Come in un sogno - Parti 12-17-


12. TRE ANNI DOPO…
Buffy era seduta su una lapide da già da dieci minuti, aspettando che il nuovo vampiro risorgesse.

-Senti, maledetto vampiro, potrei restare qui anche tutta la notte! Il problema è che il mio ragazzo mi sta aspettando, e non puoi immaginare che partacce mi fa ogni qual volta faccio tardi…-

Un fruscio alle sue spalle.

La Cacciatrice si fermò, tutti i sensi in attesa delle mosse dello sconosciuto.

Eccolo, si stava avvicinando.

Un attimo prima di girarsi, esclamò, rivolta alla lapide: -Stasera abbiamo compagnia!-

Poi si voltò, tendendo il fedele paletto verso la gola dell’aggressore.

E le uscì una specie di grido soffocato dalla bocca.

-…Spike…?-

Il vampiro la guardava divertito.

Aveva un ghigno sul viso, e sembrava apparentemente innocuo.

-Cacciatrice, Cacciatrice… ma non cambi proprio mai? Non dovresti stressarti in questo modo con i vampiri! Sai, lo stress alimenta le rughe!-

In quel momento una mano emerse dalla terra.

Buffy, ancora molto meravigliata, non vi fece caso.

Il neovampiro la prese per le spalle, facendola volare per qualche metro.

La ragazza cadde nella tomba ormai vuota.

Intanto Spike iniziò a combattere col demone.

In breve tempo, riuscì a farlo cadere nella tomba con Buffy, che immediatamente lo finì col suo paletto.

Il sanguinario le porse una mano e la fece alzare.

Stringendole ancora la mano, le disse: -Allora, tesoro, ti sono mancato?-

La ragazza lo scansò, e cominciò a camminare nella direzione opposta.

Il biondo le andò dietro.

-Bellezza, è maleducazione non rispondere quando si è interrogati… Maledizione, sono passati tre anni dall’ultima volta che sono venuto qui, eppure tu mi tratti allo stesso modo…-

La Cacciatrice si girò, apparentemente calma, cercando di trattenere tutto il suo rancore.

L’aveva abbandonata per tre lunghi, dannatissimi, anni!

Ora cosa pretendeva, che lei lo accogliesse a braccia aperte?

-Appunto, sono passati tre anni… mi auguravo di non vederti più, ad ogni modo… il discorso che ho fatto con quello…- indicò il mucchietto di polvere presso la tomba- vale anche con te! Sono in mostruoso ritardo, e se tarderò ancor di più, saprò con chi prendermela…-

La ragazza si voltò nuovamente e ricominciò a camminare.

Il vampiro la seguiva, standole affianco.

-Stai andando da Angel? Il mio vecchio sire… sono tre anni che non lo vedo… non che siano molti, ma comunque…-

-Spike, non sto andando da Angel!- sbottò lei.

-Ah no?- rispose il sanguinario, poi, scimmiottando la voce della ragazza, disse: -"Il problema è che il mio ragazzo mi sta aspettando, e non puoi immaginare che partacce mi fa ogni qual volta faccio tardi!" Non era così?-

Buffy gli rivolse un’occhiata di fuoco.

Lentamente rispose: -Sì, era così, ma… chi ti ha detto che parlavo di Angel? Io e lui, beh… ci siamo lasciati due anni fa…-

Spike stava quasi per cadere dalla sorpresa.

-Cosa?- esclamò stupito. –Forse non ho sentito bene… cos’è che hai detto?-

Seccata, la ragazza sbottò: -Sei sordo o cosa? Ho detto che io e Angel non stiamo più insieme!-

Il vampiro la guardò, poi scoppiò in una risata.

-Ah ah ah! Complimenti, Cacciatrice… pffff… questa è la tua trovata più riuscita! Pensa, per un momento stavo per crederci…-

Buffy si fermò.

Era paonazza in viso, e aveva uno sguardo omicida negli occhi.

-Ti fa tanto ridere, vero? Peccato che sia la verità!-

Questa volta Spike la fissò negli occhi per accertarsi che fosse realmente così.

E si rese conto che aveva detto la verità.

Buffy e Angel non stavano più insieme!

Chi l’avrebbe mai detto!

E pensare… che quando l’aveva lasciata, tre anni prima, si era sentito così convinto, come mai prima d’allora, che formassero una coppia ideale insieme!

E senza volerlo, una speranza balenò nel suo cuore.

"Ma allora… allora potrei ancora…".

Poi scorse un velo di tristezza negli occhi della ragazza.

Abbassò lo sguardo, e disse: -Mi dispiace… scommetto che è stato lui, vero? Se l’avessi adesso sotto tiro…-

-Beh, la sua è stata un’ottima decisione… disse che, voleva che io avessi un futuro, e con lui, un vampiro con l’anima che appena raggiunge la felicità diventa il più spietato degli assassini, di certo non lo avrei avuto… e anche se all’inizio, lo odiai per questo, ora… sono sicura che abbia fatto la cosa migliore! Per entrambi!-

Spike le passò un braccio intorno alle spalle, per tranquillizzarla.

E di nuovo, quella scarica elettrica che Buffy sentiva ogni volta che la toccava…

Lo allontanò violentemente.

Piena di ira, mormorò: -Stai. Lontano. Da. Me- e si allontanò da lui correndo via.

Fu una settimana stranamente tranquilla.

Qualsiasi cosa facesse, Buffy temeva di poter incontrare Spike.

Il loro ultimo incontro l’aveva lasciata molto perplessa.

Perché Spike era tornato a Sunnydayle, se detestava tanto questa cittadina?

E perché mai i giornali o le televisioni non riportavano ancora le notizie di numerosi cadaveri, trovati con un segno sul collo?

Tutta la faccenda era davvero molto misteriosa!

Ma quello che di più l’aveva meravigliata, era non aver visto Drusilla.

Tre anni prima erano partiti insieme, scappati per chissà dove, per dimenticare tutto ciò che Sunnydayle rappresentava.

Molte volte la Cacciatrice aveva provato ad immaginarseli.

A Las Vegas, dove probabilmente Spike, con la sua fortuna, aveva vinto un mucchio di soldi.

Forse in Europa, a ricordare con ammirazione vecchie stragi.

O forse nell’America del Sud, sì, magari Argentina, Brasile…

Da quella notte di tre anni prima non aveva avuto più notizie di nessuno dei due, cosa che la stupì.

Pensava che insieme si darebbero dati allo sterminio di qualche città, o roba del genere.

Invece… erano stati forse gli anni più tranquilli della sua vita.

E da tutti i punti di vista!

Dopo che Angel aveva riacquistato la sua anima, per un po’ di tempo le cose erano filate come in passato, e Buffy pensava di aver riottenuto quella felicità che se ne era andata con…

Ma si sbagliava.

Anche se non voleva ammetterlo, dentro di sé non riusciva più ad amare veramente Angel.

Provava… solo un grande affetto per lui.

E anche Angel, dopo un anno passato a mentire a sé stesso, dovette riconoscere che sarebbe stato inutile continuare a stare insieme.

Così, inventarono una storia: la Cacciatrice non avrebbe mai potuto stare con un vampiro con l’anima, almeno non QUEL vampiro.

Quindi, subito dopo aver eliminato il Sindaco, nuovo pericoloso nemico della Scooby Gang, Angel si trasferì a Los Angeles.

Buffy e Angel continuavano a tenersi in contatto.

