Pieces of you

Capitolo 6

Sunnydale, Agosto 2001
 
Willow non aveva mai temuto la magia.
Ne era sempre stata incuriosita, e si era sempre avvicinata ad essa come ad un curioso esperimento.
Anche quando il suo coinvolgimento in essa, era diventato più profondo, parte integrante della sua vita, il suo atteggiamento non era molto mutato.
 
Tara, la sua adorata Tara, qualche mese prima le aveva detto che i suoi progressi la spaventavano.
La verità era, che in quel momento, mesi dopo quel terribile giorno, Willow stava cominciando a capirla.
 
Si torceva nervosamente le dita, mentre attendeva che Tara, Giles, Wesley…ed Angel, parlassero.
 
La sua idea era stata semplice, al contrario dell’incantesimo che avrebbe dovuto fare: entrare nella mente di Faith, e scoprire dove si trovasse Buffy, con esattezza.
Ne aveva parlato con l’altra cacciatrice la sera prima, e lei aveva acconsentito a provare.
 
Restava da vedere se gli altri sarebbero stati d’accordo.
Restava da vedere se sarebbe servito a qualcosa.
 
“Sei sicura di esserne in grado, Willow?” Domandò Angel.
“Giles mi ha detto dei tuoi progressi, ma quello che intendi fare, richiede un livello di avanzamento notevole…”
 
Willow annuì, piano.
“Sì.
Vogliamo tutti riportare indietro Buffy, ma non sappiamo dove si trovi esattamente.
Non possiamo lasciare nulla al caso…”
 
Giles ed Angel si scambiarono un’occhiata, e a Willow per un secondo sembrò di tornare indietro nel tempo, a prima che il vampiro che le era di fronte avesse perso l’anima.
A quando le loro vite erano state semplici.
Per quanto semplici potessero essere le vite di ragazzi che combattevano demoni su una bocca dell’inferno.
 
“Non dovrai essere sola, Willow…” dichiarò Giles.
 
“Non è la prima volta, che provo una cosa del genere, Giles…” controbatté Willow.
 
L’osservatore abbassò leggermente la testa.
“Questa volta è diverso….non entrerai nella testa di una persona in stato catatonico, entrerai nella mente di una persona sveglia, perfettamente cosciente…avrai bisogno di una mano….”
 
Willow guardò Tara, fece per parlare, ma fu interrotta da Wesley, che intervenne dicendo: “Rimarrò io con lei…”
 
Willow aggrottò la fronte, sorpresa.
Si era aspettata che sarebbe stata l’ultima persona ad offrirsi volontaria, specialmente con Faith.
Sentiva magia sull’uomo, quella traccia inconfondibile, che aveva cominciato a captare, nelle altre persone che praticavano arti magiche.
Non era forte come in Giles, o Tara…ne era nascosta, come in Angel…ma c’era.
 
La ragazza annuì.
“Bene,” Disse.
“Abbiamo bisogno di un posto tranquillo…”
 
“La mansione?” propose Wesley.
 
Willow scosse la testa.
“Non credo tranquillizzerebbe Faith…ed il Magic Box è decisamente troppo affollato….Giles?”
 
L’osservatore più anziano annuì, senza parlare.
 
Willow sorrise, mentre si rimetteva in piedi, guardò Wesley e disse: “Andiamo Wesley, ci sono ancora tante cose da fare…ed abbiamo poco tempo…”
 
Wesley, proprio come Giles si limitò ad annuire, mentre si rimetteva a sua volta in piedi.
 
La ragazza sorrise timidamente all’uomo, mentre uscivano dal retro del negozio, la stanza dove Buffy era solita allenarsi, quella che Xander e Giles avevano preparato per lei…un anno prima.
 
Possibile che fosse passato solo un anno?
Possibile che le cose fossero cambiate in modo così tragico?
 
Gettò un’occhiata alle persone nel negozio: Dawn che era seduta accanto a Spike sui gradini, Cordelia che discuteva con Anya, e Faith che era accanto alla donna bionda.
 
Sembrava stanca Faith, ma la sua stanchezza era diversa rispetto a quella che le aveva letto negli occhi la sera prima, quando avevano parlato.
 
“Faith?” Disse Wesley.
 
E Willow si ritrovò ad aggrottare leggermente la fronte, sia per la dolcezza nella voce dell’uomo, che per il modo in cui il volto della ragazza, della cacciatrice che una volta le aveva tenuto un coltello premuto contro la gola, si fosse illuminato.
 
<Ok, Will…c’è qualcosa di strano…>
pensò distrattamente la ragazza, scacciando quelle considerazioni, accantonandole per un altro momento.
 
