapevo niente… fino a che non sono entrati… “

“E Drusilla…”

“Drusilla… “ per un attimo, gli occhi di Lorne si persero in qualcosa che solo lui poteva vedere, e Cordelia si rese conto di non averlo mai visto così serio.” Drusilla c’è sempre stata…

Nell’aria… nella paura… nelle canzoni di chi l’aveva conosciuta… e più lontana…

Drusilla era uno spirito informe, senza volto… e nero… quando ancora pensavo che la musica fosse il frutto della mia follia… e anche se non sapevo nemmeno che il suo mondo esisteva … sapevo che l’avrei incontrata…”

Battè le palpebre, tornando a guardarla.

“Peggio di una cambiale in scadenza!” Esclamò.

Cordelia rise, incapace di impedirselo.

Il mondo, probabilmente, stava per finire… il suo migliore amico attraversava la più terribile prova della sua esistenza… eppure era così bello riavere Lorne lì… più di quanto non avrebbe mai creduto…

“Sono un’incosciente…”Esclamò.” Non dovrei ridere!”

“Oh, principessa… tutto andrà bene…

Perché Angel è il cavaliere dela luce… e perché tu sorridi…”

Cordelia lo guardò, stupida questa volta, e, dopo un attimo, lui la sorprese ancora.

“E perché i tuoi occhi sono nocciola… e io i colori li distinguo benissimo…”

“Tu…”Esclamò la ragazza.” Mi sentivi… veramente?!”

“Ovvio!” Rispose Lorne, scandalizzato.

“E hai visto tutto quello che ho fatto?!”

“E sentito… “

“Oh…

Oh! E perché ricordi tutto?!

Voglio dire…”Si alzò, muovendosi nervosamente.” Tu eri in coma! Chi si sveglia dal coma non ricorda niente! Ogni essere umano che si ripetti non ricorda niente! Perché tu si?!”

Lorne sbattè innocentemente le palpebre.

“Perché non sono umano?!”

“Trova un ‘altra scusa!”

E no, cavolo, non era giusto!

Lei… lo aveva accarezzato, okay, si era anche stesa accanto a lui… ma non avrebbe dovuto ricordare nulla! Era nei “patti non scritti dell’ uomo in coma”!

Si voltò, ingoiando ciò che stava per dire, e lottando contro l’imbarazzo, mentre la porta della stanza si apriva per lasciare entrare Giles e Wesley.

In quest’ordine. Non senza un piccolo moto di stizza nel cuore e nello stomaco di Cordelia.

Doveva fare a qual ragazzo un certo discorsetto sull’autostima.

“Drusilla è chiusa di sotto…” Annunciò l’uomo più anziano, dando modo a Cordelia di inventarsi un contegno.

“Oh” Commentò.” Nel locale della caldaia?”

Sapeva che Drusilla non doveva ancora essere impalettata… sapeva che fino a che era a rischio il mondo poteva essere utile… ma il pensiero che quella pazza maniaca fosse sotto il suo stesso tetto non le piaceva affatto.

“No”Rispose Wes. “ a voler essere precisi… nella caldaia! Dentro!

Con Buffy e Faith che le fanno la guardia…”

“insieme!” Cordelia mugolò.” Bello! Avvertitemi quando il sangue comincerà a scorrere!

“Non credo ce ne sarà bisogno…”Wesley si schiarì la gola. “ Faith è molto cambiata… è maturata…”

“E Buffy…”Aggiunse Giles.

Si guardarono.

“Okay…”Si arrese Wes.” Fra cinque minuto andiamo a controllare!”

“Mm…”Lorne si sollevò leggermente, stringendo i denti per il dolore.” Io controllerei piuttosto la felice famiglia riunita…”

Wesley abbassò gli occhi, e Cordelia sapeva che lottava contro un dolore che a ogni ora si faceva più forte.

Come sapeva che avrebbe voluto lasciare tutto, e correre da Angel. Come sapeva che non poteva farlo.

“… c’è kate con Angel…”Mormorò piano. “ e Spike…”Deglutì, e le parole gli morirono in gola.” Oh mio Dio… Spike…”

“Connor…”Ansò Cordelia. E senza volerlo gli occhi le si riempirono di quelle lacrime che da troppo cercava di controllare.

Spike… Conor…

Il bambino che aveva creduto morto.

Il bambino che aveva amato, fino a poche ore prima…

E ora, forse… era peggio che morto…

Era un vampiro. Era un assassino.

Era quello che avava ferito Xander… e che aveva minacciato Doyle… Doyle…

Dio… lui sarebbe stato felice che Connor esistesse ancora… ma davvero era così?!

C’era ancora qualcosa del bambino che aveva astretto a se in quella creatura assetata di sangue?! E come poteva… se la sua anima era persa per sempre?!

Tutto.,.. tutto era così assurdo…”

“Ragazzi… giovani…”Cordelia si voltò verso Lorne, che con la sua voce flautata aveva interrotto le riflessioni angosciose , e quasi certamente simili, in cui tutti erano caduti.” Capisco la gravità del momento… e l’angoscia… ma a qualcuno interessa dove si svolgerà il rito di stanotte?!”



Cosa poteva dire?