La ragazza gli aveva raccontato dell’evoluzione di Willow come strega, di Tara, e della coppia Xander-Anya.

Il vampiro le raccontava di come avesse incontrato Cordelia, Wesley, Doyle e Gunn a L.A., e di come ormai la sua agenzia investigativa andasse a gonfie vele.

E le aveva accennato anche di Kate.

-Allora, come vanno le cose con Kate?- la ragazza gli domandava ogni volta.

E lui rispondeva frequentemente –Lei non mi amerà mai, non accetterà mai la mia vera natura, quella ragazza, a volte, sembra di ghiaccio…-

E Buffy si dilungava nel dargli consigli per la sua situazione amorosa.

Spesso parlavano anche dei nuovi ragazzi di Buffy.

-Hai presente quell’idiota integrale? Parker?-

-Mhm… quello che ti scaricò…-

-Già… beh, non ci crederai, ma sta cercando di provarci di nuovo… Gliela farò pagare, non temere…-

E l’oggetto della loro ultima conversazione era stato Riley.

Buffy aveva chiamato a L.A. proprio il giorno prima.

-E’ carino, gentile, simpatico, intelligente… e sento di potermi fidare di lui…-

-Ehi, l’ultima volta che hai detto così, è finita male…-

Si stava riferendo a Scott.

Ricordava bene quel ragazzo, al liceo, che l’aveva lasciata accusandola di essere sempre triste e assente.

-Già, ma penso che questa volta andrà meglio… sono sicura che ti piacerebbe…-

-Beh, mi piacerebbe di sicuro! In fondo, sembra l’unico che fino a questo momento ti abbia fatto dimenticare Sp…-

-Ehm, a proposito di questo…- la ragazza aveva atteso per dirglielo, ma tanto valeva togliersi un peso dalla coscienza -…Spike è tornato-

A quel punto era sceso un pesante silenzio.

Poi Angel aveva mormorato –Quando…?-

-L’ho incontrato la settimana scorsa...-

-E… cosa ti ha detto… cosa gli hai detto…-

-Beh, c’è una cosa che ricordo molto bene: ha detto che avrebbe voluto spaccarti la faccia volentieri, quando ha saputo che, diciamo, "tu" avevi lasciato "me"…-

-Ah… e nient’altro?-

-Beh, ho notato che con lui non c’era Drusilla…-

-Lo ami ancora?-

Buffy pensò, in un attimo di confusione, di attaccare il telefono subito, per non rispondere.

-Certo che no, Angel!- (cercò di apparire il più naturale possibile)

-Ne sei sicura? Giuro che se quel bastardo ti fa soffrire ancora…-

-Angel, ehi, stai calmo… sarebbe inutile se vi massacraste entrambi per me… e poi non ce ne sarebbe neanche il motivo… certo che non lo amo!- (cercava di convincerne anche se stessa)

-E poi… adesso hai Riley, giusto?-

-Certo, adesso il mio ragazzo è Riley!-

-Buffy, ricordati che io sarò sempre qui, se avrai bisogno di me… mi dispiace, ma devo andare, Cordelia mi sta chiamando… ci sentiamo presto?-

-Certo! Ciao Angel, e salutami Cordy e Wes!-

Aveva abbassato la cornetta, sentendo che quel peso enorme era ancora all’altezza dello stomaco, e non accennava a togliersi.

A dir la verità, non sapeva quali erano i suoi sentimenti.

Anche se non aveva incontrato più Spike da quella notte, aveva sentito costantemente la sua presenza quando, calato il sole, si aggirava per il cimitero in cerca di vampiri.

Aveva avvertito più volte i suoi occhi azzurri scrutarla, osservarla.

Ma aveva preferito far finta di niente, cercando di convincersi ancora una volta che quello sguardo non avesse alcun effetto su di lei…

Cercando di convincersi che stavolta non avrebbe sofferto…

Cercando di convincersi che aveva Riley, che amava Riley, che Riley era l’unica persona che potesse renderla felice…

Cercava, appunto, ma forse il suo scopo non era stato raggiunto.

Spike entrò furtivo nella camera della ragazza.

Era sola, bene.

Willow si girò, e si immobilizzò quando lo vide.

-Ciao, rossa!- esclamò beffardo il biondo –E’ molto tempo che non ci vediamo, eh? Bah, lasciamo perdere i convenevoli… Se mi darai alcune informazioni, prometto di non farti alcun male…-

La ragazza era ancora immobile, ma sembrava non essere particolarmente preoccupata.

-Oh no, tu non mi toccherai… non potresti…-

-Allora è vero… sei stata tu… sporca strega… l’avevo immaginato… ma come potresti sapere se è ancora al suo posto…-

-Pensi che sia stata una sprovveduta? Vi controllo regolarmente… è tutto tranquillo…-

-E Buffy… ne sa qualcosa?-

-Mhm, no… sa che l’ho sperimentato solo su Angel…-

-Perfetto! Grazie, streghetta…- stava uscendo dalla stanza dalla finestra, quando si voltò –Volevo dirti che la tua ragazza è davvero carina…-

Will cercò di colpirlo con un oggetto appuntito, ma Spike fu più veloce, e subito si immerse nella notte.

La ragazza rimase a fissare la finestra, dove un attimo prima era sparito il vampiro.

Non l’aveva detto a Buffy, già, ma perché?

Si preoccupava che questa informazione avrebbe potuto farle cambiare idea su Spike?

Dopotutto, aveva lasciato Angel, perché avrebbe dovuto stare con Spike?

Rassicurata, cercò di pensare ad altro.





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13. INCONTRI E CHIARIMENTI

Buffy e Riley stavano camminando mano nella mano.

-Avevi promesso di portarmi al…- chiese la ragazza, curiosa.

-Ehm, avevo pensato a quel nuovo ristorantino fuori città…- si era fermato, e aveva osservato il viso della sua fidanzata allargarsi in uno splendido sorriso, -ma… diciamo che c’è stato un problema e, beh, è saltata la prenotazione!-

Buffy aveva fatto il broncio.

Già pregustava una serata romantica, lei e Riley soli finalmente, senza nessuno tra i piedi o problemi da risolvere.

E ora a quanto pare i suoi piani erano sfumati.

Rassegnata, sospirò: -Mi sa che anche stasera dovremo accontentarci del vecchio, caro Bronze!-

Riley annuì, e si avviarono verso il locale più frequentato di Sunnydayle.

L’atmosfera era la stessa.

Appena varcavi la soglia d’ingresso, venivi invaso da una miriade di luci, suoni, sensazioni differenti.

La musica era assordante.

Scelsero di sedersi in un tavolino appartato, ben distante dal palco.

Si sedettero l’uno di fronte all’altro, incrociando le dita.

La lampada sul loro tavolino emetteva una flebile luce, e i due erano quasi nella semi oscurità.

Il che rendeva tutto più romantico.

Si scambiarono un bacio.

Poi Riley si alzò. –Cosa desideri?-. Prese le ordinazioni, una Coca mista a rum per Buffy, e un boccale di birra per sé, si avviò verso il bar.

La Cacciatrice lo guardava mentre si allontanava,

Nonostante il progetto del ristorante non fosse andato in porto, era convinta che avrebbero ugualmente trascorso una serata romantica.

Aspettando il compagno, lasciò momentaneamente il tavolo, in cerca dei suoi amici.

