Communication

Scritto da: Kantayra
Tradotto da: **AnneLiz-Alexandra**
Spoiler per: Dalla 2^ Season fino a "Buffy vs. Dracula" 5x1
Pairing: B/R
Rating: PG13
Summary: Collocato da qualche parte all'inizio della 5^ Season. Buffy e Riley decidono che devono parlare, ma in qualche modo la conversazione si gira su Spike. Transizione da B/R a B/S.
Disclaimer: Non mi appartiene niente. Invidio le grandi idee come i  personaggi di "Buffy" che provengono da persone come Joss. Immagino che sia una gran bella cosa che non vengo pagata altrimenti sarei passabile di denuncia.

Note dell'Autrice:  Questo è il primo pezzo di fanfic di Buffy che abbia finalmente completato. Così voglio veramente sapere com'è venuto. Tutte le critiche sono benvenute. Ho anche provato a non trasformare Riley in un completo perdente (anche se è quello che è, proprio come Spike è il vampiro più mozzafiato non vivente. *sbavo*). Ok, ora ho finito di balbettare.

Note della Traduttrice: Questa fan-fiction è stata finita nel Maggio 2002. Attualmente Kantayra, la straordinaria autrice di "Communication", ha  scritto molte più storie che sono ugualmente bellissime e che spero di tradurre presto! :)
Distribuzione: Per la distribuzione di questa fan-fiction rivolgetevi per favore alla sottoscritta o a Kantayra. Grazie!

Communication

"Buffy!" Riley disse deliziato dopo aver aperto la porta. "Ehm. entra."

Ridusse velocemente l'entusiasmo nel suo tono quando realizzò com'era strano sembrare sorpreso ad una visita della propria ragazza.

 

"Hey", Buffy camminò nervosamente nella stanza, strofinandosi le mani. Riley  immaginava fosse un'abitudine che aveva acquisito da Xander.

 

"Allora, perché sei qui?" Riley si prese a schiaffi mentalmente. "Uhm, non è che non dovresti venire a visitarmi, o che questo non sia normale, o che."

balbettò velocemente.

 

"No, è ok," Buffy disse gentilmente, guardandolo con occhi colpevoli. "Non vengo più tanto quanto dovrei, e."

 

"Hey, hai altre cose a cui pensare", Riley saltò velocemente in suo aiuto "Cacciare, e beh, cacciare." Notò improvvisamente che lei era rimasta un po' a disagio nel centro della stanza. "Per favore, siediti." Le fece segno

verso il letto.

 

La ragazza si sedette sobbalzando e prese a giocare con il tessuto del suo copriletto quando lui le sedette accanto.

 

"Così." lui cominciò, provando a rompere l'orribile silenzio tra di loro.

 

"Così." Buffy concordò.

 

"Sì."

 

"Giusto."

 

"Allora."

 

"Riley, dobbiamo parlare", lei terminò improvvisamente quello che sarebbe potuto essere un circolo senza fine di 'così' e 'sì'.

 

"Parlare?" Riley chiese. "Di cosa? Beh, non è che non dobbiamo parlare, ma. di cosa?" Ripetette.

 

La ragazza sospirò e rivolse lo sguardo al cielo. "Non so di cosa esattamente. E' solo che io."

 

"Sì?"

 

"Io. ho la sensazione che ci stiamo allontanando recentemente. Come se non fossimo vicini come prima, come se non parlassimo. Così, penso che abbiamo

bisogno di parlare." Terminò il discorso in tono rassicurante.

 

"Perché parlare è un buon modo di comunicare." Riley scherzò leggermente.

 

"Esatto." Lei gli rivolse un piccolo sorriso.

 

"Allora, di cosa dovremmo parlare?"

 

"Non ne sono veramente sicura," si morse leggermente le labbra. "In realtà avevo pensato solo fino alla parte 'abbiamo bisogno di parlare'".

 

"Beh." lui iniziò, piegandosi indietro sui gomiti. "Perché non della novità nella caccia?"

 

Lei grugnì. "Non voglio neanche pensare a quello!"

 

"Dracula?" Riley suggerì. "Sei stata morsa, e."

 

"Ugh!" lei esclamò, mettendosi le mani nei capelli. "Puoi smetterla? E' stata un'ipnosi. Io non volevo essere morsa! E inoltre, è tutta parte del  mio lavoro, e. e. Oops, scusa." Lei realizzò che la sua reazione era stata

esagerata e gli diede un dolce sorriso.

 

"Va bene," Riley alzò le mani per difendersi. "Hai un po' di riluttanza nel parlare dell'argomento Dracula quindi arretro prontamente."

 

"Scusa," Buffy fece ammenda velocemente. "Dovremmo veramente parlare. Se vuoi parlarne." Il modo in cui lasciò la frase in sospeso indicava che, nonostante quello che diceva, questo non era il momento per parlarne.