Cosa poteva fare?

Cosa poteva anche solo immaginare per lenire l’angoscia dell’uomo che amava?

Cosa, se gli avevano appena perforato il cuore con una lama, ancora ed ancora?

E Kate non sapeva… non poteva nemmeno immaginare la sofferenza di Angel… proprio lei, che aveva creduto di aver toccato il fondo del dolore…

“Io l’ho… torturato… “ Mormorò piano lui, la testa appoggiata alla spalla di Kate.

Abbandonato. Esausto.

Su quello stesso letto in cui avevano fatto l’amore.

E Kate ringraziò Dio che non l’avesse di nuovo chiusa fuori dal suo cuore.

“… per piacere… per… cattiveria… perché volevo sentire le sue grida…

Io l’ho… colpito… ogni volta che mi ha disobbedito… ed era mio figlio…

Dio… Dio del Cielo… era il mio bambino…

Io ho sparso il sangue di mio figlio…”

“No…” Kate gli sfiorò il volto, costringendolo a guardarla. E sperò che la sua voce suonasse forte, e convinta. E seppe che non c’erano lacrime in essa. Perché non era quello il momento di piangere.

“Angel… non eri tu… era un ‘altra persona…”

Ascolta…”Lo costrinse ancora a guardarla, impedendogli di abbassare gli occhi. “ Io non so così tante cose di te… di voi… di tutto… questo…

Ma so che non eri tu…

Te lo ha detto anche Wesley… te lo ha detto Lorne… “

“E tu credi loro?” La interruppe.” Credi… che io non abbia colpe… credi… così ciecamente che un mostro possa essere pulito del sangue che le sue mani hanno versato?!”

“Io credo in te, Angel… “Gli sfiorò ancora il volto. “ Ho sempre creduto in te…

Persino quando leggevo di tutto quell’orrore… sapevo… che non eri stato tu… lo sentivo… e ti amavo…

Ti amavo, e non sapevo niente della tua anima… Non ho bisogno che me lo dicano Wesley o Lorne…

Tu non hai mai fatto altro che amare tuo figlio… che difenderlo…”

“Io l’ho ucciso, Kate… con la mia vita dissoluta… con la mia stupida… ribellione … io l’ho ucciso il giorno che … sono stato ucciso io…”

“Tu gli hai dato la vita quel giorno… Senza quel giorno… senza tutto quel … dolore… lui non ci sarebbe adesso… lui non sarebbe mai nato…”

“Lui non sarebbe un demone… condannato a …”Angel strinse gli occhi, chiudendoli per un istante, e poi sollevando una mano… una mano che tremava.” Questo… per sempre… “La guardò, gli occhi pieni di lacrime.

Dio, Angel, quanto… quanto aveva pianto in quei due lunghi giorni… quell’uomo che sembrava invincibile??

“Mio figlio è un mostro, Kate… come me…”

“Tuo figlio esiste…” Gli prese la mano, chiudendola nella sua. “Cammina, parla… pensa… esiste… tuo figlio ha un ‘altra possibilità, Angel…

Ma forse… forse hai ragione, e io non capisco…

Com’è… perché fa quello che fa…

Forse non c’è nulla di umano in Spike… nulla da salvare… e sarebbe meglio per tutti che tu lo impalettassi, che dessi almeno la pace alla sua anima…”

“No… “Angel si sollevò di scatto, scotendo il capo con violenza. Gli occhi sgranati, come se lo avessero colpito. E probabilmente era proprio ciò che aveva fatto. “ no… non è così… non è così… non lo è mai stato…

Lui… è sempre stato diverso e io… l’ho sempre… odiato… per questo…

Lui…”Le prese le spalle, stringendole. “ Poteva andarsene dopo che Buffy è morta… poteva abbandonare tutto… e invece è rimasto… e ha difeso Dawn e gli altri… ed è sempre stato… umano… e … anche quando tu sei stata male, lui era … arrabbiato… con me… per quello che ti avevo fatto…

Lui… non è perso, Kate… te lo giuro!

Lo hai visto… hai visto i bambini che ha salvato… senza pensare… senza considerare come avrebbe dovuto comportarsi… tu hai visto come ti ha trattata… e come fa con Buffy e … se lo avessi visto con Down… e con Drusilla e…”

“Shh…” Kate gli poggiò una mano sulle labbra, sorridendogli leggermente.” Lo so… lo so… “

Lo abbracciò, stringendolo a se, e con il volto premuto alla sua spalla lo udì continuare.

“io non so perché è così, Kate… non mi sono nemmeno … mai posto il problema… non ho nemmeno mai pensato… perché… non l’ho mai ucciso… neanche per difendere Doyle… o Cordleia… o Buffy…”

“Lo so…”

“Lui era… Spike, e Spike era solo… Spike…Dio Kate… come ho potuto non capirlo?”

Lo guardò, accarezzandogli la guancia.

“ A me pare che tu… abbia appena detto il contrario… “

Angel schiuse le labbra, ma non riuscì a rispondere. Poiché l’attenzione di entrambi fu catturata dal rumore di una porta che sbatteva, poco lontana di li.

La porta della camera di Spike.