“Siamo pronti?” Chiese la ragazza avvicinandosi a loro.
 
Willow annuì, sorridendole debolmente.
“Solo se tu lo sei…” Disse.
 
Faith si strinse nelle spalle, affondando le mani nelle tasche dei suoi jeans, e Willow notò come il suo sguardo si posasse per un istante su di lei, per poi indugiare su quello di Wesley.
 
“Sono pronta…” Disse solo.
 
Wesley e la cacciatrice si avviarono all’uscita, e Willow prese un respiro profondo.
Si voltò a guardare Tara.
 
*augurami buona fortuna*
Le chiese.
 
L’altra strega, si avvicinò di un passo, e le sfiorò la fronte con un bacio.
“Torna presto…”
fu l’unica cosa che disse.
 
*ti amo*
aggiunse.
 
E sulle labbra di Willow si disegnò un sorriso, mentre raggiungeva Faith e Wesley.
Avrebbero riportato indietro Buffy.
E tutto, tutto sarebbe tornato a posto.
 
***
 “Cosa devo fare?” domandò Faith incrociando le gambe, seduta sul divano nell’appartamento di Giles.
 
Willow sorrise, mentre sistemava delle candele sul tavolino di fronte, e lanciava un’occhiata a Wesley, che era in piedi dietro il divano, lo sguardo fisso sulla cacciatrice.
 
“Rilassati…” disse Willow.
“Chiudi gli occhi…”
 
Faith annuì, obbedendole, e Willow sembrò notare per la prima volta, quanto il suo volto fosse diverso, rispetto all’ultima volta in cui l’aveva visto.
Scosse la testa, avvicinandosi alla ragazza, si inginocchiò di fronte a lei, e le prese le mani.
 
Faith sussultò, ma non aprì gli occhi, e Willow vide Wesley, appoggiarle una mano su una spalla.
“Va tutto bene..” disse l’uomo.
 
Faith prese un respiro profondo.
“Ok…”
 
Willow lanciò uno sguardo a Wesley, l’uomo annuì, arretrando di un passo, non prima di aver stretto per un secondo la spalla della ragazza.
 
Willow vide le labbra di Faith piegarsi in un sorriso.
 
Chiuse gli occhi scacciando quei pensieri.
 
*mi senti Faith?*
le comunicò telepaticamente.
 
“Sì…” disse la ragazza ad alta voce.
 
*non è necessario che tu mi risponda ad alta voce*
le disse Willow.
 
Faith si limitò ad annuire, quella volta.
 
*Sicura che nessuno ci senta Willow?*
domandò la cacciatrice bruna.
 
*Sì*
rispose semplicemente Willow.
 
*Ok…cominciamo allora*
 
Willow annuì, chiuse gli occhi, cominciando a recitare sottovoce le parole dell’incantesimo.
Sentì la mano di Faith aumentare forsennatamente la sua stretta, e poi, lentamente allontanarsi.
Sentì lo spazio attorno a lei mutare, gli odori divenire meno intensi, soppiantati da qualcos’altro.
E sentì pioggia.
 
Aprì piano gli occhi, e si guardò attorno: era in un vicolo, la pioggia aveva bagnato i mattoni del palazzo, che riflettevano ora luci bianche e rosse.
 
Willow si strinse nelle spalle guardandosi attorno.
Ok…ed ora dove diavolo era finita?
 
“Qui è dove ho ritrovato me stessa…”
spiegò la voce di Faith, dietro di lei.
 
Willow si voltò, Faith sorrideva, inarcando la testa sotto la pioggia.
Non c’era traccia di durezza sul suo volto, la ragazza non sembrava nemmeno fare caso al fatto che il semplice abito nero che indossava, fosse bagnato, e le aderisse contro il corpo, come una seconda pelle.
Sembrava…serena.
 
“Questo vicolo?” domandò Willow camminando verso di lei.
 
Faith sorrise, mentre ancora teneva gli occhi chiusi.
“Quando penso di stare per crollare…ricordo sempre questa notte…e la pioggia…”
Faith abbassò la testa ed aprì gli occhi.
La guardò per un istante: “Sei nella mia testa, bambina…adattati….”
 
Willow sollevò le mani.
“Non mi sentirai dire una parola…”
 
Faith rise, mentre le si avvicinava.
“Non so perché siamo qui…non c’entra niente con B…hai idea di cosa dobbiamo fare?”
 
Willow si guardò attorno.
“E’ la tua testa Faith, sai tu cosa fare….”
 
Faith si strinse nelle spalle, poi le prese una mano e disse: “Camminiamo…arriveremo da qualche parte…”
 
“Uh…ok…” mormorò Willow.
 