Sperava di poter fare quattro chiacchiere con tutti loro, magari spettegolare un po’ con Willow di Parker, e ridere delle battute idiote di Xander.

Ma non trovò nessuno.

Si preoccupò. Vuoi vedere che era stata indetta un’assemblea generale senza avvertirla?

Si rassicurò. Se non l’avevano disturbata, vuol dire che la faccenda non era poi così grave.

Si incamminò di nuovo verso il tavolo.

La musica ad alto volume cominciava ad intontirla.

Accidentalmente, urtò una ragazza.

-Sta’ più attenta, stupida idiota!- sbottò lei.

Buffy conosceva un’altra sola persona che avrebbe potuto avere una reazione del genere: Cordelia.

Si girò a guardare la ragazza, e quasi cadde dalla sorpresa: Harmony!

-Ehi, Harmony… che ci fai qui?-

Certo, non era una domanda molto pertinente, se si pensa che il Bronze era l’unico locale decente della città, ma era almeno un modo per sciogliere il ghiaccio.

-Beh, suppongo tutto quello che fa la gente in questo posto: divertirsi e cercare di accalappiare un ragazzo… e possibilmente, cercare di non incontrare persone come te… il tuo vestito è fuori moda da almeno un decennio!…-

Buffy sospirò. Era abituata alle frecciatine dell’ex cheer-leader.

In un certo senso, è come se appartenessero ai suoi ricordi del liceo.

Che era andato distrutto quando avevano eliminato il sindaco.

-Vedo che non sei cambiata affatto… già… eh, sei riuscita ad accalappiarlo, il tuo ragazzo?-

Harmony la guardò con aria sprezzante. Con chi credeva di parlare?

-Certo che l’ho trovato… i ragazzi mi cadono letteralmente ai piedi… in questo momento è al bar che mi sta prendendo da bere…-

-Oh, fantastico! Anche il mio ragazzo è lì…-

Harmony la prese per un braccio. –Forza! Andiamo a raggiungerli!-

Mentalmente, la Cacciatrice pensò che adesso la serata era stata VERAMENTE rovinata.

Non poteva esserci niente di peggio…

O almeno lo credeva.

Mai cantar vittoria troppo presto! Già!

Si avvicinò al bar, e scorse Riley. Stava parlando con qualcuno, ma la folla lo copriva.

Raggiunse il suo fidanzato, e sbirciò verso Harmony, che aveva raggiunto anche lei il suo fantomatico accompagnatore.

E si accorse con terrore che si trattava di… Spike!

-Oh mio…-

-Buffy! Che bella sorpresa vederti qui!- esclamò il vampiro.

Rapidamente, il viso della ragazza impallidì.

-Buffy? Tesoro, ti senti bene?- domandò preoccupato Riley.

-Oh, sì, sì… ceeerto! Ehm, ciao Spike!-

Spike stava guardando con crescente interesse Riley.

Poteva sbagliarsi, ma il biondo guardava il suo ragazzo come fosse una specie di… preda.

Eh beh, in effetti, lo era.

-Sai, gli stavo giusto dicendo che stasera abbiamo dovuto accontentarci del Bronze come seconda scelta… e Spike ha chiesto di poter farci compagnia con la sua ragazza… ma non sapevo vi conosceste…-

Buffy lanciò un occhiata di fuoco al vampiro!

La sua ragazza? Erano già così intimi?

Candidamente, Spike aggiunse: -Beh, sempre che vada bene anche a te!-

La ragazza non poté far altro che annuire, e accompagnarli al tavolo.

Riley si sedette accanto a Buffy, e Spike di fronte a lei.

Solo allora, Riley poté finalmente porre una domanda: -Sono curioso di sapere… come vi siete conosciuti…-

Fu Spike a rispondere: -Diciamo che avevamo un "amico" in comune… Angel…-

-Ah sì, Angel… l’ex ragazzo di Buffy… me ne ha parlato, ma non ne so poi molto…- esclamò Riley, interessato.

Con calma, il vampiro riprese: -Quando ho lasciato Sunnydayle, ero convinto che Angel e Buffy fossero la coppia perfetta… che insieme riuscivano a completarsi totalmente… che insieme avrebbero passato, beh, il resto della loro vita… e quando sono tornato sono rimasto molto sorpreso…-

Aveva parlato fissando la Cacciatrice negli occhi.

La ragazza cercava di evitare quello sguardo così stranamente freddo, ma non vi riusciva: era attirata, come da una calamita.

E le sue parole… oh, l’avevano, ancora, dopo tanto tempo, ferita.

Lui… lui era stato solo un egoista.

Pensava… credeva… ma non poteva saperlo con certezza.

E la rabbia di quel giorno, quel giorno in cui l’aveva lasciata, riaffiorò nella ragazza.

Cercando di controllarsi, disse: -A quanto pare, Spike, come al solito non ci hai azzeccato… tra me e Angel è finita da tempo… ma, che strano, non ho ancora visto Drusilla…-

Una pugnalata. Dove sapeva di far più male.

Drusilla, per la quale l’aveva lasciata… dov’era adesso?

Spike se lo ripeteva molte volte.

Il loro era stato uno strano addio, certo, ma Drusilla rimaneva in ogni caso il suo Sire, e tra loro vi era un forte legame…

-Non è qui… penso sia a Los Angeles… mi ha mollato da poco…-

A Spike era sembrato di vedere negli occhi di Buffy, una luce, ma… non poteva, essere. A Buffy non importava più niente della sua vita, no? Perché avrebbe dovuto essere felice di quell’informazione?

E come ci erano arrivati, poi, a quell’informazione?

-Ehm, credo però che stiamo annoiando Riley e Harmony…-

-No, no, è interessante…- fece Riley –vorrei sapere il più possibile sul passato della mia Buffy…-

Le poggiò la mano sulla sua.

Il biondo notò quel piccolo gesto, e in lui si riaccese quella fiamma di poco prima, la prima volta che l’aveva vista con Riley.

Istintivamente, abbracciò stretta Harmony.

La ragazza sembrava sfacciatamente in visibilio.

-Cosa ti faceva pensare all’amore perfetto tra loro?- chiese Riley incuriosito.

-Beh, un motivo fondamentale c’era: nonostante Angel l’avesse tradita con un’altra donna, Buffy ha continuato ad amarlo…-

La Cacciatrice non si tenne più. Ruppe gli argini come un fiume in piena.

-Tu sai bene che Angel non era propriamente in sè! E sapevi benissimo che non ero innamorata della sua nuova versione…-

-Vedi, Buffy, lo difendi ancora…-

-Non ho bisogno di difenderlo, perché ti sto dicendo soltanto cose che già sai, cose che non hai voluto capire, o non hai voluto ammettere fossero vere, perché quello che realmente significavano… ti spaventava troppo…-

Era calato un silenzio imbarazzante.

Spike e Buffy non osavano guardarsi, ma entrambi avevano un’espressione omicida in volto.

La Cacciatrice si sentiva leggermente più sollevata.

Dopo tanto tempo, era riuscita finalmente a sfogarsi, a sparargli in faccia tutto il suo veleno…

Il vampiro era confuso, non voleva, non POTEVA credere a quelle parole…

Cosa, voleva dirle, Buffy? Cos’era, che si era rifiutato di vedere?

Meglio, molto meglio, non rispondersi, perché quelle risposte avrebbero portato altre domande.

All’improvviso il cerca-persone di Riley squillò.