Angel quasi la trascinò di peso quando saltò giù dal letto, e forse non si accorse nemmeno che le teneva il polso. Che lo stringeva. Come avesse bisogno di lei.

Quanto nessuno ne aveva mai avuto.

E che continuò a tenerlo fino a che non arrivarono sulle scale, che Spike stava scendendo in fretta. Il corpo che sembrava quasi vibrare di rabbia.

Si era rivestito, e non ebbe alcuna reazione quando Angel lo chiamò con il suo nome.

“Connor!” Riprovò, seguendolo sul primo gradino.

E allora si, Spike reagì.

E reagì con violenza.

Si voltò, il viso contratto dalla rabbia, e quando parlò fu come se ringhiasse.

“Non chiamarmi così!” Sputò. “ Anzi, non chiamarmi affatto!”

“Va bene…” Angel fece un passo avanti.” D’accordo…Spike… ma aspetta un attimo… dove stai andando?”

L’altro strinse i denti rabbiosamente… e il suo volto era così devastato che in quel momento appariva molto più vecchio del suo stesso padre…

“Non sono affari tuoi!” Urlò.” Fino a due ore fa non te ne fregava un cazzo se mi andavo a cacciare all’inferno, non fingere che le cose siano diverse, ora! Abbi il coraggio di affrontare la verità! Non è cambiato niente!”

“Spike…”

“Stronzate, capito?! Tutte!

Io non sono il tuo bastardo!”

“E’ difficile… per tutti e due…”

“Per te sarà difficile!

Per me non è vero! Basta! Capito, basta!

Sono tutte palle dei tuoi amici, che credono di vedere ciò che vogliono! E Dru farebbe qualsiasi cosa pur di farti del male. Ache…”Deglutì piano. “ anche farne a me…”

Angel scosse il capo.

“Spike… parliamo…”

“No! Io non voglio parlare con te! Non ho niente a che fare con te!

Ti volevo morto! Ti avrei ucciso con le mie stesse mani!

Io ti ho sempre odiato! Non c’è nessuno al mondo che mi abbia mai fatto più schifo di te! Tu non puoi essere mio padre!”

Angel strinse fra le dita il corrimano di legno, così forte che Kate pensò che lo avrebbe infranto. E i suoi occhi brillavano ancora di lacrime.

Mentre il volto impallidiva sempre più ad ogi parola di Spike.

“Non andartene…”Mormorò. “ voglio… ho bisogno di parlare con te… tutti e due ne abbiamo bisogno…”

Forse ne avrò anche bisogno…”Spike si voltò, e lentamente tornò a scendere le scale.” Ma non lo voglio…”

“Spike… “Tentò ancora Angel.” Neanche io vorrei…”

“Cosa?!”

Kate sgranò gli occhi, sobbalzando, mentre Spike saltava, il volto mutato in quello del suo demone, e atterrava proprio davanti ad Angel, afferrandolo alla gola.

“Neanche tu”Ringhiò, affondandogli le unghie nella carne.” Vorresti che fossi tuo figlio?!”

Angel continuò a guardarlo, stringendo leggermente le labbra.

“Neanche io…”Rispose piano. “ vorrei averti fatto tanto male…”

Per un attimo, un solo attimo, Spike lo fissò.

Prima di tornare a ringhiare.

Prima di contrarre il volto e con entrambe le braccia spingerlo all’indietro, usando tutta la sua forza sovrumana.

Sollevando Angel da terra ed abbattendolo con violenza contro la parete di fronte.

Kate lo chiamò, correndo al suo fianco. Ma le sue parole vennero come fagocitate da quelle di Spike.

“Io non sono tuo figlio!” Urlò, ansando. Con tanta violenza da far vibrare il cuore di Kate.

E un attimo dopo si voltò di nuovo.

Per scendere le scale.

Per lasciarli.

Mentre già Angel cercava di rimettersi in piedi.

Ma stavolta fu lei a fermarlo.

“No!” Esclamò.” Aspetta! Non ti ascolterà mai in quello stato!”

Si voltò, lanciando un ‘occhiata alle sue spalle, e poi all’uomo seduto davanti a lei.

“Fidati di me…” Gli chiese, e senza aspettare, si alzò. E fu lei a seguire Spike. Correndo, scalza, giù per le scale. E raggiungendolo sulla porta del sotterraneo.

“Vigliacco!” Urlò. E temette che Spike l’avrebbe uccisa, a giudicare dall’epressione del suo volto da demone.

“Che cosa?!” Ringhiò il vampiro, voltandosi, il volto ancora quello del demone che aveva in se.

“E tu saresti quello che ha il coraggio di affrontare la verità?! A me pare che tu la stia fuggendo la verità! E dalle mie parti questa si chiama codardia!”

“Levati di mezzo, Kate, ne ho abbastanza anche di te!” Spike rise. E, ancora, il suo era il riso di un demone.”Avrei dovuto lasciarti svenuta per il troppo scopare!”

“Vuoi un ringraziamento?!” Esclamò lei, incrociando le braccia.” Okay, grazie. Ma resti sempre un vigloiaco!”

“Quello non è mio padre!” Urlò Spike.

“Non puoi esserne certo!”

“Lo sono!”

“Perché hai paura che lo sia!”

