Tutto l'amore del mondo

Capitolo XXII- Fuoco e pioggia


Una notte… e l’odore del sangue che ancora non si placava per le strade della città…

Sottile, insistente… che nemmeno la pioggia aveva potuto cancellare…che si sarebbe attaccato alle cose, e alla terra… e sarebbe rimasto per anni… a ricordare a chi, come lui, poteva avvertirlo, ciò che era accaduto solo una notte prima…

A ricordare a lui come aveva rischiato di perdere tutto… ancora una volta… e come era preziosa… ogni briciola di quello che aveva…

Una notte… e quel sangue che aveva l’odore di ognuno di coloro che amava… o che aveva amato… di tutti coloro il cui sangue era sulle sue mani, o dentro di lui…

Che sarebbero rimasti… o sarebbero andati…

Scomparendo in quella notte…

Scomparendo ora…

E facendogli male al cuore…

Una notte… e gli occhi di un vampiro che scrutavano in un buio che non poteva niente…

Mentre il baluginio dei fari della auto si intrecciava in un ‘enorme tela di ragno…

E le stesse brillavano nel cielo…ed era assurdo come potessero scintillare… riflettendosi in tanto sangue…

Come gli occhi di Kate… e di Spike…

Avrebbe voluto che quella notte non trascorresse, Angel…

Avrebbe voluto creare una barriera, intorno alla sua casa… per tenere con se tutti quelli che stavano per andare…

Per partire…

Disperdendosi… dove sarebbero passati mesi, prima che potesse ritrovarli…

E che portavano via il suo cuore…

Era assurdo… ma nemmeno tenendo il suo bambino in braccio, o guardandolo dormire… nemmeno raccontadogli le favole della sua terra, che ora non poteva ricordare, o cullandolo contro il suo petto… si era mai sentito così tanto padre…

E aveva mai desiderato proteggere tanto la creatura che gli era stata regalata…

Mai… quando addesso… che di nuovo lo perdeva.

E che non poteva far altro che guardare oltre quella finestra…

A quella strada… in quella città che sapeva di sangue… e di pioggia appena passata e che già tornava… e di dolore…e di risate…

Scutando nel buio, e guardando nel suo passato… perché non osava indovinare il futuro…

E sobbalzando… lui… che avrebbe dovuto salvare il mondo… quando un vecchio taxi malmesso si fermò, davanti alla porta d’ingresso.



“A guardare quei due… “Mormorò Faith.”Direi che le cose non dette supereranno di gran lunga quelle che si faranno venir fuori…

Guardali lì… lei odia lui perché la lascia di nuovo sola e abbandonata, lui si sente in colpa ma crede di agire per il suo bene… e intanto nessuno dei due riesce ad essere sincero…

E naturalmente entrambi ce l’avranno su con me perché è anche per colpa mia se Giles se ne ritorna in Inghilterra…

Ma che palle!

Dico io… se si può essere più idioti…”

Strinse le dita le une nelle altre, così forte da farsi male. E sentì le ossa tendersi, fin quasi a spezzarsi…

Mentre, davanti a lei, Wesley sorrideva.

Ed era qual sorriso a spezarle le ossa… e il cuore… e a farlo battere più forte.

Quel sorriso che aveva notato così tardi… e che tra pochi minuti sarebbe scomparso dalla sua vita per molto… moltissimo tempo…

E sperò che lui non notasse quanto era nervosa… che non si rendesse conto che non gliene fregava niente dello straziante addio fra Buffy e Giles, e che non aveva più provato quel sentimento che per tanto l’aveva tenuta viva, quando aveva abbracciato Angel, stando attenta a non ferire il suo corpo ancora così debole… e che non le importava niente nemmeno della prospettiva di tornare liberà…

Sperò… che non notasse il tremore delle sue dita… quelle dita che avevano ucciso senza perdere per un attimo di freddezza…

Eppure, quando lui allungò una mano e catturò le sue… seppe che Wesley lo aveva notato, il suo tremore… e che non rideva di lei… perché lui ra… era Wes… soltanto quello…

Il più assurdo e pazzo cavaliere che mai avrebbe potuto attraversare la strada di un ‘assurda e pazza stronza come lei!!

“Fa… freddo…” Mormorò, distogliendo gli occhi.

“E’ vero…”

“Guarda… che non sto scherzando!” Esclamò.

“No…”Wesley sorrise di nuovo.” Nemmeno io… fa freddo stasera… probabilmente pioverà di nuovo… se ne sente… l’odore…”

L’odore…

L’odore della pioggia… che in prigione si confondeva con quello cel cemento bagnato… l’odore della pelle di lui, che Faith non aveva provato…

“… potrebbero anche… sospendere il volo… se la pioggia è abbastanza fitta…”

Faith respirò forte, tornando a guardarlo, e con decisione sottrasse le mani a quelle di lui. “Sarebbe il prossimo …” Affermò semplicemente.

Troppo dura. Con troppa paura.

Troppo… Faith…

“Faith…” Si girò di scatto, mentre la voce di Giles la chiamava, e guardò l’uomo muovere la mao nella sua direzione, fermo accanto al taxy giallo…

Lei… lei odiava quel taxy giallo…

Sentì Wesley muoversi, e lo vide infilare in tasca la mano, ma lo bloccò con la sua, facendogli aggrottare la fronte, prima che tirasse fuori le chiavi della macchina.

“No…”Mormorò.” Io vado in taxy… con Giles… e vado… sola… “

Per un attimo, Wes non sembrò capire… e dopo… dopo parve farlo anche troppo bene.

“Ma avevi detto…”Cominciò.

“Che il taxy era per lui… si… lo so… e che volevo stare un altro po’… con te…”

“E… non era … vero…?Sussurrò lui, la voce poco più di un soffio.

