Tutto l'amore del mondo

Prologo


Glielo avrebbe detto, questa volta. Ne era certo.

Avrebbe detto a Cordelia che l’amava.

Glielo avrebbe detto quella sera, finalmente.

Sulla soglia di casa.

E avrebbe chiesto alla luna di dargli coraggio.

Di mettere in ombra il suo volto imbarazzato e illuminare quello di lei, che avava tanto temuto di non vedere più sorridere.Non a lui.

Glielo avrebbe detto. E forse le avrebbe parlato delle parole di Fred e della gelosia per Groossalug.

E avrebbe chiesto alla luna che non la facesse ridere di lui.

Avrebbe avuto coraggio quella sera. Il coraggio che gli era sempre mancato.

E la sua vita, quella sera, sarebbe cambiata.

Lo sapeva.

Glielo gridavano l’anima e il cuore.

E continuarono a gridarglielo, mentre sentiva Cordelia ridere.

E continuava a pensare che glielo avrebbe detto… sulla soglia di casa.

Fino a che si arrestò, e il sangue gli gelò nelle vene.

Perché avvertì odore di demone… sulla soglia di casa.

E quando spalancò la porta la trovò aperta.

E quando entrò nell’atrio lo trovò distrutto.

E quando ansò, e il suo cuore esplose in mille pezzi, nessuno raccolse i suoi frammenti.

E nessuno rispose al suo grido silenzioso.

Tranne l’odore pungente dei demoni… e del sangue.

Sentì Cordelia urlare… e fu come se la sua voce non potesse raggiungerlo.

Sentì Fred piangere, disperata, china sul corpo inerte di Gunn, nell’ ascensore semi aperto.

E non si fermò a controllare se il suo amico fosse vivo.

Pazzo.

Folle di paura.

Gridando nella sua anima una preghiera disperata.

Dimentico del mondo e della prudenza, Angel corse.

Calpestando le macerie della sua casa.

Calpestando le macerie della sua stanza.

E il sangue del suo amico… che inondava il pavimento.

Attorno al suo copro spezzato, ferito, gettato in terra come un pupazzo rotto.

Perso dove neanche la sua musica lo poteva raggiungere.

Le braccia allungate davanti a se, con le dita che ancora stringevano una copertina bianca.

E accanto a Lorne, rovesciata, la culla di suo figlio.