“Perché non c’è un cazzo di prova!”Spike avanzò verso di lei.” Niente che dimostri che non è solo la più grande sega mentale del secolo!”

“E’ di questo che hai paura, Spike? Che ti dicano che non è vero quando pensi che lo sia?!”

“Va a farti fottere, Kate! E stavolta spero che ti ammazzi!”

Si voltò di nuovo, e di nuovo Kate lo bloccò.

“Parlerai con Angel se ti darò le prove che cerchi?!”

Fatto. Grilletto premuto. Restava da vedere se colpiva il bersaglio.

Lentamente, Spike si voltò, gli occhi percorsi dalla sopresa.

“Tu non hai nemmeno una prova…”Sibilò.

Kate sollevò ancor più la testa, prendendo un lungo.

“No, Ma so chi le ha.”

Davanti a lei, Spike non rispose.

Ma il suo volto tornò alla sua maschera umana.



“Qui. Se Lorne ha ragione l’anfiteatro è qui, sotto la biforcazione di due dei tunnell principali… proprio al centro di Los Angeles…”

Wesley strinse leggermente le labbra, battendo col dito sulla pianta, che mostrava le profondità di Los Angeles.

“Proprio sotto la luna a mezzanotte…”Giles rincarò seriamente

Lui alzò gli occhi, incontrando quelli verdi dell’Osservatore.

E per la prima volta, lasciando se stesso stupefatto, si rese conto di non provare soggezione di fronte a quegli occhi, ne senso di inferiorità.

Si rese conto di non averne più provati.

E questo era qualcosa che una parte di lui non avrebbe mai ritenuto possibile. E a cui… non poteva pensare adesso.

“Già… “ Mormorò piano.” E dal momento che non sappiamo quando Sahjhan ci andrà, o quando porterà i bambini, dovremo andarci proprio a mezzanotte…”

“Quando saranno tutti riuniti

E pronti ad evitare interferenze…”

“Già…”

“Già…

Forse,,, dovremo chiamare Willow…”

Wesley sospirò.

“Con dei poteri instabili come i suoi?”

“Bè… l’anno scorso è stata utile contro Glory…”

“Ma non era ancora arrivata ai livelli di cui mi hai parlato…”

“E Tara deve continuare con l’incantesimo di condizionamento, per far credere alla gente nella prigione che Faith sia ancora lì…”

“Mm… ci mancherebbe anche avere la polizia alle costole…”

Wesley sospirò, mentre il telefono squillava. E il suo sguardo si posò sul piano lucido della scrivania, mentre parlava con Virginia… mentre le diceva che poteva smettere di cercare Connor…

Chiuse gli occhi, stringendoli. E quando tornò ad aprirli Giles lo stava guardando. E Wes si illuse che in quegli occhi ci fosse il rispetto che aveva sempre desiderato vedervi…

Non ammirazione o considerazione, ma solo… rispetto…

“Wesley…” Cominciò l’altro, nell’istante stesso in cui la porta dello studio si apriva, per far entrare Kate.

Aveva ancora addosso la camicia di Angel, di gran lunga troppo grande per lei, ma per il resto era vestita, e sembrava molto, molto preoccupata…

“Come entro alla W & H?! “Esclamò, posando entrambe le mani sul piano della scrivania.

Wesley ammiccò guardandola, e chiedendosi per un attimo se dicesse sul serio.

Cosa che fu più che evidente , nel momento in cui incontrò i suoi occhi.

“Puoi… potresti entrare… dai tunnel…”Rispose esitante.” C’è un passaggio che Angel praticò due anni fa e… ma lui queste cose le sa…”

Kate sollevò la testa.

“Angel non sa che ci sto andando. E non lo deve sapere.”

“Cosa…” Wesley si alzò, agirando in fretta la scrivania.” Kate, non puoi andare alla W & H senza Angel… e visto che ci siamo… perché vuoi andare alla W & H?!”

“E’ lunga, Wes, e io non ho tempo… fammi vedere dove si trova questo accesso…”

“No… aspetta… Kate… è pericoloso… la W & H è pericolosa… i tunnell sono pericolosi… “

“Il mondo è pericoloso! “Lo interruppe lei.” Lo so! Ma devo andarci lo stesso!

Conosco i rischi, Wesley, conosco la W & H da prima che tu la sentissi nominare per la prima volta… ma devo farlo… è … è l’unico modo…”

Deglutì. E quello fu l’unico istante in cui gli permise di guardare nel cuore della sua fragilità.

“E quanto ai tunnell…”Riprese subito.” Non ti preoccupare… che io sappia i vampiri hanno un ottimo senso dell’orientamento…”

“Vampiri?” Anche Giles si alzò. “ Pensavo che Angel non venisse con te…”

“Infatti… Angel non viene con me…”

Wesley sbattè gli occhi, seguendo la direzione di quelli di lei.

Oltre la porta e nell’atrio.

Dove Spike aspettava, cupo in volto, e appoggiato alla balaustra della scala.

“Oh mio Dio…” Mormorò. “Kate sei sicura…”

“Wesley, si , sono sicura, e no, non voglio nessuno con me!