Che le fece più male di quel coltello nella carne, due anni prima…

“No, Wes…”Mormorò, scotendo piano il capo.” Mi dispiace… ma servirebbe solo a farmi sentire più… stupida…

Io… odio gli adii… e odio sentirmi… come mi fai sentire tu …”

Stava per parlare, ma si fermò da solo, chiudendo piano le labbra, e fissandola con qualcosa di tanto simile ad una preghiera negli occhi azzurri. E tuttavia, consentendole di andare avanti.

Perché solo Wes avrebbe potuto capire quanto bisogno ne aveva.

“Io… non lo capisco…”Spiegò infatti. “ e non credo che sia giusto…

Non credo che sia giusto entrare l’una nella vita dell’altro… ancora … di più…

Non adesso…

E’ meglio lasciare le cose così… vedere… che succede, e se io… riesco a venirne fuori …

Meglio non… invischiarti ancor più con me…

Io sono melma, ricordi? E sei stato tu a dirlo per primo… un gran pezzo di…”

“Faith…”

“Shhh… avevi... ragione… e ne avresti anche ora… se me lo ripetessi…

Io… cazzo, Wes, non rendermelo così difficile!”

Scosse la testa, passandosi le mani nei capelli. Senza riuscire a trovare le parole per fargli capire… senza dirgli che lo amava…

Perché sarebbe stata veramente la più grande bastardata che mai avrebbe potuto fargli…

Dirgli che lo amava… incatenarlo a una ragazza che con ogni probabilità tra una settimana sarebbe di nuovo scappata e sarebbe stata accoppata per strada…

Trascinarlo a fondo con lei… se non fosse riuscita…

E soprattutto… farlo sentire… in obbligo… quando… ne era quasi sicura… il giorno dopo o tra due giorni Wes si sarebbe voltato, e avrebbe capito che quel qualcosa che Faith sentiva così forte, e così dolce insieme, e che li legava come una persona sola… per lui era stato solamente… la follia di un momento strano… sopeso nel tempo… quando tutto sembrava perduto e due anime così stanche e disperate si erano trovate a intrecciare il loro cammino…

Lei… non lo avrebbe costretto a sentisi male… perché doveva dirle… che non ricambiava quello che provava…

E non avrebbe costretto se stessa… a sentirsi ancora di più… quella bambina stupida che sua madre avrebbe odiato tanto…

No… non gli avrebbe detto che lo amava… ma per riuscirci… lui doveva restare lì… e non ci doveva essere un aereo alle sue spalle…e la consapevolezza che una volta varcata una soglia, sarebbe volata lontana da lui…

Per farlo… doveva illudersi che ci fossero ancora un ‘ora, o un minuto… doveva illudersi di potersi girare, e correre indietro…

“Io…”Cominciò lui, sollevando il volto, su cui la barba appena accennata disegnava una gradevole ombra scura.” Preferisco… non venire all’aereoporto… hai… fatto bene… a chiamare il taxy…”

Faith si portò le dita alle labbra, deglutendo all’impazzata, nel tentativo di fermare le lacrime. “ Sono stanco e… domani sarà… una gionata faticosa e…”

“Perché?!” Esclamò lei, incapace di impedirselo… o forse… lo fece solo per non abbracciarlo.” Che cosa devi fare domani?!”

Wes la guardò… e anche lui parve combattere contro qualcosa.

“Non lo so… “ Confessò alla fine. “Qualcosa… ci sarà sempre…”

Lei annuì, voltandosi dopo un istante. La mano che ancora era premuta contro le sue labbra, e gli occhi di tutti addosso.

Senza che le importasse…

Senza che le interessasse un fico secco se Buffy, o Giles, o Angel la consideravano una stupida, patetica idiota, quando si voltò di scatto, per tornare da lui. Le mani strette a pugno perché non tremassero.

Fermando il passo che Wes vece verso di lei con la decisione della propria voce.

“Io tornerò…”Promise. E lo prometteva anche a se stessa. “ Te lo prometto.

Farò… ingoiare a quei palloni gonfiati tutte le loro prove e i loro corsi di buone maniere e tornerò… come la migliore cacciatrice di cui tu abbia mai letto sui tuoi enormi libri o le tue stupide profezie!

Sei tu il mio Osservatore, Wes… “Terminò, e gli occhi di lui non erano mai stati così luminosi, ne il suo volto così sorpreso. “ io voglio te… e nessun altro… “Sorrise, prima di volvarsi e fuggire via.” Io voglio il migliore!!”

Si chiuse la portiera alle spalle, accucciandosi contro di essa.

Ripromettendosi di non voltarsi a guardare.

Eppure, quando l’auto cominciò a muoversi, non riuscì ad impedirsi di farlo.

E si ritrovò a girarsi come una furia, e a poggiare le mani al finestrino, come una bambina, anchilosandosi le labbra, per fingere un sorriso.

Mentre, davanti a lei… e già così distante da spezzare il cuore… Wesley non riusciva a fare nemmeno quello.

E la guardava andare via, immobile. Il volto serio e scuro…

E non sapeva, quanta parte di se Faith si lasviasse alle spalle.



Lentamente, il taxy giallo li portò via.

Mentre Buffy rimaneva a guardarlo. E a domandarsi quando avesse cominciato la sua vita ad essere così terribilmente sbagliata.

E perché.

Perché quella macchina si portava via di nuovo il suo Osservatore? Il suo amico?

Perché ancora una volta aveva scelto di lasciarla?

E perché era Faith ad essere con lui, e non Buffy?

Era… così ingiusto… così terribilmente ingiusto.

Le aveva detto di non essere più certo… che quella fosse la cosa migliore per lei… non dopo il modo in cui era andata l’ultima volta.

Eppure… non era voluto restare.

Per lei. Per Faith. Perché Giles era la sua unica speranza.