Faith sembrava tranquilla, mentre cominciarono a camminare mano nella mano, per quel vicolo, sembrava adorare la pioggia che le bagnava il volto ed i capelli.
Si fermò solo quando sentirono delle grida.
Faith deglutì.
 
“Cos’è stato?” domandò Willow.
 
La ragazza si voltò, verso di lei, indossava un abito rosso sangue ora, ed il suo volto aveva perso un po’ di quella pace.
“Hai idea di quante persone io abbia ucciso Willow?
Queste sono le loro urla…e le mie…”
 
Faith abbassò la testa, mentre ciocche bagnate le ricadevano davanti il volto.
 
“Urlerò…”
disse e la sua voce, era quella di un uomo.
“Beh…chi è che non lo farebbe?”
continuò con la sua voce
 
“Faith?” domandò Willow.
Non era spaventata.
Sentiva che la ragazza non le avrebbe fatto del male.
 
Era stanca del sangue, e di quelle urla, Faith.
Lo sentiva chiaramente Willow, tanto che le si avvicinò, domandando: “Come ti senti?”
 
La cacciatrice si passò una mano tra i capelli.
“Sporca…ma ormai ci ho fatto l’abitudine…”
deglutì e mormorò: “andiamo avanti”
 
Willow riprese la mano di Faith nella sua, mentre ricominciavano a camminare.
La pioggia era più insistente ora.
Ed era fredda, incredibilmente fredda.
 
Faith guardava dritta davanti a se, il rosso del vestito era divenuto più scuro ora, e contrastava col candore della sua pelle.
Col pallore del suo volto.
 
Svoltarono un angolo, trovandosi di fronte un magazzino.
“Siamo arrivate…” mormorò Faith.
 
“Buffy è qui?” domandò Willow.
 
Faith non rispose, lasciò andare la sua mano, avanzando di qualche passo.
“Sì…” sussurrò.
Abbassò la testa, chiudendosi nelle braccia.
 
“Faith?” domandò Willow.
 
“Faith?”
era stata la voce di Wesley a parlare.
 
Willow scosse la testa quando guardò Faith: non indossava più l’abito rosso, ma un semplice abito bianco.
L’abito aveva le maniche lunghe, ma le lasciava scoperte le spalle.
La pioggia lo bagnava, rendendo il tessuto quasi lucente.
Ed il volto di Faith…era radioso.
 
Willow non credeva di averle mai visto un’espressione simile negli occhi.
 
Wesley avanzò verso la cacciatrice, era vestito come quella mattina, con un paio di jeans, ed un semplice maglione grigio.
 
“Che ci fai qui?” domandò Faith.
 
Wesley le sorrise, allungando una mano per scostarle dalla fronte alcune ciocche di capelli, e Willow dovette abbassare la testa, sentendosi improvvisamente di troppo.
 
Ok, quel viaggio nell’inconscio di Faith stava rivelandosi più strano del previsto.
 
“Sono qui per proteggerti…” rispose semplicemente Wesley.
 
Willow sollevò la testa, inarcando le sopracciglia in direzione della cacciatrice.
La ragazza si strinse nelle spalle.
“E’…”
 
“Il tuo inconscio…” sussurrò Wesley.
Le prese una mano baciandone il dorso prima di continuare:
“Sei tu che vuoi che io rimanga, Faith….”
 
La cacciatrice guardò per un istante l’uomo prima di annuire.
Si voltò poi a guardare Willow e disse: “Sembra che avremo compagnia..”
 
Willow sospirò avvicinandosi.
Osservò il magazzino.
Era un edificio nero, senza finestre. Con una sola enorme porta.
 
La mente di Faith stava rivelandosi una scatola cinese, e la cacciatrice si era presa una cotta per Wesley Wyndam Pryce…
…ed ancora non avevano il minimo indizio sul dove si trovasse esattamente Buffy.
…Willow stava cominciando ad avere mal di testa.
 
“Siamo arrivati…” ripeté Faith.
La ragazza si allontanò da Wesley, avvicinandosi alla porta del magazzino.
“E’ qui dentro…”
 
Willow annuì, mentre Faith appoggiava la mano sulla porta e le si avvicinò ulteriormente.
 
Sentì una corrente fredda attraversarle il corpo, chiuse gli occhi, sentendo il cuore batterle all’impazzata, ed una forza, come mai aveva provato fino a quel momento invaderle il corpo, correrle nelle vene, insieme al sangue.
 
La ragazza inarcò la testa, ansimando.
“E’ questo quello che prova una cacciatrice?”
 