E’ già incredibile che mi stia aspettando, per cui , per amore del mondo, della mia sanità mentale e di Angel, dove-è-quel- cavolo- di- accesso?!”

Wesley esitò ancora per un attimo. Solo per un attimo.

Ma perché mai doveva ritrovarsi a fare il capo?!

“Qui…” Cedette alla fine, mostrando a Kate il punto sulla pianta dei sotterranei. “ aspetta… “

Prese la mappa, piegandola velocemente.

“Tieni… noi useremo quella online…”

Kate annuì, senza aggiungere niente. Perché non c’era niente da aggiungere.

Wesley non sapeva che cosa quella donna incredibile volesse fare. Non sapeva se ci sarebbe riuscita e non sapeva se Spike… Connor… l’avrebbe davvero aiutata in caso di pericolo…

Ma sapeva che qualunque cosa Kate avesse in mente… era solo per il bene di Angel…

La vide lasciare la stanza, senza chiederle di stare attenta, e dopo un attimo raggiungere uno Spike sempre più nero.

“Vuoi anche prendere un te, visto che ci sei?!” Le ringhiò contro. Ma lei non parve affatto impressionata.

“Non sono ancora le cinque” Rispose, precedendolo verso i sotterranei. “ ma se torniamo in tempo ti permetterò di offrirmelo…

Come te la cavi con i tunnel, Spikey?!”

L’altro digrignò i denti.

“Spero che incontriamo il Gungan più insaziabile della storia! E spero che mi permetta di guardare!”

Wesley non sentì la risposta di Kate, inghiottita dai suoi passi sulle scale, ma quando la porta si richiuse alle spalle di Spike si chiese se avesse fatto davvero bene ad assecondare la donna.

Lentamente, si passò una mano fra i capelli.

Dio… quello era Connor…

“Dicevamo…” Mormorò piano, tornando indietro.

“Che Tara è fuori gioco…”

“Già… ma possiamo procurarci altro aiuto… no, so già quello che vuoi dire… escludi il Concilio! Farebbero saltare tutta LA per misura cautelativa!”

“Per salvare il mondo…” Obbiettò Giles.

Wesley sospirò di nuovo.

“Già… ma varrebbe la pena, per un mondo pagato con il sangue?!”

Abbassò gli occhi, pestando rapidamente alcuni tasti sul computer per visualizzare sullo schermo la mappa dei sotterranei.

“Comunque sia… la prima cosa è capire come arrivarci… a seconda del modo potremo anche decidere se e a chi possiamo chiedere aiuto…”

Questa volta,Giles annuì, avvicinandosi a lui per osservare la pianta.

“Non sappiamo neanche che forma abbia il posto …”Mormorò. “ ne quanti tunnell lo raggiungano… così è come… combattere alla cieca…”

“Mentre loro conoscono ogni anfratto… e qualunque strada prenderemo per arrivarci la sorveglieranno a dovere…

Quel che è certo è che non riusciremo mai a coglierli di sorpresa.”

Sospirò, sperando disperatamente che l’altro avesse più idee di lui. E non potè impedirsi di sobbalzare, quando una voce proveniente dalla porta interruppe i suoi pensieri.

“No… “Disse piano Angel. “ se arriviamo dall’alto.”



“Tutto è pronto… le stelle… stanno cantandolo per me…

Tutto è… perfetto… ed è… sbagliato…

Perfettamente sbagliato…”

Drusilla rise, e per l’ennesima volta negli ultimi minuti Faith dovette lottare contro il desiderio di gettare della legna in quella caldaia e darle fuoco!

Si alzò, avvicinandosi alla grande struttura di ferro, e battè con violenza il pugno contro la parete.

“Vuoi stare un po’ zitta!” Esclamò. “ Mi fai venire il latte alle ginocchia!”

Fissò attraverso la grata, ma nonostante i suoi sensi di Cacciatrice non riuscì a vederla. E questo la inquietò ancora di più.

Sapere che qual mostro era lì dentro… accucciata da qualche parte… e che lei non riusciva neanche a vederla…

Represse un brivido, mentre di nuovo Drusilla rideva.

Se c’era una cosa che non avrebbe mai permesso al mondo era che Buffy Summers si rendesse conto del suo disagio.

Ma forse stava preoccupandosi invano…

Non pareva che la cara vecchia B desse peso a null’altro che non fosse il suo tormento interiore …

Già…

Una novità assoluta.

La guardò, seduta dall’altra parte dell’enorme locale, sul primo gradino della scala. Gli occhi bassi, intenti a guardare qualcosa che Faith poteva solo intuire… e, forse, intenta anche a guardare in se stessa…

Ecco… quella si, sarebbe stata una novità assoluta…

“L’amore… io amo… l’amore… mi piace sentilo in bocca… “

“Mm…”Grugnì Faith.” Su questo non avevo dubbi!”

“… il sangue di chi ama è così dolce… come ambrosia e nettare…

E’ eccitante… “

Faith sentì battere il metallo e voltatasi vide il volto pallido di lei fissarla attraverso la grata. E la follia, vibrare nei suoi occhi da uccello.

“Hai mai sentito il piacere esplodere…” Sussurrò. “ Bevendo il sangue di una vergine innamorata?”