Il ragazzo lo prese in mano con faccia seria, poi si alzò e disse: -Ragazzi, scusate, ma devo andare… i miei amici hanno urgente bisogno di me… non ti dispiace, vero Buffy?-

-Ehm, aspettami, vengo con te… sono molto stanca…-

Riley salutò gli altri due, e si avviò verso l’uscita.

Buffy disse un frettoloso –Ciao, Harmony!-, poi guardò per un breve attimo Spike, si voltò, e raggiunse il suo ragazzo.





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14. TELEFONATE

-Qui Angel Investigations. Chi parla?-

-A-Angel?-

-Buffy?-

B: -Si, sono io-

A: -Cos’è successo?-

B: -Niente, deve per forza essere successo qualcosa?-

A: -Buffy, non mi chiami mai due volte nella stessa settimana, se non è successo qualcosa di veramente grave!-

B: -Uhm… se ti dicessi che volevo soltanto sentire la tua voce?-

A: -Non attacca!-

B: -Già!-

A: -Come va con Riley?-

B: -Tutto… bene! Lo sai, lo adoro!-

A: -E con Spike? Immagino che sia lui la causa di questa telefonata!-

B: -Angel! Come ti viene in mente che io ti chiami per quello stupido idiota egoista…-

A: -Vi siete incontrati un’altra volta?-

B: -Beh… sì…-

A: -Quando?-

B: -Mhm… stasera…-

A: -Ora capisco… voglio che tu mi racconti tutto nei minimi particolari!-

B. –Va bene. Questa sera, Riley mi aveva promesso di portarmi ad un ristorante che ha aperto da poco, ma la nostra prenotazione è saltata… così siamo andati, come al solito, al Bronze. Mentre Riley prendeva da bere, ho fatto un giro nella sala, in cerca dei miei amici… a proposito, chissà dove si erano cacciati… e mentre tornavo al mio tavolo, ho spinto per caso una ragazza, che altri non era che Harmony!-

A: -Harmony? Questo nome non mi dice niente?-

B: -Ma sì, la copia esatta di Cordelia, se non fosse che lei è bionda… frequentava il nostro stesso corso…-

A: -Ah, credo di aver capito… un’oca giuliva, in pratica?-

B: -Colto nel segno! Mi ha praticamente trascinato a forza verso il bancone, convinta che volessi vedere il suo NUOVO ragazzo… e devo ammettere che è riuscita a sorprendermi… Angel, il nuovo ragazzo di Harmony era Spike!-

A: -Cosa?-

B: -Già, non dirlo a me! Ci sono rimasta stecchita! E non era finita lì! Pare che Spike avesse fatto amicizia con Riley, e il mio ragazzo li ha invitati entrambi al nostro tavolo!-

A: -Oh, come sarei voluto essere lì… una scena del genere non me la sarei persa per niente al mondo…-

B: -Mi dispiace, può sembrare divertente, ma non lo è stato! Anzi, è stato un disastro! Riley ha voluto che Spike gli raccontasse di te e me…-

A: -Ah, fammi indovinare… io e te eravamo fatti per stare insieme, niente e nessuno avrebbe potuto dividerci…-

B: -Già, li conosci i discorsi "alla Spike"! Quando è così convinto di una cosa finisce, nel 90% dei casi, col sbagliarla!-

A: -Non sapevo che anche tu conoscessi Spike così a fondo…-

B (ringraziò il cielo che Angel non potesse vederla in quel momento, perché era visibilmente arrossita): -Ehm, nel periodo della nostra alleanza, ricordi?-

A: -Come potrei scordarlo?-

B: -Già… mi dispiace…-

A: -Buffy, me l’avrai detto un centinaio di volte, che ti dispiace… non devi preoccuparti, è tutto a posto…-

B: -Sarà, ma ho come il sospetto che tu ce l’abbia ancora con me…-

A: -Non posso negare di essermi sentito molto ferito… io ti amavo Buffy, credo… di amarti ancora oggi, ma rispetto i tuoi sentimenti, e se non è con me che vuoi stare, io ti lascio libera per la tua strada…-

Silenzio.

Poi B: - Angel, credo che sia meglio smettere di chiamarci, cioè… se per te le nostre telefonate riaprono una vecchia ferita… vedi, io pensavo che ormai fossimo solo amici…-

A: -Buffy, amicizia è quella che tu provi per me, adesso, ma… riusciresti a dire la stessa cosa per Spike? Sinceramente…-

Silenzio.

A: -Lo immaginavo… e non ti porto rancore per questo, stai tranquilla…-

B: -Angel?-

A: -Sì?-

B: -Ti voglio bene!-

A: -Anch’io… ma ora sbrigati a raccontarmi, non sto più nella pelle…-

Buffy, sollevata, continuò: -Spike ha continuato dicendo che io continuai ad amarti, anche quando tu mi tradisti con Drusilla…-

A: -Ma non ero in me! Lo sapeva lui, come lo sai anche tu…!-

B: -Infatti! Sono andata in tua difesa, Spike mi ha rimbeccato dicendo che pensavo ancora a te, e io gli ho risposto dicendo che non c’era bisogno di difenderti, perché lui conosceva la situazione, sapeva che ti stavo dimenticando… sapeva che mi stavo innamorando di lui… ma ha voluto far finta di niente, troppo vigliacco per accettare cose più grandi di lui…-

A: -Uao! Che discorso!-

B: -Già… naturalmente, non ho accennato al fatto della mia cotta per lui… ho creduto che Riley non avrebbe avuto una reazione troppo felice…-

A: -Lo credo anch’io…-

B: -A quel punto, siamo rimasti in silenzio per un tempo interminabile… poi io e Riley siamo andati via… lui doveva sbrigare non so quale faccenda con i suoi amici, e io… ero troppo stanca per continuare quella conversazione…-

A: -E Drusilla? Che fine ha fatto?-

Buffy rise: -Come siamo premurosi, nei riguardi della tua semi-figlia…-

A: -Aspetta, non equivocare… la mia era una semplice domanda, e poi, conosci lo stretto legame tra sire e discepolo, no?-

B: -Sai, non così tanto come vorrei…-

A: -Ehi, non scherzare su queste cose…-

B: -Certo, certo, scusa, non scaldarti!… Spike ha detto che si erano lasciati da poco… e che probabilmente ora è a Los Angeles…-

A: -Qui?-

B: -Già, Spike pensa sia lì…-

A: -Beh, spero di non incontrarla troppo presto… non voglio essere costretto ad ucciderla…-

-Buffy! Buffy!-

A: -… ehi, mi sa che Willow ti vuole a rapporto da te subito…-

B: -Già… come sai, si è trasferita qui quando la mamma…-

A: -Ehm, Buffy, credo di non avertelo mai detto apertamente, ma…sono rimasto molto dispiaciuto per tua madre, cioè… non riesco a trovare le parole adatte… era una persona così speciale, così forte… ed è stata una morte così orribile… quel maledetto demone… ricordati sempre che se hai bisogno di conforto, io sono qui… mi sembra di ripetertela ogni volta questa frase, vero?-

B: -Grazie, Angel… non so come farei senza di voi! Sapere che posso contare su di te è una gran consolazione… allora, ci sentiamo presto?-

A: -Certo! Ciao, Buffy!-

B: -Ciao, Angel!-

La Cacciatrice abbassò la cornetta. Parlare con Angel le faceva sempre bene. Riusciva sempre a tirarla su di morale.