“No” risposero insieme Wesley e Faith.
 
Willow aprì gli occhi, e per un istante, un solo istante, desiderò non averlo fatto.
Per un istante desiderò chiudere gli occhi e spezzare l’incantesimo.
 
Era l’inferno…
Doveva…
Doveva essere l’inferno.
 
Il cielo era rosso, proprio come aveva spiegato Faith…ed il tanfo di sangue rendeva l’aria quasi irrespirabile…
Willow voltò la testa, deglutendo convulsamente.
 
“E’ qui che si trova Buffy?” domandò.
 
“Sì…”
 
Willow sbatté gli occhi, incredula, mentre il cuore cominciava a batterle furiosamente in petto.
 
“B..buffy?” domandò voltandosi.
 
Era lei.
I lunghi capelli biondi, raccolti in una coda di cavallo, sembrava più grande…sembrava fossero passati anni dall’ultima volta che l’aveva vista viva, al Magic Box.
 
“No” disse l’altra scotendo la testa.
“Sono sempre io…te l’ho detto…vedo tutto attraverso i suoi occhi”
 
Sorrise.
Ed era il sorriso di Buffy…e Willow si rese conto, di non ricordare quando l’aveva vista sorridere così l’ultima volta.
 
“Seguimi ” disse. Prese una mano di Wesley nella sua, e s’incamminò, mentre attorno a loro, Willow riusciva a sentire urla: umane e di demoni.
 
“Lei ha paura Willow…tanta, tanta paura…”
Sogghignò…e Willow si ritrovò a ricacciare indietro lacrime…
Dio….Dio…quanto le mancava Buffy.
 
“Noi siamo qui per questo…”
 
***
 
 
La situazione sarebbe stata quasi divertente in altri momenti.
Spike guardava Giles ed Angel, cercare disperatamente di fare conversazione.
Cercavano disperatamente di essere civili l’uno con l’altro.
E a giudicare dalla tensione, palpabile nella stanza, stavano fallendo miseramente.
 
In altri momenti sarebbe stato divertente, forse.
Ma non quel giorno.
Non quando attendevano tutti che Willow tornasse con notizie certe sul dove si trovasse Buffy.
 
Spike si accese una sigaretta pensando a quanto quel chip che gli avevano ficcato nel cranio dovesse avergli fritto il cervello, perché capiva i punti di vista di entrambi.
 
Capiva Angel.
E solo quella consapevolezza lo spinse a stringere i denti per la frustrazione.
Sapeva quanto fossero difficili al perdono le persone di Sunnydale.
Sapeva quanto difficile fosse convincerli di essere cambiati….specie poi nel caso di Angel.
 
E capiva Giles.
Capiva il suo risentimento.
Poteva sapere intellettualmente che Angel non era responsabile per quanto era avvenuto anni prima…ma considerato il modo in cui Angelus aveva infierito su di lui quella notte, chi poteva dargli torto?
 
<Maledizione…da quando mi sono trasformato in una mammoletta?>
pensò.
 
<perché Buffy…l’altra non così piacevole Buffy…
se accadesse qualcosa a Dawn ne sarebbe distrutta…
 
non potrei vivere vedendola soffrire così… >
 
Spike sospirò, attirandosi così gli sguardi incuriositi di Angel e Giles.
 
“Cos’è?” scattò. “Solo i vampiri con l’anima e gli osservatori possono sospirare?”
 
Angel e Giles si scambiarono un’occhiata.
 
…e poi accadde l’incredibile.
Sorrisero.
Entrambi.
 
E Spike si ritrovò ad aggrottare la fronte, sorpreso.
“O-ok” disse dopo qualche istante di silenzio.
“Avete deciso per l’incantesimo?”
 
Giles ed Angel si guardarono per un istante.
“Sì” rispose infine l’osservatore.
“Anche se molto dipenderà da quanto ci dirà Willow al suo ritorno…”
 
Spike scrollò le spalle. “Grandioso…e nel frattempo? Rimaniamo qui a rinvangare i vecchi tempi? Continuiamo a lanciarci fulmini con gli sguardi?”
Si rimise in piedi, e si avvicinò al tavolo dove Angel e Giles erano seduti e disse: “Posso darvi un consiglio? Per il bene di Buffy…parlate…chiaritevi…non vorrei che nel mezzo dell’incantesimo uno di voi si lasciasse andare a piacevoli o poco piacevoli reminiscenze…”
Si chinò verso di loro sibilando.
“Siamo qui per Buffy…e per lei…risolverete, smetterete di comportavi da idioti…chiari?”
 