E così… Faith aveva ancora una speranza… e Buffy era di nuovo sola, ad affrontare tutto ciò che era successo. Tutto ciò che aveva saputo.

E quel sentimento assurdo che non voleva, ma che non riusciva a smettere di provare.

Per lui… per Spike…

E non c’era nessuno ad indicarle la cosa giusta da fare.

Mentre Faith… lei sarebbe stata guidata,e accudita, e consolata le mille e mille volte in cui avrebbe sbagliato.

Mentre Faith, come sempre, aveva tutto. E, come sempre, voleva anche ciò che era di Buffy.

Li vide rientrare nell’albergo. Uno per uno.

Mentre rimaneva ancora fuori, con l’aria fredda della sera sulla pelle.

A fissare il ricordo di un taxy giallo.

Come Wesley… quello stesso Welsey che un tempo aveva voluto consegnare Faith al Concilio, e che lei aveva torturato.

E che, eppure, adesso… la amava…

“Ma come fa…”Mormorò piano. Le parole amare sulle labbra. Come sale. “ Come fa a conquistare sempre tutti… come fa … a farsi amare tanto?!”

Non parlava alla notte, Buffy, e una parte di lei desiderava che Wesley la sentisse.

Ma Wesley , immobile a fissare un fantasma, non la udì. E al suo posto, fu la notte a risponderle.

“L’amore non si fabbrica, Buffy…”Sussurrò, piano, la notte, e lo fece con la voca di Angel.” L’amore si dona… o si ispira… e non si può fare niente… per impedirlo…”

Si voltò. E lo vide al suo fianco, gi occhi fissi sul suo immobile amico.

E le parve assurdo… sempre più assurdo…

Essere lì, con lui… e non provare più quel marasma di emozioni che le aveva scosso il petto… e ritrovarsi arrabbiata… perché era così… e perché per lui… sembrava una cosa normale…

“Sei esperto d’amore, Angel,”Domandò piccata.” o solo di Faith? Perché, se quello che ha detto il tuo amico è vero, quel che c’era tra noi era … falso…”

“No…”Angel scosse il capo.” Se era falso quello… allora era falzo vivere… ed era falso… tutto…

Io…”Distolse gli occhi. Puntandolesi davanti a se.” Ho passato troppo tempo a… farmi domande su quel che provavo… su quanto fosse giusto o… normale…

Allora… a Sunnydale… e poi adesso… dopo aver saputo…

Ore intere pessate a interrogarmi… quando non potrò mai avere una risposta…

Pensavo potesse darmela Doyle… e ho sprecato il poco tempo insieme.

Pensavo che fosse ciò che Spike voleva da me… e ora lui se ne va…

Mi facevo milioni di domande e non mi accorgevo che …”Sospirò, e Buffy seppe che non avrebbe finito quella frase.

“io non voglio più sprecare niente, Buffy…”Disse infatti.” Nemmeno una singola ora.

E non voglio avvelenare ciò che ho adesso con altre domande.

Ho ritrovato mio figlio… e non voglio sciupare questa gioia continuando a tormentarmi mperchè ho amato la donna che è nel suo cuore.., ne chiedendomi cosa sarebbe accaduto se fossi rimasto a Sunnydale… o quanto avremmo potuto sconvolgere l’ordine delle cose…

E’ accaduto. E il passato mi tormenta già abbastanza…”

“E’ questo…”Rispose lei lentamente.” Che sono per te, adesso? La ragazza che Spike ama?

Questo sono diventata?! Una sua… appendice?!”

Lui non risponde, e improvvisamente Buffy desiderò colpirlo… e colpirlo… fino ad ucciderlo…

Perché Angel poteva avere duecento e rotti anni… ma non aveva mai imparato a mentire.

Strinse le labbra, movendosi verso l’albergo, e quando lui l’afferrò per il braccio reagì immediatemnte, divincolandosi e avanzando di un passo.

E anche se niente nell’atteggiamento di Angel avrebbe potuto suggerire una minaccia… anche se lei sapeva di essere la Cacciatrice… di essere… la più forte… dovette stringere forte le dita a pugno, per impedire a un brivido di attraversarle la schiena.

Perché ci fu qualcosa nei suoi occhi… una… determinazione nuova o, magari, una… forza… che non gli conosceva… e che la spaventò. La spaventò davvero.

E nemmeno quando aveva perso l’anima gli occhi di Angel avevano avuto questo potere.

“Non fargli del male, Buffy…”Mormorò piano. Poco più che un sussurro, che forse non avrebbe nemmeno dovuto udire… ma che non avrebbe potuto non sentire… nemmeno se lo avesse voluto.

“Tu hai il potere di rendere molto felici le persone… o di scaraventarle in una disperazione senza fine…

Non farlo con lui…”

“Tu non hai nessun diritto…” Cominciò.

“Sarebbe meglio che lo lasciassi”L’interruppe.”, piuttosto, ma tu non lo farai.

Io ti conosco più di quanto ti conosca lui e più di quanto ti conosca tu stessa…

Tu lo ami… come non amavi Riley Finn… e in un modo in cui non hai mai amato me …

Lo hai nel sangue…

Dipende da te fare felici entrambi… o bruciare ogni cosa…”

“Come ho bruciato quel che c’era fra di noi?!” Lo sfidò, ansando. E fu sorpresa, quando lui scosse piano la testa. E si chiese disperatamente, quando avesse smesso di capirlo.

“Spike è più forte di me, Buffy… lui non si farà annientare… non si chiuderà in una stanza buia… a tormentarsi…

Si è già in parte adattato a tuto ciò che ha scoperto… e troverà il modo di reagire…

Forse…è questo il suo potere speciale…

Ma può soffrire…

Il suo cuore si può spezzare… e la sua anima smarrire…

E io non voglio…”

“Non vuoi ora… perché sai che è tuo figlio… me ieri, e una settimana fa… non ti importava niente di lui… se viveva, se moriva… quanto soffriva…

Credi davvero di essere tanto meglio di me se ti preoccupi per lui solo ora, che sai che ha il tuo sangue?!?!