"Bene" pensò, "Ora andiamo a vedere cosa bolle in pentola di là" e si avviò verso la cucina.





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15. DI ILLUSIONI E INGANNI

Con calma maniacale, Buffy si diresse verso la cucina.

Solitamente, Willow non la disturbava mai nelle sue settimanali telefonate ad Angel.

Incuriosita, si domandò mentalmente che cosa fosse successo di così grave.

Aveva a che fare con la loro scomparsa improvvisa al Bronze?

Il Bronze… le tornò in mente prepotente la serata appena passata.

"Un disastro!" l’aveva definita con Angel.

Ma in un certo qual modo era stato un bene chiarirsi.

Anche se quasi sicuramente i chiarimenti non erano finiti lì.

Non POTEVANO essersi conclusi già.

Varcò la soglia della cucina.

Willow era sola, e le dava le spalle, pensierosa.

La Cacciatrice le arrivò dietro e le appoggiò una mano sulla spalla.

La rossa sussultò visibilmente, poi si girò.

-Ah, B-Buffy… non ti avevo s-sentita arrivare…-

La sua voce tremava.

Strano, molto strano tutto ciò da parte di Willow!

-Mi hai chiamato, no? Eccomi qui?-

Buffy sperava che nella sua voce non si avvertisse tutta la sua curiosità.

-Già… c’è una cosa che devo dirti… riguardo una persona…-

Buffy era sempre più interessata.

-Beh, ecco… Spike è tornato qui a Sunnydayle!- disse tutto d’un fiato.

La curiosità svanì all’istante dal volto della Cacciatrice, lasciando il posto alla delusione.

Si era aspettata l’arrivo di qualcosa o qualcuno di importante, ma Spike…

E poi, come se già non sapesse, dell’arrivo di Spike…

-Will, so già che è qui…-

-Cosa?- la domanda era uscita spontanea e insieme incredula.

-Beh, l’ho incontrato un paio di volte… ed era lui, già…-

-Ah, perfetto, non mi piaceva fossi io a doverti dare la notizia…-

-Perché dici così, Will?-

-Beh, perché pensavo… non che ne fossi convinta, naturalmente, ma poteva essere…-

-Cosa?- la voce di Buffy ora era spazientita.

-Beh, avevo il timore che tu provassi ancora qualcosa per lui…-

La rossa fissò in volto l’amica, per cercare di notare delle possibili reazioni a quella rivelazione.

Ma non vi lesse niente.

Solo assoluto distacco e freddezza.

-No che non provo più niente per lui, Will… è, passato così tanto tempo, e lui… si comportò così da egoista… e non devi preoccuparti per me!-

-E poi tu hai Riley, vero?-

Buffo, come anche Angel, qualche giorno prima le avesse fatto la stessa domanda.

"Tu ami Riley, giusto?"

La risposta, meccanica, quasi programmata, per nascondere ogni più piccola emozione.

-Certo, adesso Riley è il mio ragazzo!-

E continuare a guardarla negli occhi, come per confermare quelle parole.

Ma era tutta una maschera, solo una maschera per nascondere le sue più profonde paure.

Per nascondere la sua confusione.

Per nascondere la sua indecisione.

Per fortuna, Willow sembrava averla bevuta.

"Molto più facile del previsto" pensò tra sé la Cacciatrice.

Will si era girata, come per andarsene.

Poi ci aveva ripensato.

-Buffy, lo ucciderai?-

Strana domanda, chiedere ad una Cacciatrice se non farà fuori un vampiro.

Ma non si trattava di un vampiro qualunque.

E stavolta non se la sentiva di mentire.

Almeno, non completamente.

-Credo che per il momento non lo farò, cioè… non ho ancora letto di stragi, uccisioni, o quant’altro che portino la sua firma… finchè se ne starà buono, non mi porrò questo problema… sarebbe, inutile!-

La rossa la prese per un braccio.

-E se… non potesse…-

Ma non finì la frase.

Abbassò lo sguardo e la lasciò andare.

-Niente, lascia perdere…-

Silenzio.

A volte può essere molto confortante, il silenzio.

Altre volte, il silenzio può uccidere.

-Buffy, io… devo andare da Tara… ci vediamo più tardi, ok?-

Ed era letteralmente corsa fuori, come se fosse stata inseguita da una decina di demoni.

La Cacciatrice confermò la sua tesi iniziale.

"C’è qualcosa che brucia, qualcosa che non mi ha voluto dire…"

Non si spiegava, altrimenti, il comportamento dell’amica.

Strano, non tanto quando le aveva chiesto se provava ancora qualcosa per Spike.

No, forse, si aspettava una risposta del genere.

Strana, molto più strana, era stata quella ingenua domanda di poco prima.

"Buffy, lo ucciderai?"

Lei, che era sempre stata espressamente contraria ad una relazione con Spike.

Avrebbe dovuto semplicemente dire "Lo ucciderai, vero?"

Perché quella, sarebbe suonata più come un’affermazione.

Dunque, ciò voleva dire che Willow sapeva qualcosa più di lei.

Si sentì improvvisamente stanca.

Come se soltanto parlare di Spike fosse come avere un’accesa discussione con lui.

Si trascinò fino in soggiorno.

Poi si stese su un divano e chiuse gli occhi.

Pregò che al suo risveglio quell’incubo fosse finito, che tutto fosse tornato alla normalità.

Si addormentò, esausta.

Fuori, le tenebre stavano lasciando il posto all’alba.

…Un sogno…

Era passato molto, moltissimo tempo dall’ultima volta.

Le sembravano quasi, anni…

…Immagini, immagini di ogni tipo e di forma svariata le trapassavano la mente.

Erano tutte scene confuse, poco nitide, dai contorni sfumati.

"Willow? Cosa stai facendo?"

La rossa aveva davanti a sé due sfere luminose.

"Due sfere, due sfere… che significa?

Cosa stai dicendo? Non, riesco a sentirti… Will!"

E poi tutto era sfumato.

E si era materializzata una scena, che Buffy conosceva a memoria.

In ogni suo più piccolo particolare.

E ogni volta, cercava di carpirne qualche significato nascosto, ma… invano.

"Spike, e Angelus… cosa vi è successo…Angel?

Angel, sei proprio tu…?"

Un abbraccio.

Finalmente, di nuovo, tra le sue braccia, tra le braccia del suo grande amore.

Ma non era stato come se lo aspettava.

Sciogliersi da quell’abbraccio, per cercare conforto in quello di un altro vampiro.

Che è cambiato anche lui.

"Spike… ti prego, Spike… cos’hai? Cos’hanno i tuoi occhi?

Spike, non mi lasciare… io ti amo…"

Cercare di capire cosa, avesse cambiato quello sguardo…

Di solito, così freddo e arrogante… e ora…

… triste, quasi inconsolabile…

Un ultimo bacio, strappato al destino…

E poi, vederlo andare via… chissà per quanto… forse per sempre…

"Non lasciarmi, ti prego, non lasciarmi…"

Lacrime, stupide lacrime inutili…

Che almeno lo riportiate da me…

Ma è inutile, è tutto inutile…

Un altro ricordo…

Questo, è più vicino, più fresco nella sua memoria degli altri…

Aspettare Willow, nella sua stanza.

Intanto, aggirarsi, cercare, curiosare tra gli oggetti della sua amica.

E poi, trovare… che cosa?