Sia Angel che Giles fecero per parlare, ma Spike sollevò una mano. “Dopo potrete allearvi ed impalettarmi…” deglutì.
“Ma dopo…”
si strinse nelle spalle ed uscì dalla stanza lasciando Angel e Giles da soli.
 
Era fuori la porta quando sentì Angel commentare: “Forse è arrivato il momento di parlare…”
 
“Forse…” mormorò Giles.
 
Spike sorrise debolmente.
 
<dovrete essere forti, coraggiosi
prendervi cura gli uni degli altri…>
 
Si avviò al bancone.
Scacciando i ricordi di quella notte.
Scacciando tutti i ricordi.
 
Poche ore.
Solo poche ore e tutto avrebbe avuto inizio.
O sarebbe finito.
Di nuovo.
 
***
 
 
Candele.
Tante candele illuminavano la stanza. Faith vedeva l’uomo osservare in silenzio le tre persone che gli erano sedute di fronte.
Aveva visto Willow sussultare, riconoscendo in uno degli uomini il suo ex ragazzo.
E sgranare gli occhi di fronte all’uomo immobile, i cui occhiali non riuscivano a nascondere il dolore nelle iridi chiare .
 
Dolore…era quello che stava provando Buffy in quel momento.
 
Tanto forte da mozzarle il respiro.
Tanto forte che si era aggrappata ai bordi del tavolo mentre dietro di lei, Wesley e Willow guardavano.
 
Guardavano senza capire.
Guardavano senza sapere.
 
“Il tuo sangue” spiegò piano Rocko
“Aprì il varco tra le dimensioni.”
 
Sangue.
Il sangue di Buffy.
Lo sentiva nelle vene, scorrere, bruciare come veleno.
Ardere.
 
“Lo so” sentì se stessa dire.
 
“Ripeteremo il rito…con alcune modifiche…solo così chiuderemo la bocca dell’inferno”
fu Jeremiah a parlare.
 
E Faith sentì la rabbia di Buffy.
L’umiliazione
…e la rabbia di Willow…qualcosa di oscuro…denso dentro di lei.
 
Qualcosa che riconosceva…ed aveva imparato a temere.
 
“Quando” sentì se stessa domandare.
 
“Stanotte alle vecchie torri…sarò io a farlo”
Rocko parlò velocemente
La sua voce intensa.
Come quella del vampiro che la cacciatrice bionda amava.
E proprio come quella di Spike, la voce dell’uomo bruno era piena di dolore…e sensi di colpa.
 
Si alzò, mentre sentiva le sue gambe faticare a sostenere il suo peso…mentre sentiva la sua pelle tendersi.
“A stasera allora…”
 
“Buffy?” disse piano una donna.
Faith si voltò, la donna bionda…Cathleen, sospirò prima di dire: “Non abbiamo la certezza…che…”
 
“Non sanno se ritornerai alla tua dimensione?” domandò Wesley sottovoce.
 
Faith dovette faticare per non sorridere.
Il suo inconscio era rappresentato da Wesley?
La vita era decisamente, fottutamente, strana.
 
“Chiudete la bocca dell’inferno…il resto non ha importanza….” Disse.
Fu Buffy a volerlo dire.
E Faith fu sorpresa nel constatare…che la sua mente, il suo sangue…le avevano suggerito la stessa risposta.
 
Che cosa le era capitato?
C’era certezza nel cuore di Buffy…riusciva quasi a vedere i suoi ricordi, e lo stesso senso di pace che doveva averla accompagnata quando si era gettata da quella piattaforma.
 
Guardò Rocko, e sentì il cuore della cacciatrice stringersi in una morsa.
Rimpianto.
Così tanto rimpianto.
Per quanto non aveva detto, fatto.
Per il dolore che aveva causato a quell’uomo... la cui unica colpa era quella di somigliare a Spike.
 
“E’ identico a Spike…” mormorò Willow dietro di lei.
 
Faith non si voltò, ma sorrise dentro di se, quando sentì la voce di Wesley dire: “Solo fisicamente, Willow…è questo che ha reso le cose complicate…presumo.”
 
Le altre persone si alzarono, solo Rocko rimase seduto.
“Sì, stasera…sarò io…” Rocko s’interruppe, incontrando lo sguardo di lei.
“a compiere il rito”
 
Faith si strinse nelle spalle.
“Bene” sentì la voce di Buffy dire.
“A stasera allora…”
 
Faith chiuse gli occhi, quando Buffy lasciò la stanza, e quando li riaprì, si ritrovò di nuovo nel vicolo. Il vicolo dove aveva ritrovato la sua anima, dove il veleno che piano l’aveva consumata era sgorgato dai suoi occhi insieme alle lacrime. Il vicolo dove Wesley l’aveva vista tra le braccia di Angel.
 