Al posto tuo non sarei così ipocrita da chiederlo!”

“Sono un ipocrita… si…”Rispose piano lui. Fisandola con quegli occhi che la stavano ferendo, come nessun ‘arma avrebbe mai potuto fare… perché niente di ciò che lei diceva o faceva si rispecchiava più in quegli occhi. Come… se all’improvviso fra loro si fosse alzato un muro… che niente e nessuo sarebbe mai riuscito ad abbattere.” E un bugiardo… e un ladro… e un assassimo… cento volte assassino! Non lo nego e non voglio negarlo!

E sono probabilmente molto peggio di questo… perché non sono stato in grado di capire da solo che lui era mio figlio…

Perché lo amo oggi, e non lo amavo ieri. E perché lo amo per il sangue che ci unisce. E perché non posso giurarti che se lo avessi frequentato senza sapere chi era… come… prima… lo avrei amato nello stesso modo…

Ma sono suo padre, Buffy.

E non voglio che soffra. “Ansò, mentre continuava, piegato leggermente su di lei. E solo allora Buffy si accorse che Wesley li guardava. Ma per quanto lo desiderasse non riuscì a imporsi di agire, e fermare Angel… non riuscì a far altro che continuare a guardarlo, stordita e sconvolta dalle sue parole.” farò qualunque cosa in mio potere per impedirlo.

E non cambierò idea nemmeno se entrerai in casa e gli riferirai ogni cosa, facendo in modo che mi odi ancor più di quanto forse non mi odia già.

E non lo farò se mi strapperai dal corpo ogni brandello di pelle!

Io ti ho amata, Buffy…

Ti ho amata disperatamente… ti ho amata più della vita e della mia umanità… ti ho amata…” Abbassò gli occhi, ma solo per un singolo, velocissimo attimo.” Forse come non amerò mai nessun altro essere al mondo…

Sarei morto e morirei per te… ogni giorno, e ogni ora della mia vita…

E niente al mondo potrà mai cambiare questo…

Ma brucia mio figlio, Buffy… e saprai cosa vuol dire bruciare!”

Forse Wesley… o Faith, o qualcuno dei suoi amici avrebbe detto che Angel era molto più sconvolto di lei per ciò che le aveva detto…

Forse… avrebbe affermato che lo mostravano il suo volto, e i suoi occhi, e il modo in cui si allontanò, sparendo nell’albergo…

E forse Buffy non gli avrebbe creduto… fose si sarebbe scagliata su ognuno di loro, attaccandolo…

Ma in quel momento… Wesley la guardava in silenzio… e nessun altro conosceva le parole di Angel…

Nessun altro prendeva le difese del vampiro con l’anima… contro una ragazza confusa e infreddolita…

A cui avevano appena gettato addosso la fine di un sogno a cui una parte di lei non aveva mai rinunciato…

Si portò una mano al volto, coprendosi piano gli occhi.

E desiderando disperatamente che Faith non si fosse portato via anche Giles…

Desiderando non essere così sola, per una volta…

E mentre lo pensava, così improvvisa da farla trasalire, le giunse all’orecchio la voce di Spike.

“Tutto bene, amore?!” Mormorò, la mano poggiata allo stipite della porta.

Buffy sollevò il volto, guardandolo, e per un attimo desiderò dirgli tutto… riferirgli ogni parola… ferirlo… colpire Angel come lui aveva colpito lei…

E l’unico motivo per cui non lo fece… furono degli occhi azzurri, penetranti come strani fari nel buio.

Quelli di Spike, che la fissavano con un misto di preoccupazione e amore… e quelli di Wesley, che le bucavano la schiena… trasmettendole la consapevolezza che qualunque cosa avesse detta, lui l’avrebbe saputa…

“Si…”Mormorò piano, avanzando verso di lui.” Mi spiace solo che Giles se ne sia andato…”

Vide Spike allungare una mano per sfiorarla, e un moto infinito di avvilimento le prese il cuore, quando la lasciò andare…

E si chise, per la prima volta… se fosse stata veramente lei … a creare tutto questo…

“Ah…”Le sorrise, seguendola nella hall.” Non resisterà un altro mese lontano da Sunnydale… l’Inghilterra è di gran lunga troppo noiosa per un finto- calmo come lui!!

E se proprio non torna… posso sempre dirgli che ti sto trattando male… mi ha ripetuto un ‘infinità di volte che se ti faccio del male mi ridurrà il più brutto mucchietto di cenere di tutta la costa!”

Le sorrise, ma Buffy non rispose, incrociando, davanti a lei, gli occhi di Angel.

Voleva andarsene da qual posto.

Il più presto possibile.

Solo dopo lunghi minuti, in cui tutti cominciarono a prepararsi per la partenza, si rese conto che Wesley non era ancora tornato.



Spike non poteva esserne certo, ma aveva l’impressione che tra Buffy e Angel fose successo qualcosa. E qualcosa di non piacevole.

Lo gridavano gli occhi di lui, all’improvviso velati, scuri, e che eppure non sfuggivano ai suoi, come avrebbero fatto se si fosse vergognato di qualcosa.

E tutto l’atteggiamento di lei, ogni suo movimento… per ringhiargli, quasi, che era arrabbiata. Molto arrabbiata.

Anche se cercava di trattenersi.

E se Buffy cercava di trattenersi… doveva essere qualcosa di importante…

Li conosceva. E li capiva entrambi.

E aveva passato lunghi minuti, lottando con se stesso, per decidere se affrontarli o meno, chiedendo loro spiegazioni. Chiedendo loro se avessero discusso per causa sua.