Due sfere… che non luccicano più, strano…

Oggetti affascinanti…

Buffy li prende in mano per osservarli meglio e li avvicina al viso…

E si aggiungono altri ricordi…

Ricordi non suoi…

I ricordi di Angel…

… Romania, 1898…

Correre, scappare da un destino ormai inequivocabile…

E poi fermarsi, sconfitti, in silenzio, lacrime amare che solcano il viso…

E sentire dentro una nuova forza, diversa, accecante, incombente, dolorosa…

E un rimorso che mai avrebbe potuto immaginare, eccolo…

In quel momento i ricordi si annebbiano, Buffy lascia cadere le due sfere, corre via…

La Cacciatrice si alzò improvvisamente, gli occhi aperti e bagnati di lacrime.

Il trillo inconfondibile del telefono l’aveva svegliata.

In altre circostanze, l’avrebbe mandato al diavolo, ma ora…

Quel sogno, così tremendo, terribile, premonitore…

Quelle due sfere… erano…

No, non poteva essere così, Willow non le avrebbe tenuto nascosto una cosa del genere…

-Pronto?- la voce era ancora spaventata.

-Buffy? Stai bene?-

Angel, caro Angel, l’unico che adesso avrebbe voluto veramente sentire.

Per avere delle risposte.

-Sì, sto… bene. E’ successo qualcosa?-

E senza chiedere niente, aveva ottenuto ugualmente le sue risposte.

Drusilla aveva parlato con Angel, quella notte, poco prima…

E Angel, si era sentito in dovere, il cuore in una morsa, di riferirle tutto…

Ma non sapeva che Buffy ormai ne era già a conoscenza.

I suoi sogni, mai le avevano mentito. Mai.

Bisognava soltanto saperli interpretare.





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16. LA VERA STORIA

Abbassò la cornetta, di nuovo senza forze.

Ne aveva parlato anche con Angel, che aveva convenuto con lei.

Andare a Los Angeles, ora, sarebbe stata la cosa migliore.

Si infilò un attimo in bagno, per bagnarsi il viso.

Che strano, improvvisamente non sembrava più quello di una ventenne.

Era il volto di una donna, adulta, piena di responsabilità e doveri.

Matura. Capace di decidere.

Se lo fosse stata anche tanti anni prima…

Ma era inutile rimuginare sul passato.

Si accorse con dispiacere che stava calando la notte.

Evidentemente, aveva dormito un bel po’.

Salì in camera sua.

Radunò alcuni vestiti, oggetti, accessori, i paletti, immancabili paletti.

La valigia era quasi pronta.

Ricordava che da piccola aveva sempre odiato preparare la sua roba.

Metteva il broncio, e correva da sua madre.

E lei, coccolandola, la viziava continuamente.

Questo naturalmente, prima che la madre morisse.

E soprattutto, prima che Buffy diventasse Cacciatrice.

Chiuse la valigia, e sentì la porta di casa aprirsi.

"Peccato!" pensò, "avrei preferito scomparire senza nessuno tra i piedi!"

Prese la sua giacca nera, il primo regalo che Angel le aveva fatto, e scese le scale.

Era Willow.

Sembrava piuttosto serena e allegra, molto diversa dalla ragazza del giorno prima.

La rossa si voltò e la vide.

Sbarrò gli occhi, assunse un’espressione severa, e aspettò che scendesse.

-Stai partendo?-

Non c’era stato bisogno di parole.

Will aveva capito dal volto dell’amica quello che era successo.

E si sentiva profondamente in colpa.

-Già, vado da Angel…-

Buffy cercava di mantenere un tono distaccato, ma era difficile.

Quella era la sua migliore amica.

E per tre lunghi anni le aveva nascosto tutto.

Non la odiava, certo, ma per il momento voleva essere lasciata sola.

-Ti fermerai a Los Angeles per molto?-

La Cacciatrice ficcò nella borsa un altro maglione.

-Credo di sì… un mese, se non di più… il tempo necessario per pensare…-

Will annuì lievemente.

La bionda imboccò la porta.

Non voleva scene lacrimose.

Non ne aveva la forza.

Aprì la porta, e stava per uscire, quando la sentì.

-Mi dispiace!-

Poi un singhiozzo, seguito da un lungo silenzio.

No, non poteva odiarla.

Probabilmente, aveva taciuto unicamente per il suo bene.

Ci pensò e rise.

Avrebbe voluto urlare al mondo: "Devo capire IO, da sola, cosa è per il mio bene, e cosa no!"

Voltò semplicemente la testa.

Sorrideva ancora, un sorriso forzato.

-Lascia perdere… non voglio spiegazioni…-

Poi chiuse la porta e si avviò verso il cimitero.

C’era un’ultima persona che doveva salutare prima di andar via.

Almeno questo glielo doveva.

I lampioni illuminavano già tutte le strade di Sunnydayle.

Segno che i vampiri non avrebbero tardato molto a farsi vedere.

"Beh, per stasera, e per le prossime, ve la caverete senza di me!"

Si fermò davanti alla tomba di sua madre, e lasciò cadere a terra le borse.

Poi si inginocchiò vicino alla lapide.

Da quando non c’era più, era questo il modo per sentirla più vicina.

Sussurrò: -So che comprendi che per me è necessario partire… devo stare lontana da questa cittadina per un po’ di tempo… o sarà la volta buona che riesco ad ammazzarmi…-

Accarezzò il freddo marmo col dorso della mano.

Poi si alzò, ripulendosi della fanghiglia, e sorridendo.

E poi si bloccò di colpo al suono di quella voce.

-Sai, dopotutto, non era male, tua madre… anzi, mi era simpatica…-

Spike, sbucato dal nulla, le andò vicino, e le appoggiò una mano sulla spalla.

La classica goccia che fa traboccare il vaso.

Buffy lo scagliò lontano, mostrando la sua forza sovrumana.

Sperava che l’avvertimento fosse chiaro.

"Non. Avvicinarti. Più. A. Me."

Ma a quanto pare il vampiro non era della stessa opinione.

-Che c’è, tesoro, stasera hai voglia di giocare?-

Iniziò a combattere con lui, quasi senza accorgersene.

Quasi senza rendersi conto che era lui, dopo tantissimo tempo di nuovo, il suo avversario.

Meccanica, ogni azione di lei era meccanica.

Ma alzò gli occhi.

E incrociò lo sguardo di Spike.

E ritornò l’angoscia e lo sgomento di poche ore prima.

Lo prese per un braccio, e lo mandò contro un albero lontano.

Velocemente, raccolse la sua roba, e corse verso la fermata dell’autobus.

Non si girò a vedere se il vampiro la stesse inseguendo o meno.

Salita sull’autobus chiuse gli occhi, ed ebbe la forza di aprirli solo quando fu sicura di essere partita.

Spike vide, impotente, l’autobus allontanarsi.

Alzandosi, si diede dello stupido.

Come aveva fatto a non capire che c’era qualcosa di diverso in lei?

Si avvicinò alla pensilina.

Vi era una donna.

-Mi scusi, non vorrei importunarla… potrebbe dirmi dov’era diretto quell’autobus?-

La donna era piuttosto scortese.

Non gli rivolse uno sguardo.

Sbuffò e guardò il suo orologetto da polso.

-A Los Angeles!-

Il vampiro ringraziò e si allontanò.

Los Angeles… Los Angeles…

Los Angeles significava Drusilla.

E se si fossero incontrate, e Buffy avesse saputo tutto?

Deciso, si avviò verso casa di Buffy.