Faith sbuffò, lasciandosi cadere.

“No, devo ammettere che mi manca!”

“Io lo amavo… “ Sibilò piano lei. “ ed era il mio peccato … io ero vergine… “Inclinò la testa di lato, fissandola. “ tu sei vergine…”

“Questa poi…” Faith scoppiò a ridere, incapace di trattenersi. Ma il riso le morì sulle labbra mentre piano le parole di Drusilla le penetravano nel cervello.

“Tu non hai mai dato il tuo corpo all’uomo che ami… mai… e non lo farai neanche adesso… o fra un mese… o un anno…

Ma hai assaggiato il suo sangue… e ti è piaciuto…”

“Ehi, B, secondo te Wes se la prende se le taglio appena un po’ di lingua?!”

“Tu sarai lontana… senza poterlo vedere… senza poterlo toccare… e sentirai il tuo sangue bruciare…

Tu lo ami… e non puoi dirgli che lo ami…

Tu lo ami… e non vuoi dirgli che lo ami…”

“Senti, razza…”

Si fermò.

Non parlava più con lei ora. Non guardava più lei.

Guardava… Buffy… e, per assurdo, Buffy guardava lei…

E Faith sentiva che doveva fermarla.

“Hai il suo seme in corpo… il suo bambino è morto dentro di te…

Il suo amore è morto dentro di te… perché tu uccidi… tutti quelli che ami… come … i miei poveri fiori… “

Faith vide Buffy deglutire, ed ebbe paura.

B era esasperata da tutto ciò che accadeva. E se superava il limite poteva essere più pericolosa della fine del mondo… nessuno lo sapeva meglio di lei.

“ Poveri… poveri amori… “ Soffiò Drusilla dal buio della sua gabbia.” Padre… e figlio… sangue… per sangue…

Ma di chi era il bambino nel tuo grembo?? “Rise. Una risata perfida, fatta per ferire.” Tu non sei fatta per essere madre… tu soffochi la tua creatura e la vomiti…

Ma lei è troppo forte… e vuole vivere… e vuole conoscere il volto di suo padre…”

“E basta!” Urlò Faith, sollevando le braccia. “ Cambia disco!”

“Tu cercavi i suoi occhi! Hai sempre cercato i suoi occhi!

Cercavi i suoi occhi, cercavi i suoi occhi, cercavi i suoi occhi!”

“Ho detto stop!” Faith afferrò la porta della caldaia, e spalancandola entrò nella gabbia di metallo, mentre Drusilla si ritirava nel buio.

“Tu sei gelosa… “Grridò Drusilla, un attimo prima che Faith la colpisse. Ed era ancora a Buffy che si riferiva. “ della donna pulita come acqua… pulita come i suoi occhi…

Ma non temere… perché lei si torcerà davanti a te…

E per il tuo piacere, prima che l’alba sorga ancora, le mani del mio Spike gronderanno del suo sangue!”



Spike non ci aveva messo più di mezzo minuto per capire che quelli non erano semplici avvocati. Mezzo minuto da quando era emerso nel magazzino asettico e deserto attraverso la botola che Angel aveva perfettamente mimetizzato, probabilmente pensando che potesse ancora servirgli.

E invece era servita a lui…

A lui e alla donna ferma davanti a una delle tante porte del corridoio, che la fissava come se nascondesse la risposta a tutte le domande.

Lo aveva capito dal’odore che non si trovava in un semplice studio legale. Da quell’aroma inconfondibile di magia e di pericolo.

E dall’allarme, che aveva seguito il loro ingresso, aveva capito… che era nei guai.

E aveva desiderato strangolare Kate Lockley per non avergli detto in che genere di vespaio stava andando a cacciarlo.

E del resto… lui non aveva chiesto niente.

Non aveva domandato come potesse un gruppo di avvocati avere le prove del suo… legame… con Angel.

Del suo falso legame con Angel!

Non ne era stato in grado. Non sembrava nemmeno che il suo cervello fosse in grado di pensare da quando tutto era cominciato.

Non sembrava che fosse in grado di fare altro che… torcersi, e stare male… e rifiutare… tutto… anche l’aria che gli stava intorno.

Anche il sangue che lo nutriva.

E lui aveva solo voglia di vomitare. E di mandare a farsi fottere il passato, il futuro, il presente, Drisilla, Angel e persino Buffy!

Di afferrare il primo macellaio che trovava e costringerlo a togliergli quel dannato chip dalla testa, per poter dimostrare a tutti qual’era la sua vera natura.

E invece era lì, a correre lungo corridoio deserti e schiacciarsi contro le pareti per sfuggire a uomini in armi che a giudicare da equipaggiamento e stralci di conversazione sapevano benissimo cos’era un vampiro e come ucciderlo.

Insieme a una donna che voleva provargli ciò che Spike più rifiutava al mondo.

Tornando a fargli chiedere, ancora ed ancora, perché fosse lì.

“Ecco…”Mormorò Kate, posando sulla porta la punta delle dita.” Deve essere qui…”

Spike guardò davanti a lei, le labbra strette in una linea sottile.