Ma avea paura… che lo avessero fatto… e aveva paura di ciò che avrebbe fatto lui e s lo avesse scoperto…

Aveva chiesto ad Angel di non ingerirsi nella sua vita… ma sepave che lui, al posto lui, lo avrebbe fatto. E forse per questo provava così tanta rabbia.

Perché si rendeva conto che se lo capiva così bene… era perché gli somigliava tanto…

E forse era per questo che, alla fine, non aveva chiesto. E che aveva deciso di ingoiarsi il suo dubbio.

Dopotutto… sarebbe partito così presto…

Deglutì, chiedendosi come avessero fatto a riunire così in fretta la loro roba… ma c’era così poco da riunire…

“Pare che Buffy abbia una gran fretta di andarsene…”Mormorò piano una voce.

E Spike rispose, voltandosi per incrociare gli occhi azzurri, incredibili, di Kate.

“E a te”La schernì.” La cosa da molto fastidio, vero?!”

Lei sorrise, le mano infilate nelle tasche posteriori dei jeans puliti che le erano stati portati da casa e la camicia, enorme , di Angel, che le scendeva leggermente su una spalla, scoprendola. E strappando un sorriso anche a Spike.

Quella donna aveva una carica di sensualità da far paura… e riusciva a sembrare un gattino sperduto per le strade di una grande, brutta città…

Probabilmente non aveva nemmeno idea di quanto fosse bella.

“Mi dispiace che vada via tu…”Gli rispose, sinceramente.” Perché Angel ci soffrirà…”

“Angel soffre sempre…” Scosse le spalle, fingendo indifferenza.

“Mm… allora… dovrei pensare che te ne vai così in fretta… solo perché lui non sia troppo felice?!”

“Certo! Lo faccio per te!”

“Un vampiro filantropo!”

“Un vampiro sessuoname! Con una parte di cuore che sanguina per il virgulto lontano non correrà il rischio di perdere l’anima nemmeno se voi…”

“Spike…”Lo ammonì, trattenendo un sorriso.

“Se lui…”

“Spike!”

“Se tu…”

“Smettila!”

“puzzerai come il più grande…”

“Spiantala!” Esclamò, scoppiando a ridere e premendogli entrambe le mani sulla bocca.

Spike indietreggiò, prendendola per la vita e ridendo insieme a lei, e solo dopo un attimo si accorse dello sguardo corrucciato di Buffy.

“Odia me…”Commentò Kate.” Ed è gelosa di te…

MI sembra… perfetto…”

“Mm… purchè non mi costi un bel pugno sul naso…”

“Bè… tu impediscile di dartelo! Sei un vampiro, hai dei bei riflessi.

Usali.”

Spike schiuse le labbra per risponderle, ma si fermò dopo un attimo, aggrottando invece la fronte e guardandola.

“Kate…”Mormorò.” Tu sei una donna bellissima, io un uomo… perché invece di provare a portarti a letto ti sto trattando come il mio vecchio amico Bryan?!”

Stavolta fu lei ad aggrottare la fronte.

“Bè… finirti fra le braccia grondante sangue, partecipare a una rissa e svenirti addosso seminuda crea una certa intimità… e poi… io … e te… a letto…?”

Si guardarono per un attimo. Un piccolo, singolo attimo, prima di scoppiare entrambi in un riso irrefrenabile.

Che fece sembrare lei una bambina e sentire lui leggero… e libero…

Così… umano.

Eppure, Spike non era umano, e se ricordò quando gli giunse violento alle narici l’odore del sangue, e smettendo di ridere vide il liquido rosso colare dalle mani che Kate teneva contro la bocca.

“Kate… “La chiamò, posandole una mano sulla spalla, mentre lei scoteva piano il capo, allontanando le mani dal viso.

“Non è niente…”Mormorò, abbozzando un sorriso.” Non preoccuparti…”

“Mm… ci mancherebbe anche che mi preoccupi per te!” Mugugnò.” Se non ti conosco neanche! Mi hai preso per il Buon Samaritano?!?!”

Kate tossì ancora, e stavolta l’afferrò più saldamente, tenendola fino a che Wesley non le fu accanto.

“Che succede?!” Domandò, preoccupato.

“niente…”Di nuovo, Kate scosse la mano, imbarazzata.” È passata… ce l’avevo… in gola…”

Si allontanò, scomparendo nel bagno, e un attimo dopo Spike sentì scorrere l’acqua.

“Dovrebbe stare a riposo… “ Mormorò cupamente Wesley. “Era troppo vicina a Sanjhain… ha ricevuto l’onda in pieno… potrebbe anche essere stata più danneggiata delle altre… “

Spike strinse leggermente le labbra, annuendo.

Erano tutti accorsi lì vicino… Wesley, Tara, persino Buffy… e forse fu per questo… per istinto o perché era un malfidato di natura… o solo… perché così doveva essere… che Spike cercò con gli occhi l’unico che invece non c’era… e lo trovò appoggiato alla parete di fronte a lui, accanto all’ascensore, con gli occhi rossi fissi alle sue spalle… verso il bagno…

Verso Kate…

E Spike stava per avanzare, e chiedere senza mezze misure a Lorne il perché di quel volto serio, quando sentì i passi di Angel sulle scale, e, sollevato il volto, lo vide scendere, un ‘espressione preoccupata che le bruciature ancora visibili non riuscivano a mascherare.

“Kate…” Chiamò, cercandola. E, quando la ragazza uscì dal bagno alle sue spalle, a Spike parve quasi che lui riuscisse a camminare meglio, come se un peso enorme gli fosse stato tolto dalle spalle.