“Fa freddo” mormorò, sentendo l’abito che indossava aderirle contro la pelle.
 
“Abbiamo finito?” domandò la voce di Wesley dietro di lei, Faith si voltò, l’uomo era accanto a Willow, ora, e sul suo volto vi erano lividi, sangue gli incrostava il labbro inferiore, e sul collo portava ancora il legaccio col quale gli aveva tappato la bocca.
 
Deglutì. “Perché…” soffiò, mentre Willow le si avvicinava, i capelli della ragazza fradici di pioggia, come i suoi.
 
“E’ la tua mente, sono i tuoi ricordi….” Mormorò lei.
 
“Io…” La cacciatrice bruna prese un respiro profondo prima di dire: “voglio andare via…sappiamo quando avverrà il rito….”
 
“Siamo ancora bloccati, Faith” disse Wesley avvicinandosi piano, e Faith vedeva il suo volto ferito, la camicia semisbottonata, intrisa di sangue. “c’è qualcosa di oscuro…”
 
La ragazza indietreggiò, scotendo la testa, abbassò le mani, aspettandosi quasi di vederle sporche di sangue, sgranò gli occhi, invece, quando le trovò pulite, bianche.
 
Sentiva oscurità…ma non scaturiva da lei. La sentiva nella pioggia, nell’aria, tutta attorno a se, ma non dentro di lei.
 
Per la prima volta da tanto tempo, non proveniva da lei.
 
Guardò Wesley, le sue ferite, non lesse odio nei suoi occhi chiari, era giunto alle sue stesse conclusioni?
 
Doveva averlo fatto, era parte di lei, era stata lei a creare la sua immagine in quel complicato incantesimo creato da Willow.
 
Willow…
 
Si voltò a guardare la ragazza, era vestita in modo diverso, ora. Non riusciva a vedere bene il suo abito, ma vedeva il soprabito viola che indossava, che esaltava il suo incarnato pallido, troppo pallido.
Wesley le si avvicinò e Faith sussultò quando le prese una mano.
 
Possibile…possibile che si trattasse proprio di Willow?
Possibile che l’oscurità provenisse da lei? Dalla stessa ragazza che una volta aveva stretto a se, puntandole un coltello alla gola?
 
La stretta di Wesley sulla sua mano s’intensificò e Faith deglutì, sforzandosi di sorridere, quando incontrando lo sguardo della ragazza vide le sue pupille completamente dilatate.
 
Nere.
 
Come il buio di quel vicolo.
 
“Dobbiamo andare, ora, Willow…” disse Faith, imitata pochi istanti dopo da Wesley.
 
Willow si avvicinò, portava di nuovo la semplice felpa chiara ed i pantaloni che aveva indossato quando l’incantesimo era cominciato.
 
Esitò Faith, prima di lasciar andare la mano di Wesley…ed esitò nello stringere quella della ragazza.
 
Sentì le sue parole, sebbene ella non avesse aperto bocca, sentì la forza in esse, e di nuovo l’oscurità. Si sentì senza fiato, e la pelle del suo volto tendersi per qualche istante, soffocò un urlo, e quando aprì gli occhi ammiccò, sorpresa nel ritrovarsi nel salotto dell’appartamento di Giles.
L’incantesimo era stato completato, avevano le risposte che avevano cercato.
 
Ma c’era ancora qualcosa di sbagliato…di incredibilmente sbagliato.
 
Willow non sembrava rendersene conto, comunque, ansava leggermente, il volto pallido imperlato da stille di sudore, la guardò e Faith per un istante temette che gli occhi della ragazza sarebbero stati completamente neri, come poco prima, ma non accadde, erano verdi, sebbene leggermente arrossati.
 
“Questo è stato un viaggio da raccontare…” mormorò la ragazza.
 
Faith annuì piano, sussultando quando Wesley parlò: “Avete scoperto dove si trova Buffy?”
 
La cacciatrice si voltò verso la voce dell’uomo: Wesley era dietro di lei, un espressione incuriosita sul suo volto.
Dovresti saperlo…pensò
 
*non può, era la tua immaginazione, ricordi?* le comunicò silenziosamente Willow.
 
Faith sussultò, tornando a guardare la ragazza che si era alzata e sorrideva stancamente.
 
“Hai ragione” disse ad alta voce.
 
Non voleva sentire la voce della ragazza nella sua testa. Il potere di Willow Rosenberg era troppo grande, troppo forte, e Faith non era sicura di poter confrontarsi con lei, non in quel momento.
 