Archivio…

“Wesley voleva che mi occupassi della W&H, e mi ha raccontato un po’ di … aneddoti…

Poco dopo la nascita del bambino hanno scoperto che li sorvegliavano con dette telecamere nascoste, per cui devono esserci delle cassette… e forse là dentro c’è anche qualcosa che ti può aiutare…”

Una porta. Solo una porta fra lui e la verità.

Ma la voleva davvero, stavolta, la verità?!

Lentamente, cautamente, Kate entrò, la pistola stretta fra le dita.

Mentre Spike, fuori, la guardava.

“Avanti”Lo incitò.” Entra, che aspetti?”

Spike strinse le labbra, col desiderio bruciante di cambiare volto.

Dannazione! La verità era una gran puttana! Ma pareva proprio che non riuscisse a starle lontano!

“Sei così sicura di tuo”Sputò.” O è scoprati Angel che ti galvanizza?”

Le vide stringere le labbra, come troppe volte negli ultimi minuti.

Ma era facile ferirla.

Angel. Sempre Angel.

“Pensi che spalancare le gambe per il capo promuova anche te?!”

“Hai finito?” Mormorò lei cupa.” Mi stai annoiando!”

Spike sghignazzò, passandole di fianco.

“Potevi dirlo prima…”Sussurrò. E senza esitare allungò una mano, scostandole dal collo una ciocca di capelli.” Avrei trovato un modo per distrarti… Ti confesserò… è così difficile starti accanto… odori di sesso come un bordello… un bordello di lusso…” Si fermò alle sue spalle, la mano sul collo di lei, posata sul morso che gli aveva fatto spalancare gli occhi di sorpresa la prima volta che lo aveva visto.

Un morso inconfondibile… il morso di Angel…

“ un bordello per vampiri…”

Finalmente, Kate si voltò, e la rabbia che lesse nei suoi occhi fece sorridere Spike di gusto.

“Senti un po’, biondo!” Esclamò, e con la mano appoggiata al suo petto lo spinse contro una parete, sfidandolo con ogni oncia di se stessa.” Ti avverto che con me caschi molto male! Perché io sono l’unica che non ti ha ninnato da piccolo! Sono l’unica che non ti guarda e vede un piccolo batuffolo paffuto e senza un capello in testa!

E quanto alle tue finezze, ho fatto l’accademia, bello! E più servizio in strada di quanto tu non possa sognarti! E ti assicuro può uscire niente dalla tua bocca che possa scandalizzarmi!”

Stavolta, il sorrico di Spike fu sincero. E fu il primo da così tanto tempo…

“Ti amo…” Sussurrò, facendo letteralmente rotolare all’indietro gli occhi di Kate.

“Ma per favore!” Esclamò lei , voltandosi.

Spike fece ancora per ribattere, quando dall’esterno giunse il suono inconfondibile di passi di corsa.

Si guardarono negli occhi, e quando il silenzio fu tornato Kate lo lasciò sulla porta, lanciandogli uno sguardo di sfida.

Non fu difficile trovare ciò che cercava.

C’ era un’ intera, enorme parete colma di volumi e videocassette… completamente dedicata ad Angel.

E non fu difficile neanche trovare la grande stanza attigua all’archivio, in cui un enorme schermo scuro torreggiava su un tavolo circolare circondato di sedie.

Ciò che lo fu… ciò che fu terribilmente difficile… fu restare lì, fermo sotto quel grande quadrato nero, mentre Kate inseriva nel videoregistratore una delle cassette.

Resistendo all’impulso di fuggire.

Resistendo all’impulso del suo cuore… che sembrò tendersi e richiudersi su se stesso, quando quello stesso schermo si illuminò… e comparve Angel…

Un Angel come Spike non lo aveva mai visto…

Un Angel che rideva.

Rideva con il volto, con gli occhi, con il corpo, mentre si chinava su una carrozzina aperta, e prendeva fra le braccia suo figlio.

Era una sequenza girata in strada, con un teleobbiettivo, con scarsa qualità del video, pessima illuminazione e nessun audio… un… orribile lavoro…

Eppure era così chiaro quel sorriso… illuminava la notte stessa attorno a lui… oltre al volto di Angel.

Facendolo sembrare quello di un ragazzo… un ragazzo che sorrideva al suo bambino.

Spike deglutì. E ancora desiderò scappare-.

E ancora non riuscì a pensare. E ancora non potè fare altro che “ sentire” quelle immagini dentro… attraverso la pelle…

Giù, fin dove era stata la sua anima…

Era un bambino enorme quello di Angel… proprio come era stato il piccolo William… eppure fra le sue mani sembrava minuscolo…

Mentre lo prendeva. Mentre lo sollevava e lo guardava. E lo baciava.

Sulla fronte… sulle guance… mormorando parole che Spike poteva leggere sulle sue labbra…

“… tutto è okay… shh… tutto è okay… papà è qui…”

Papà è qui…

Lui… Spike… William … non aveva conosciuto suo padre… era morto in mare, prima che nascesse…

Lui… aveva desiderato Angelus come padre… dalla prima volta che lo aveva visto. E gli era sembrato l’essere più forte e più invincibile sulla faccia della terra…

Ma Angelus non era mai stato un padre… solo… un sire… solo… un vampiro… e ora Spike si trovava a chiedersi se ci fosse stato un altro motivo per quel suo ostinarsi… per quel suo desiderare così disperatamente la sua approvazione…

No. No.