“Stai bene?!” Esclamò, raggiungendola.” Ho sentito l’odore del tuo sangue…”

“Dal secondo piano!” Scoppiò Cordelia, fissando dall’uno all’altra con un ‘espressione incredula sul volto.” Hai un naso da far paura!! Non ti funzionerà anche per il petrolio, magari?!?!”

Spike sorrise, allungando leggermente la mano e sfiorando con un dito il segno sul collo di Kate, che lo lasciò fare.

“E’ questo, bellezza…” Commentò.” Potrebbe essere all’equatore e tagliarsi un dito con della carta… e lo sentirebbe lo stesso… questo… e un altro paio di altre cosette…”

“ohhh…”Cordelia sgranò gli occhi.” È… imbarazzante!!!” Esclamò, allentandosi, seguita un attimo dopo da Wesley.

Lasciando Angel ad aggrottare la fronte, lontano anni luce dal capire.

“Lascia perdere…” Sbottò Spike, sorridendo dell’imbarazzo che si era dipinto anche sul volto di Kate.” Ti farà un disegnino…”

“Spike, piantala!” Esclamò lei, piantandogli letteralmente sullo stomaco un asciugamano azzurro.” Tieni, pulisciti le mani, e magari anche la bocca!!”

Di nuovo, Spike sogghignò, e stavolta furono le parole di Buffy ad attrarre la sua attenzione.

“Le tue mani…”Sussurrò. “ grondano… del suo sangue… Drusilla… lo aveva previsto…”

Spike abassò gli occhi, deglutendo piano alla vista delle macchie sulla sua pelle chiara.

Certo… e loro avevano subito pensato…

E del resto… cos’ altro si aspettava…

Strofinò forte la spugna, sapendo bene che il sangue non sarebbe venuto via, e poi la ripassò a Kate, apparentemente incurante delle parole di Buffy.

“Mi raccomando, dolcezza…” Ghignò.” Non me lo rendere troppo felice!!”

Si allontanò, e la sentì mormorare piano… così piano che solamente lui ed Angel avrebbero potuto udirla:” E tu prenditi cura di te stesso…”

“Si, mamma…” Rispose a fior di labbra.

Più tardi… più vecchio di non molti minuti, la fissò parlare con Angel, che le teneva piano un polso fra le dita, chiedendosi ancora una volta che cosa mai potessero avere in comune uno stupido vampiro ossigenato ed un ‘ex poliziotta…

“Che cosa hai visto?!” Chiese, tirando fuori le sigarette ed il suo zippo. E il fumo era acre, amaro nella sua bocca e nel naso, che ancora sembrava bruciare per l’odore del sangue di Kate.

Accanto a lui, ancora appoggiato alla stessa, identica parete, Lorne battè piano le palpebre, senza muovere per il resto neanche un muscolo.

“Dove?!” Domandò, troppo serio per la sua domanda.

“Dove stai guardando anche adsso, finocchio(?)!!”

Fnalmente, Lorne di stolse gli occhi, fissandoli su di lui.

“Spero…”Cominciò piccato.” Che il riferimento fosse al colore della pelle!”

“Che cosa hai visto nel futuro di Kate?!”

“mm…”Storse le labbra.” Dovrebbe cantare perché possa vedere qualcosa di chiaro… così…

cosa vuoi che possa leggere…”

“Okay, diciamo a Angel che gli fissavi la ragazza per interesse personale!”

“… e del resto… a volte… ci sono immagini così forti che anche volendo… “

“Cirano, cosa?!” Esclamò, lottando per tener basso il tono.

Finalmente, lorne sospirò, abbassando per un attimo gli occhi.

E quando li rialzò Spike ebbe la netta sensazione che non gli sarebbe piaciuto affatto ciò che avrebbe udito.

“Dolore…”Mormorò infatti.” Molto… “

“E ti pareva… “Ringhiò.

“Un dolore lancinante… viscerale… come… il dolore di un parto…”

“Ancora?!” Urlò quasi lui, voltandosi a bocca spalancata. “ Vuoi dire che …”

“Non ci penso neanche…”

“Ma potrebbe…”

“Non lo so!”

“Lui o lei…”

“Mi hai preso per un ostetrico?!?!”

“Ma se hai appena…”

“Io ho visto il dolore, nessuna creaturina polemica!”

“Senti…”

“Magari si romperà una gamba!”

“Non è questo che credi!”

“Vorresti un fratellino o una sorellina?!”

Spike si girò, lottando disperamene con la sua mascella, spalancata e con ogni probabilità fratturata per sempre.

Mentre gli occhi, per l’ennesima volta, tornavano sulla coppia davanti a lui.

“Ma diamine…”Soffiò. “ ha duecentocinquant’anni… spiegategli cos’è il sesso sicuro!”



Forse per caso, o forse per intuito, ma fin da quando tutto aveva avuto inizio, Kate aveva saputo… che i saluti sarebbero stati rapidi… e dolorosi…

Che all’improvviso la porta dell’Hyperion si sarebbe aperta, e tutti sarebbero usciti… come erano entrati…

Lasciando in quell’albergo molto più di quel che all’inizio non ci fosse, e portando via molto più di quanto si potesse credere…

Si guardò intorno, nella grande hall, e fu solo un momento. Prima di seguire gli altri all’esterno, in quella notte senza demoni… perché i demoni della città, quella sera, erano ancora a leccarsi le ferite…

Solo un momento, per stupirsi di come tutto sembrasse esattamente lo stesso di quando aveva varcato quella stassa porta, due gironi prima, col cuore pieno di pena… e tutto il dsangue nelle sue vene…

E di come, invece tutto fosse diverso… così… incredibilmente… diverso…

C’era un ‘auto… una vecchia Ford all’esterno… e le capitò di pensare che doveva essere gradevole da guidare, in una sera senza nuvole, mentre il vento le portava alle narici un odore di pioggia appena accennato, come quello che la carezzava quella notte.