E, sull’uscio di ingresso, vi trovò Willow.

Era seduta sui gradini, la testa tra le mani, e singhiozzava.

Era successo veramente qualcosa di grave!

Mormorò appena: -Ehi!-

La ragazza alzò il viso e lo vide.

Ma non disse una parola.

-Ehm- continuò il vampiro, -dov’è Buffy?-

La rossa non alzò la testa.

La sua voce, era simile a un sussurro.

-A Los Angeles! Da Angel!-

Per la seconda volta nella stessa sera, Spike si maledisse.

Ma certo, dove mai poteva andare se non da Angel?

Una rabbia crescente lo invase, ma cercò di trattenerla.

-Perché è andata da Angel?-

Lo chiese con il tono di voce più normale possibile.

La ragazza alzò di nuovo il viso, e lo guardò negli occhi, a lungo.

Poi abbassò la testa, e mormorò: -Non posso crederci… dopo tutto questo tempo provi ancora qualcosa per lei…-

Il vampiro non ribatté, ne aggiunse niente.

Voleva soltanto sapere ciò che era successo.

-Sei tu la causa, come sempre… prima la fai dannare, poi la fai innamorare, poi te ne vai e sembra averti dimenticato, e poi torni, e ti aspetti che sia tutto come prima!-

Aveva parlato senza prendere fiato.

Era stanca, stanca di tutta quella situazione.

Una situazione che era iniziata tre anni prima.

Una situazione in cui avrebbe fatto meglio a non immischiarsi.

-L’ha scoperto, Spike- disse solamente, -L’ho capito da come mi guardava… e non sono stata io a dirglielo… ha scoperto che tre anni fa praticai su di te un incantesimo per ridarti l’anima, ed andò a buon esito…-

E all’improvviso i pezzi del puzzle si unirono, e il sanguinario ricompose il quadro.

Ma certo, la valigia, e quel combattimento che non aveva alcun senso.

E la sua fuga.

Era fuggita lei, adesso.

La rabbia lo accecò.

Afferrò Willow per il collo, ringhiando.

-Non venirmi a dire che è colpa mia! Non osare dirlo… non sono stato io a fare quell’incantesimo… non sono stato io a volere indietro una stupida anima petulante…-

-M-Ma… tu… s-sei… st-stato un vigliacco…- la rossa cercava di parlare, -…se t-tu quella n-notte fossi rimasto con lei…-

Spike la lasciò, e la ragazza continuò: -Posso far finta di non capire, sai, posso, come dire, fare la parte della stupida, ma vedo, capisco, e deduco! E ho capito che quella di Buffy non era una semplice infatuazione, ma sai, mi ero illusa che con il mio sostegno, con il sostegno dei suoi amici, e soprattutto, con il sostegno di Angel, avrebbe dimenticato quella maledetta meteora che eri stato… contavo su di Angel, ma neanche il suo amore, è stato abbastanza…-

Era sfinita. Fisicamente e moralmente.

Era sicura che di lì a qualche minuto sarebbe svenuta.

Ma continuò, imperterrita.

-Non mi fidavo di te… l’avevo capito subito che eri un vigliacco, che l’avresti fatta soffrire… ma non potevo cancellare il suo amore per te… quello, purtroppo, era già ben radicato… così mi limitai ad aiutarlo, a dare fiducia a te e alla vostra relazione, che credevo più che mai impossibile… donarti un’anima… Angel, era completamente un’altra persona con l’anima, perché non saresti potuto esserlo anche tu? Non calcolai, però, che eri troppo stupido, troppo vigliacco, per accorgerti di quello che stavi perdendo… o forse semplicemente non l’amavi davvero…-

-Io la amo… la amo come tre anni fa… per me non è cambiato niente…- esclamò irato il vampiro, ringhiando. –E anch’io, non sono cambiato… non potevi pretendere che riuscissi ad orientarmi, dopo l’anima… ero sfiduciato, arrabbiato, e avevo un senso di colpa permanente… e ce l’ho tutt’ora… e ogni giorno che passava mi maledivo… perché dopo tutti i miei sforzi, mi ero ridotto allo stesso stato di Angel… l’ombra di me stesso… e perché avevo abbandonato Buffy… ogni giorno, è stato un tormento anche peggiore…-

Calò il silenzio tra i due.

Si erano sfogati, avevano ascoltato.

E si erano calmati.

Willow si alzò, decisa a rientrare in casa.

Sembrò ripensarci, ed esclamò: -Lasciala in pace! Non, farla soffrire più… non lo merita!-

Rientrò in casa, e sbatté la porta alle sue spalle.

Il vampiro fissò un’ultima volta l’uscio, poi si allontanò lentamente.

Cominciò a scendere una fitta pioggerellina, ma non vi fece caso.

Assorto nei suoi pensieri, senza accorgersene arrivò alla tomba di Joyce.

E, incredibilmente, lui, che non credeva in Dio, mormorò a bassa voce una preghiera per quella donna.





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17. THE CITY OF ANGELS…

Buffy spalancò la porta dell’appartamento.

C’era già stata un paio di volte, e ormai le era familiare.

In silenzio, richiuse l’uscio e in punta di piedi entrò nella camera di Angel.

Apparentemente, il vampiro sembrava stesse riposando.

Gli si sedette vicino, per guardarlo.

Il suo angelo custode.

Con la mano, gli accarezzò il viso.

Finalmente il vampiro si svegliò.

Sorpreso da quel contatto improvviso, scattò subito in piedi.

Gli bastarono solo pochi secondi per abituarsi all’oscurità.

E poi la vide davanti a sé.

Buffy.

Bella come sempre.

Con un’espressione di amarezza e tristezza negli occhi.

Lentamente, le si avvicinò.

Senza fermarsi a riflettere, la ragazza lo abbracciò.

E cominciò a piangere.

A versare ancora lacrime, e lacrime.

Angel la strinse tra le sue braccia forti.

Adorava il suo profumo, e la morbidezza dei suoi capelli.

Cercava di consolarla, di calmarla.

Poi, con un enorme sforzo di volontà, si separò da lei.

La prese per mano e la portò in soggiorno.

Mise su una caffettiera in cucina, e quando il caffè fu pronto, tornò da lei.

Buffy si era raggomitolata sul divano.

Sembrava un pulcino bagnato, ora.

Un moto di tenerezza gli strinse il cuore.

Le si sedette accanto, porgendole la tazza calda.

-Va bene. Ora raccontami tutto-

E come un torrente in piena, la Cacciatrice raccontò per filo e per segno gli avvenimenti delle ultime 24 ore.

Delle strane domande di Willow a proposito di Spike.

Di quel sogno, che le era sembrato così stranamente reale.

Di come si fosse sentita sconvolta dopo la sua telefonata.

Del breve addio con Willow.

E dell’incontro con Spike.

E Angel era rimasto ad ascoltare in silenzio.

Era sempre stato un attento ascoltatore.

Buffy sospirò per l’ennesima volta.

Si accorse, finalmente, di non aver più voglia di piangere.

Si era sfogata. Con Angel ci riusciva sempre.

Gli strinse la mano e gli sussurrò: -Grazie. Per tutto quello che hai fatto in questi anni, per quello che stai facendo ora, per esserti offerto di ospitarmi… mi dispiace, cercherò di essere un perfetto ospite!-

Il vampiro non poté evitare di sorridere.

La sua dolce, piccola Buffy.

La abbracciò di nuovo.