Deglutì ancora, e ancora, scacciando quei pensieri.

Era tutto assurdo… era… folle… più folle persino di lui…

E non c’era ancora nessuna prova… solo una vaga somiglianza fisica con delle foto viste cento anni prima…

Niente… nemmeno uno straccio di prova…

Niente…

Kate cambiò cassetta, lanciando nervosamente uno sguardo alla porta.

“Questa è girata prima…”Mormorò.” Prima che scoprissero le telecamere nascoste. Connor doveva essere appena nato…”

Connor…

Connor… piangeva, agitandosi in un cassetto che gli faceva da culla. E stavolta Spike poteva sentire le sue urla. E la voce di Angel.

Lui sembrava… confuso e… disperato… e … giocava con un orsetto di pezza cercando di calmare suo figlio.

Senza volerlo… Spike si ritrovò a sorridere…

Ma come poteva essere così… patetico? Un … vampiro… di 250 anni… un … killer… il… terrore d’Europa… che prestava la voce a un orsetto di pezza! E sembrava annientato dal pianto di un bambino.

Idiota…

Ridicolo… patetico idiota…

E Buffy era stata innamorata di lui? E Spike aveva avuto paura… di lui?

Di questo… buffone … che si faceva deprimere da un lattante e che in quel momento stava … cantando… per … lui…

Spike dischiuse le labbra, incapace di emettere alcun suono.

Dio…

Dio non… non era possibile!

“Riportalo indietro!” Urlò, con voce strozzata.” Fammi rivedere questa parte…”

“Cosa c’è?!” Domandò Kate, mentre velocemente gli obbediva.

Ma Spike non rispose. Spike non poteva rispondere.

Spike ascoltava un vampiro cantare a suo figlio una canzone enza parole… un ‘antica melodia di una terra lontana…

Una… ninna nanna… che non riusciva a calmare il pianto del bambino.

Ma che era rimasta… nelle sue orecchia… nel suo cervello… nel suo cuore…

Fra le labbra che l’avevano canticchiata, senza riuscire a rispondere a chi chiedeva dove l’avesse udita… più di un secolo… prima…

E che l’avevano sussurrata all’orecchio di una regina nera… perché ogni volta che lo faveno lei rideva, e attirava il suo amante fra le braccia, e tornava a morderlo… come per rinnovare il suo possesso… come se quel canto la eccitasse.

E ora… ora sapeva che era davvero così…

Scosse il capo. E non voleva le lacrime nei suoi occhi.

E non voleva il dolore. E non voleva la verità…

Ma lei era lì… e piangeva le lacrime che Spike non versava… e adesso… era come se ci fosse sempre stata…

Adesso … sembrava sempre così ovvio… e ancora… così… per assurdo…

Dio…

“Sei tu…”Sussurrò Kate, e solo allora si accorse di averla al suo fianco. “ vero?!”

La guardò, e non riuscì a scuotere il capo. Non riuscì a fare altro che guardarla. E fuggire.

Da quegli occhi trasparenti, da quella stanza, dal sorriso di Angel…

Con quel qualcosa di assurdo e violentissimo che gli esplodeva dentro… a cui non sapeva dare un nome. Ma che lo stava devastando…

Non voleva. Lui… non voleva…

Non voleva essere figlio di Angel…

Voleva essere Spike, William il sanguinario.

Voleva essere un vampiro, un assassino.

Voleva essere ciò che sapeva essere. Ciò che aveva un senso essere.

Attraversò la stenza come una furia. Senza curarsi dei rumori. Senza curarsi della sedia che si trovò di fronte, e che scaraventò nell’aria come un fuscello secco.

Afferrando la maniglia della porta e quasi strappandola dai cardini.

Per trovarsi di fronte a due gruppi di guardie.

No, non ora. Non adesso.

Gridò.

Ringhiando, mutando il volto.

Attaccandoli prima ancora che loro avessero mosso un passo.

Non gli importava.

Non importava un cazzo di niente! Voleva solo andarsene.

Voleva andare da Drusilla… doveva andare da Drusilla… perché c’era ancora una cosa che doveva sapere… che… per assurdo, voleva sapere.

Forse… qualcuno sparò… e certamente ci furono dei paletti che fuoriuscirono da lunghe aste d’acciaio.

Forse… qualcuno morì…

Non lo sapeva.

Non sapeva quante ossa avesse rotto e quante teste avesse fracassato.

Non gli importava.

E quando l’uomo che gli stava davanti con la sua asta in mano cadde all’indietro, e lui capì che era stata Kate a sparargli… non gli importò nemmeno quello…

Passò oltre.

E non seppe nemmeno spiegarsi perché, per un attimo, si voltò.

Forse… perché sentiva che non lo stavano seguendo.

Forse… perché doveva vedere Kate circondata da quegli uomini in armi per fare la sua scelta.

Gli occhi della donna fissi nei suoi.

Mentre si girava. Abbandonandola.

Per dimostrare al mondo ciò che era davvero.

Per dimostrare al mondo che non era Connor.