O chiudere gli occhi, mentre qualcun ‘altro guidava… come accedava quando era bambina… e si addormentava sulle gambe di sua madre…

E le accadde di chiedersi… se Spike fosse consapevole che si appoggiava alla carrozzeria nello stesso, identico modo in cui lo faceva Angel… o che aveva reagito come lui… esattamente come lui… là sotto… quella notte… con un grido che era stato come un ‘eco più profondo di quello di lui…

Le capitò di chidersi se si rendeva conto di quanto gli somigliasse in così tanti gesti… almeno quant’ era differente da lui per l’aspetto…

E le sarebbe piaciuto domandargli se incrociava le braccia per difendersi quando era nervoso, o si appoggiava alla poltrona con il capo leggermente inclinato all’indietro…

E le sarebbe piaciuto chiedergli di non andare via…

Di non lasciarlo, ancora per un po’…

Almeno fino a che non fosse guarito…

Di vegliare su di lui… come aveva fatto, credendo che lei non lo vedesse, mentre giacevano entrambi nello stesso letto…

Perché in quel momento l’espressione di Angel era così affranta, e c’erano lacrime così trasparenti nei suoi occhi, che sembrava lui il più debole… il bambino da stringere, e proteggere…

Avrebbe voluto… o forse dovuto dire così tante cose… ma Angel le aveva detto… e quella partenza era così veloce…

Come lei aveva saputo fin da principio…

Per intuito… o per caso, forse…

Sfuggente… come acqua fra le dita…

Come gli occhi di Buffy, che non vollero incontrare quelli di Angel…

E leggera, come il sorriso dolce di Tara… che le stringeva le mani e le diceva che era stata felice di conoscerla… anche se in tutto non l’aveva vista che poche ore…

“E io sono contenta…”Le rispose sorridendo.” Che con la tua amica si sia chiarito tutto…”

Tara sorise a sua volta, radiosa.

“C… ci sono ancora dei problemi…”Mormorò.” Ma abbiamo parlato tanto… e quando sarò tornata parleremo ancora…

Capisci così tante cose… quando rischi di perdere tutto…”

Silenziosamente, Kate annuì.

E silenziosamente fissò Spike.

E si chiese cosa avrebbe fatto… e detto…

E cosa Angel avrebbe risposto…

Fino a che non seppe… che Spike non avrebbe detto… ne fatto niente…

E un attimo dopo lo vide muoversi, con le labbra strette in una linea sottile… e montare in macchina…

Mentre Cordelia, sconvolta, mugugnava qualcosa…

E lei si voltava a guardare Angel.

Il suo volto, che all’apparenza non era mutato di una virgola… e che le spezzava il cuore.

Partì.

E anche quello fu veloce.

Troppo… troppo veloce…

Appena il tempo di accendere un motore…

Senza voltarsi indietro un attimo.

Senza fermarsi sul ciglio di una strada, il tempo per un rapido abbraccio… come sarebbe accaduto in un film…

Lasciando Angel a guardarlo in silenzio… con quella stessa, identica espressione sul volto.

E nemmeo la forza di versare una lacrima.

Dolcemente, Kate lo prese per un braccio, appoggiandogli il capo alla testa mentre lo conduceva nuovamente all’albergo.

Desiderando solo poter tornare nella loro stanza.

E sentirlo addormentare fra le braccia.

Col dolore fori dalla porta del suo cuore.

Mentre sapeva che il dolore non sarebbe mai stato fuori da quella porta… fino a che Spike non avesse ripercorso all’indietro la strada che lo aveva rapito.

Se n’era andato senza una parola… senza un arrivederci… e Kate sperava solo… che Angel avesse fatto in tempo a guardare i suoi occhi, e a capire… da quelli…

Cercò i suoi occhi, e lui cercò persino di sorriderle.

E Kate si innamorò di nuovo.

“Angel…”Li accolse Wes, abbassando il telefono, con lo sguardo che gli brillava di gioia. “Cordelia, era Fred…

Gunn è uscito dal coma… pare… “Sorrise.” Non c’è più pericolo…”

“Ah, “Urlò Cordelia, voltandosi per abbracciare Angel.” È meraviglioso! E’… è splendido!!”

Kate lo vide rispondere al suo abbraccio, e non fu gelosa, nonostante quel che lui stesso le aveva raccontato.

In quel momento, avrebbe potuto assistere a un abbraccio dato due anni prima… all’abbraccio di un fratello e una sorella… e non avrebbe mai potuto essere gelosa… di quello…

“Dio…”Mormorò Angel.” Si… dobbiamo… dobbiamo andare all’ospedale…”

“Si!” Rispose Cordelia, saltando letteralmente via dalle sue braccia.” Dobbiamo… “noi”… dobbiamo andare all’ospedale!! Tu non ti muovi di qui!!”

“Cordleia…”

Angel sorrise, allargando leggermente le braccia. Ma la ragazza non aveva intenzione di fargli aggiungere nemmeno una parola.

“Cordelia niente! “ Lo stoppò. “ Non sei in condizione di andartene in giro! Non ti reggi nemmeno in piedi, dovremmo star li tutto il tempo a sorreggerti, col rischio di gravi danni fisici!! No, non se ne parla nemmeno! E resta qui anche lei!” Continuò indicando Kate.” Non voglio gente svenevole e donne che sputano sangue sul pavimento! “

“Cordelia…”Riprovò lui.

“Niente! Voi restate a casa, vi riposate, guarite e non rompete le scatole con la vostra mania di protagonismo!! Ci manca anche che tu ti dia fuoco nella corsia dell’ospedale per salvare un portantino dall’artrosi!”

“Kate!”

“Ha ragione…”Commentò lei, incrociando le braccia sul petto.