“Riguardo cosa?” domandò Wesley incuriosito.
 
Faith sorrise, quando guardandolo disse: “Niente…sappiamo quanto c’è da sapere…ora non dobbiamo fare altro che…” fece per alzarsi, ma dovette aggrapparsi ad un bracciolo del divano, scoprendo che non le reggevano le gambe.
 
Wesley fu immediatamente al suo fianco, e Faith per un istante ebbe voglia di piangere.
Perché, perché quell’uomo era così gentile con lei? Proprio con lei?
 
Aveva dormito tra le sue braccia la notte precedente, e si era sentita in pace, come non si sentiva da anni e al risveglio, lui era stato accanto a lei, addormentato, una mano affondata nei suoi capelli, un’altra poggiata sulla sua spalla.
 
Sospirò, e Wesley le circondò le spalle con un braccio dicendo: “Sei pallida Faith, forse dovresti riposare…”
 
“Sto bene…” mentì la ragazza.
 
“A guardarti non si direbbe” commentò Willow. “E’ stato un incantesimo molto potente…faresti meglio a riposare…” si strinse nelle spalle e disse: “Io torno al Magic Box…” la ragazza guardò Wesley dicendo: “rimani tu con lei?”
 
“Naturalmente, vi raggiungeremo non appena Faith recupererà le forze…”
 
Willow annuì, recuperando la sua borsa da una sedia, si avviò alla porta dicendo: “Abbiamo ancora qualche ora…credo che con l’aiuto di Tara e Giles dovremmo riuscire a stabilire l’orario esatto per compiere il rito…” li salutò con un cenno della mano, chiudendosi poi la porta alle spalle.
 
“Come ti senti?” domandò Wesley, sedendosi accanto a lei sul divano: “davvero?”
 
Faith deglutì: “Stanca…e c’è qualcosa che devo dirti…beh, a dir la verità ci sono un casino di cose che devo dirti…ma questa è importante: riguarda Willow”
 
***
 
Nessuno entrava in quella piccola stanza. Rocko non ricordava da cosa fosse stata ricavata, sapeva solo, che dal primo giorno…dal primo momento quello era stato il *suo* posto, quello dove studiava, dove si nascondeva quando il dolore era troppo forte, quella era la stanza dove riponeva i componenti per gli incantesimi.
 
Gli incantesimi…l’uomo sorrise amaramente, guardando le boccette ordinatamente riposte sugli scaffali, cristalli di vari colori, libri…ed il pugnale.
 
Deglutì, chiudendo gli occhi per qualche istante. Il silenzio di quella stanza era insopportabile, era assordante, fece qualche passo, verso un tavolino, vi era un piccolo mangianastri, inserì una cassetta senza nemmeno guardare, senza nemmeno pensare.
 
Poche ore.
Solo poche ore ed avrebbe ucciso Buffy.
L’avrebbe mandata via dalla loro dimensione, chiudendo finalmente la bocca dell’inferno.
Non sapeva se sarebbe tornata alla sua dimensione…e se sarebbe stata viva.
Per il bene di quella dimensione, dei superstiti, aveva deciso di portare avanti il rito.
 
<Ed è così che ti sei ritrovato ad esserne il leader?>
 
Le parole di Buffy, parole pronunciate tanto tempo prima gli tornarono alla mente.
 
<Ti sbagli…io non sono un leader.>
 
Davvero lo aveva creduto? Aveva creduto che fare in modo che tutti sopravvivessero, fosse il suo dovere, non si era mai considerato un leader.
Non aveva voluto quella responsabilità.
 
Eppure ora, stava condannando la donna che amava a morire…per il bene di tutti.
 
**say when you're alone it's better 'cause nobody knows you
 When no one's your friend it's better 'cause nobody leaves you.
So you turned your back on a world that you could never have
'Cause your heart's been cracked And everyon'e else's is goin' mad ***
 
Rocko si passò una mano tra i capelli, mentre il suo sguardo si posava sul coltello. Avrebbe usato quell’arma per incidere la pelle di Buffy, ed avrebbe visto il rosso vermiglio del suo sangue aprire il varco tra le dimensioni, necessario per chiudere la bocca dell’inferno.

Sussultò quando sentì bussare alla porta. Nessuno bussava mai a quella porta, mentre era solo in quella stanza, nessuno si avvicinava. Nessuno lo aveva mai fatto.
 
“Avanti” disse con voce roca.
 