Avrebbe tanto voluto non lasciarla più andare…

I suoi pensieri furono dissolti dal campanello.

Staccandosi dalla ragazza, andò ad aprire.

Buffy, seduta ancora in soggiorno, sentì distintamente una voce femminile.

La riconobbe immediatamente.

-Appena ho sentito che Buffy sarebbe venuta qui, mi sono preoccupata… è successo qualcosa? Dov’è, di là?…-

-Cordy, aspetta…-

Cordelia si era catapultata nella stanza.

La Cacciatrice sorrise.

A parte il taglio dei capelli, non era cambiata di una virgola.

Soprattutto caratterialmente. Sempre testarda e impulsiva.

Le due ragazze si abbracciarono.

Anche se al liceo non erano state proprio ottime amiche, provavano ugualmente grande affetto l’una per l’altra.

La mora sussurrò qualcosa all’orecchio dell’altra, ed entrambe scoppiarono a ridere.

"Incredibile" pensò Angel, "quanto la lontananza possa averle unite!".

Tutti e tre si sedettero sul divano.

Ora sembravano un po’ più imbarazzati.

Fu Cordelia a rompere il ghiaccio.

-So che forse non sono la persona più indicata a cui raccontare quello che è successo, ma se avessi bisogno di me…-

-E’ una storia molto, molto lunga… sei pronta a sentirla?- la interruppe Buffy.

Cordy annuì, e la Cacciatrice iniziò la sua storia.

L’auto sfrecciava veloce lungo l’autostrada.

A Buffy venne da pensare: "Certo che non è da Angel una guida così spericolata!".

Il vampiro, al volante, sembrava apparentemente non curante del fatto che anche le altre autovetture avessero diritto a passare.

Guardò fuori del finestrino.

Los Angeles era lontana, stavano viaggiando già da una mezz’ora.

Era felice. Si sentiva felice.

Aveva passato un mese spensierato, lontana da tutte le preoccupazioni di Sunnydayle.

Lontana dai vampiri di Sunnydayle, dai suoi amici, dal ricordo di sua madre, e… lontana da Spike.

I suoi unici problemi, erano stati scegliere quale vestito indossare per una festa, o per un’altra.

O decidere se avesse avuto abbastanza soldi per un abito stupendo.

Era andata spesso a fare shopping con Cordelia.

Aveva discusso in modo civile con Wesley, che non era poi così noioso.

Spesso era andata a caccia con Angel, ma anche solo passare dei momenti con lui l’aveva fatta sentire bene.

E, qualche volta, aveva preferito estraniarsi, e stare un po’ da sola.

In quei momenti, faceva lunghe passeggiate in riva al mare.

L’acqua salmastra aveva il potere di calmarla.

E quel suo continuo rullare, le onde che s’infrangevano contro la riva… era come se il mare le stesse dicendo che non era sola, che c’era qualcuno con lei.

Soprattutto, aveva chiarito i suoi sentimenti.

Era finalmente riuscita a sciogliere la sua personale matassa intricata.

Ed ora, che Sunnydayle non distava che un’altra ora di viaggio, continuava a ripetere nella mente ciò che avrebbe fatto non appena fosse arrivata.

Voltò il capo, e sorrise ad Angel.

-L’ho sempre saputo che sei un ottimo angelo custode!- gli disse dolcemente.

Il vampiro si voltò a guardarla.

Così felice e sorridente, sembrava essere tornata la Buffy di tanti anni prima…

Quanto, avrebbe voluto che quegli anni tornassero, anni preziosi…

Gli anni in cui si amavano ancora teneramente, e il futuro sembrava incerto, sì, ma pieno di aspettative…

Spike era appena uscito a caccia.

Da quando Buffy era andata a L. A., il compito di cacciare era stato affidato a lui.

Non che si lamentasse.

Eliminando demoni e vampiri, poteva sfogare tutta la sua rabbia repressa.

Un paio di volte aveva spiato dalla finestra della casa di Buffy, per sapere quando fosse tornata.

E così, aveva assistito alla scena in cui Willow cercava di convincere Riley che Buffy non era scappata a Los Angeles per colpa sua.

Oppure, a quella volta che Xander aveva parlato a telefono con Buffy, e aveva saputo tutto.

La cosa più divertente, era la sua faccia ogni volta che lo incontrava.

Xander lo guardava come fosse un fantasma.

E spesso aveva seguito Riley.

Solo per accertarsi che, in mancanza di Buffy, non la rimpiazzasse con altre.

Non che gli importasse, ma al momento opportuno avrebbe potuto rinfacciarlo alla Cacciatrice.

Ma quel ragazzo era completamente cotto, non l’avrebbe tradita neanche se l’avesse voluto.

Si fermò un attimo ad accendersi una sigaretta, poi riprese a camminare.

Ripensò ad Harmony.

Chissà perché, dopo quella sera, aveva deciso di continuare ad uscire con lei.

In fondo, era una ragazza carina, a volte divertente e buffa.

Certo, dava l’impressione di essere un’oca giuliva, ma Spike non la pensava in questo modo.

Era convinto che fosse solo una copertura per mascherare la sua fragilità interiore.

"Che pensieri profondi, stasera!" pensò, e rise.

Spense la sigaretta sotto la scarpa.

Poi la sua attenzione fu attirata dallo stridio di un auto che frenava rumorosamente.

Gli sportelli venivano aperti e richiusi.

E poi… delle voci, familiari, forse anche troppo…

Incuriosito, si avvicinò, mantenendosi nell’ombra.

Ora poteva vedere bene le due figure accanto all’auto, ferme sotto il lampione.

Non si era sbagliato. Buffy. Angel.

Era così strano rivederli ancora insieme dopo tanto tempo.

A prima vista, sembravano sul serio la stessa coppia di tanti anni prima.

E per l’ennesima volta, Spike sentì invadersi dalla gelosia.

Titubante, rimase ad ascoltare la conversazione dei due.

-Grazie Angel, sei stato un tesoro…- (era Buffy a parlare).

-Oh, sai che puoi contare su di me, qualsiasi problema tu abbia…- (mentre Angel parlava, il biondo sottovoce lo malediceva).

Poi erano rimasti a fissarsi le scarpe, quasi imbarazzati.

"Oh, che bella scenetta! Che teneri!" pensò Spike con rabbia crescente.

Poi li vide abbracciarsi.

Buffy, ancora nelle braccia di Angel.

Era sicuro, che da un momento all’altro non avrebbe retto più, e sarebbe uscito allo scoperto.

Per fortuna, i due si separarono.

Si scambiarono dei baci sulle guance, poi Angel risalì in macchina e ripartì.

Buffy lo seguì con lo sguardo finché le fu possibile.

Poi si girò, e incominciò ad incamminarsi nella direzione di Spike.

"Maledizione!" pensò il vampiro, "Che diavolo sta facendo?"

Ma la Cacciatrice superò il nascondiglio del biondo e continuò a camminare.

Di soppiatto, come un gatto, il sanguinario la seguì.

Era tornata alla tomba di sua madre.

La ragazza aveva lasciato dei fiori sulla lapide, e poi si era allontanata con lunghi passi decisi.

Spike uscì dall’ombra, e si avvicinò alla tomba di Joyce.

Buffy vi aveva sistemato con cura grandi gigli bianchi.

Il vampiro rivolse un ultimo sguardo, poi si allontanò anch’egli nella notte.

CONTINUA…