Angel la guardò con uno sguardo afflitto negli occhi dolcissimi, così avvilito che le venne voglia di abbracciarlo.

“Ma io devo… delle scuse…”Tentò debolmente.” A Gunn…”

“Bene! Come a tutto il resto dell’universo!! Avanti…” Sbottò Cordelia, afferrando dal divano la giacca di Wesley e tirandola all’uomo.” Tu, viceversa vieni con me, esci!! Un altro po’ e ti crescerà la barba per la depressione! Forza! March!”

“Cordelia…”

“Silenzio!”

“Cordelia, il capo sarei io!”

“Okay, sei il capo!” Cordelia sollevò le sopracciglia.” Ma questo non vuol mica dire che comandi tu!”

Si avviò alla porta, mentre Wes la fissava a bocca a aperta, e Lorne si affettava a seguirla, mormorando con un sorriso: “Non so se mi voglia, ma non potrei neanche reggervi il moccolo, con le braccia così…”

“Wesley!!!!!!!!”Chiamò di nuovo la ragazza, tenendo aperta la porta.

Col risultato di far ergere Wes in tutta la sua altezza, e sfoderare un’espressione offesa.

“Cordelia!” Esclamò, camminando verso di lei.” Ti ricordo che sono un uomo adulto, perfettamente in grado di sapere cosìè meglio per lui… “

“Cordelia…”Si aggiunse Angel.” Vorrei che dicessi a Gunn…”

“ Non che non voglia andare in ospedale…” Continuava intanto l’altro.” Ma è il tuo tono che non mi pare opportuno…”

Kate sorrise, scotendo piano la testa, e lentamente raggiunse la porta finestra, che per tutto il tempo era rimasta aperta.

Chiuse gli occhi, mentre usciva nel guardino, lasciando che le i mille odori della notte le carezzassero i sensi.

E perdendosi in quello potente, meraviglioso, della pioggia che arrivava…

Presto…

E poteva sentirlo dentro, più di quanto non fosse mai accaduto pirma…

Ora…

Guardò in alto, mentre la prima goccia le bagnava il volto.

E lei sorrise ancora, e ancora, il cuore che le batteva forte in petto, assordandola…

E la voglia assurda, irrazionale, di mettersi a urlare.

Era finita…

Forse… non per sempre…

Certamente… non per sempre…

Ci sarebbero stati presto nuovi nemici… e nuovi pericoli… e nuovo dolore…

Ma per stavolta… almeno… era finita…

E ne era così certa da averne paura…

Anche se per la prima volta, da cos’ tanto tempo, trovava in se stessa la forza di scacciarla quella paura…

Mentre la pioggia le cadeva sul volto.

Pulendole l’anima da tutto il tormento e il dolore degli ultimi giorni…

Da tutte le domande…

E l’incertezza…

Come… come un anno prima aveva fatto l’acqua pura che sprizzava da una doccia…

Sentì i rivoli freddi che le colavano lungo il corpo, e la stoffa della camicia appiccicarlesi addosso… e si sentì leggera… e in pace … con la pioggi che l’accecava e le schizzava nel naso, e fra le labbra semiaperte.

E si sentì felice… come non le era mai accaduto… quando avvertì le mani di Angel cingerle la vita, e incontrò i suoi occhi… scuri… intensi… che le fecero credere di poter volare…

Lo baciò, mentre la pioggia li inzuppava entrambi. E mentre a entrambi non importava…

Mentre entrambi si beavano di quell’acqua sulla pelle e nell’anima…

Vicini… più vicini di quando fossero stati quando avevano fatto l’amore…

Kate gli sfiorò il volto, toccando la pelle martoriata dalle bruciature, e sollevando la testa per baciargli la fronte, e la guancia piagate.

“Ti amo…”Sussurrò Angel. Guardandola. Stringendola più forte fra le braccia. E voltando il capo per baciarla lui questa volta. Con una passione che era più forte della pioggia, e del battito forsennato del cuore di Kate.

Quasi la sollevò da terra, come se avesse all’improviso recuperato tutte le sue forze. Continuando a baciarla. Mentre la pioggia continuava a cadere.

E qualunque pensiero razionale scompariva dalla mente di Kate, sostituito da quella luce e quel calore che la illuminavano dentro… fino ad accecarla…

Per ritornare solo quando interruppero il bacio… e non avrebbe saputo dire chi dei due fosse stato per prmo…

“Lo sai…”Mormorò sulla sua bocca, mentre lui, fradicio e leggermente ansante, le teneva la fronte premuta sulla sua . “ che giorno è oggi?!”

Pensava… non si era illusa nemmeno per un momento che lui se ne ricordasse…

E invece lo vide sorridere… come un ragazzo che avesse appena preso in fallo una compagna più grande e saggia. E adorò quel sorriso… come lo aveva adorato tette le rare volte che lui le aveva permesso di scorgerlo.

“se potessi tornare indietro…” Le mormorò lui dolcemente, carezaandole con la bocca la pelle dell’orecchio. “ Ti stenderei sul pavimento di quel bagno…”

“Mm… “Kate voltò la testa, assaggiando le sue labbra.” Se potessi tornare indietro… ti costringerei a farlo…”

Si sorrisero. Come i due bambini che non erano statai.

E un attimo lui la baciò di nuovo, e la strinse a se in un abbraccio che era tutto ciò che Kate voleva dalla vita.

Che era il suo amore e la sua speranza. E parlava di una confidenza nuova, o antichissima… ma che solo ora, entrambi, avevano trovato il coraggio di ammettere…

Lo tenne stretto, baciandogli la nuca.

Accarezzandogli i capelli come a un bambino .

Mentre la pioggia, profumata e frusciante, continuava a cadere su di loro…

“Andrà tutto bene…” Mormorò dolcemente. E a ogni parola lui la stringeva più forte.” Andrà tutto bene…”