** But I hear voices
 And I see colours
 But I wish I felt nothing
then it might be easy for me like it is for you**
 
“Ehi…” la voce di Buffy sembrò penetrargli fin sotto pelle. Avrebbe voluto voltarsi per guardarla, ma non ci riusciva. Sentì la ragazza, avvicinarglisi, sentì il suo respiro, lieve.
 
“La notte che morii…” cominciò lei.
 
** Now all of those people come up from deep holes
 pullin' you down and it's just no use
 When all the abuse follows you down.**
 
Rocko si voltò di scatto: “Tu non sei morta!”
 
<Non ancora…>
 
Buffy scosse la testa: “Era tutto così chiaro nella mia mente, nel mio cuore….Dawn doveva sopravvivere, non m’importava del resto….niente aveva più significato per me, eccetto la vita di mia sorella…”
 
“La chiave” mormorò piano Rocko.
 
Buffy scosse la testa: “No…era la parte migliore di me, la mia innocenza… ” la ragazza sospirò. “La mia famiglia…sapevo, sentivo che in un modo o in un altro…non sarei riuscita a vincere quella battaglia, ma non m’importava, volevo solo che Dawn sopravvivesse a quella notte…chiesi a Spike, di proteggerla…”

Rocko chiuse gli occhi, stringendosi nelle braccia mentre ascoltava le parole di Buffy. La voce della ragazza era poco più che un sussurro, e sentiva che cercava di soffocare lacrime.
 
“Mi ero già resa conto di provare qualcosa per lui…” stava continuando intanto Buffy. “ma…” la ragazza prese un respiro profondo: “ero terrorizzata all’idea di amare…”
 
“E’ un vampiro…” mormorò Rocko. “e tu sei una cacciatrice, è comprensibile…”
 
Fu sorpreso dalla risatina che sfuggì dalle labbra di Buffy: “Oh, non era quello a spaventarmi…era l’idea di essere di nuovo vulnerabile…l’idea di ” esitò per un istante prima di aggiungere: “rischiare il dolore….”
 
Rocko la guardò: Buffy teneva le braccia incrociate contro il petto, la testa bassa. “Spike mi disse che…sapeva che non l’avrei mai amato…ma che lo trattavo come un uomo” sul volto di Buffy apparve un’espressione quasi disgustata e Rocko realizzò che era verso se stessa che provava quel disgusto, passò qualche istante di silenzio prima che la ragazza sollevasse la testa e dicesse: “la verità era che si sbagliava…lo amavo…ma non l’avevo mai trattato come un uomo…”
 
“Lui non è un uomo….” Protestò debolmente Rocko. “è un vampiro…”
 
Buffy si avvicinò lentamente a lui, e Rocko sussultò, quando lei gli sfiorò il volto con le mani. “E’ vero…” disse lei. “Ma mi ci è voluto l’inferno per conoscere il suo cuore…per comprenderlo e per…”
 
**By the morning you've gone leavin' me here all alone
 Sayin' it's no mystery I know that nobody here needs me
 And I know you believe that you and me don't belong here**
 
“smettere di avere paura” terminò Rocko per lei, allontanandole gentilmente le mani dal volto.
 
Buffy annuì. “Volevo che tu sapessi, Rocko…” deglutì. “Volevo che comprendessi il perché…”
 
“Non occorreva…” mormorò l’uomo. “l’ho sempre letto nei tuoi occhi…” abbassò la testa mentre diceva: “suppongo che una persona innamorata le avverta certe cose…”
 
**I wish I felt nothing...**
 
Buffy gli accarezzò i capelli, senza parlare, e Rocko sollevò la testa, piano: gli occhi verdi della ragazza erano pieni di lacrime, i lunghi capelli biondi, per una volta erano sciolti, e le incorniciavano il volto.
 
 Rocko allungò una mano, per accarezzarli, lasciando scorrere tra le dita una ciocca. “Io ti amo Buffy…” disse, e questa volta non temette di pronunciare ad alta voce quelle parole.
 
Lacrime solcarono le guance della ragazza, che strinse le labbra prima di abbracciarlo. Rocko chiuse gli occhi, sentendo la gola stringerglisi in un groppo doloroso, che gli tolse il respiro. Strinse la ragazza a se, lasciando che il tepore del suo corpo, che il suo odore, gli penetrasse fin sotto pelle.
 
“Mi dispiace” mormorò la ragazza contro la stoffa della sua camicia. Rocko strinse gli occhi, continuando ad accarezzarle i capelli.
Non rispose alle parole della ragazza, si limitò a stringerla più forte a se.
 
Desiderando con tutto se stesso di poter cambiare le cose.
Desiderando che quelle che la ragazza stava versando fossero state lacrime di gioia.
Desiderando essere Spike, un vampiro, un non morto…