 

"No, veramente. E' ok." La rassicurò. "Capisco che ci sono alcune cose riguardo una Cacciatrice che mi dirai solo quando ti sentirai pronta a venirne a termini."

 

Buffy gli rivolse un dolce sorriso e si chinò per baciarlo leggermente sulla  labbra. Condivisero un breve e casto bacio prima che entrambi si tirassero  indietro, quasi come se avessero deciso insieme telepaticamente,  per

ritornare all'argomento alla mano.

 

"Allora." Buffy iniziò nuovamente il circolo vizioso.

 

"Spike," Riley esclamò brutalmente.

 

Buffy sobbalzò dalla comoda posizione sul cuscino di Riley al suo sbotto improvviso. Si guardò intorno nella stanza, aspettandosi quasi di vedere il vampiro ossigenato. "Uh? Spike?" Disse quando non riuscì a trovare nessuna ragione logica per cui Riley stesse menzionando il suo nome.

 

"Non 'Cosa sta facendo Spike qui?' ma 'Vuoi parlare di Spike?'" Riley chiarì.

 

La ragazza ricadde all'indietro. "Cosa c'è da dire?" Scrollò le spalle. "Spike è, beh. Spike."

 

"E' un vampiro."

 

"Sì." Duh, lei pensò poi.

 

"E' un vampiro, e tu non lo hai ucciso."

 

"A causa del chip nella sua testa." Buffy concordò. "Non riesco prooprio a capire dove ci porterà questa conversazione."

 

"Non durerà per sempre, lo sai." Il ragazzo sospirò, fissando il soffitto.

 

"Uh?" Lei si sollevò su un gomito per guardarlo.

 

"Il chip." Lui chiarì ancora una volta. "Dovrebbero durare solo per vent' anni, o circa. E' stato il meglio che i nostri scienziati abbiano potuto fare. In più, metti in conto che gli Ostili non dovrebbero scappare. Sarebbero finiti molto prima che il chip smettesse di funzionare."

 

"Così il chip di Spike andrà fuori uso quando avrò quarant'anni?" Buffy disse, divertita. "Qualcosa mi dice che se riuscirò ad arrivare a quell'età,  sarò più che capace di affrontare uno Spike senza chip."

 

"E cosa succede se non ci riesci?" Riley sussurrò le parole piano come se questo servisse a non farle avverare.

 

"Allora sarà il problema di qualcun altro," lei replicò ragionevolmente. "Ci sarà un'altra Cacciatrice, e conoscendolo, andrà dritto da lei e si farà prendere a calci nel sedere."

 

"Tu speri, che si faccia prendere a calci."

 

Buffy girò gli occhi. "E' Spike. Farsi prendere a calci nel sedere è quello che sa fare meglio."

 

Riley si volse a guardarla abbastanza intensamente. "Non è quello che ho sentito," si accigliò lievemente. "Xander mi ha detto che ha già ucciso due Cacciatrici. E che ha quasi ucciso te in molte occasioni."

 

La ragazza sospirò. "Suppongo. Guarda, perché stiamo parlando di questo?"

 

"Perché voglio sapere perché non lo finisci," Riley continuò, leggermente esasperato. "Presto o tardi il chip andrà a farsi friggere, e Spike inizierà ad uccidere e a colpire innocenti. E' inevitabile. Allora perché non

prevenirlo? Perché non polverizzarlo ora che puoi?"

 

"Perché è praticamente senza alcuna difesa," Buffy alzò le mani in aria esasperata. "Non posso solo andare e impalettarlo a sangue freddo, e scusa il gioco di parole. Sarebbe sbagliato, e. ingiusto. Voglio dire, lui diciamo, si fida di me. Non posso ucciderlo tutto all'improvviso."

 

"Sì, puoi!" Il ragazzo insistette. "E' quello che fai. Sei la Cacciatrice. Questo significa che uccidi tutti i vampiri, non importa quanto siano 'senza difesa'. Anche con il chip, probabilmente Spike potrebbe impegnarti in un combattimento molto più dei novellini che polverizzi. Dov'è la differenza?"

 

"Perché lui è Spike!" Buffy esclamò.

 

"Lo so," la voce di Riley si calmò un po'. "Lo so, ma non ci arrivo. Non vedo cosa c'è tra di voi che ti impedisce di ucciderlo."

 

"Io voglio ucciderlo!" Buffy insistette. "E. e smettila! Stai ricominciando di nuovo con la cosa ragazzo-geloso-inutilmente-dei-vampiri! Non c'è niente tra me e Spike!"

 

"Lo so, mi dispiace," Riley si scusò velocemente. "So che non c'è niente tra di voi. Ma c'è qualcosa, e sento che è troppo distante da me, sai? Come se ci fosse questa parte di te che è completamente impossibile da capire per

me, e se potessi vedere cosa c'è tra voi tutto sarebbe perfettamente al suo posto." Si fermò per un secondo. "Quello che dico non ha alcun senso, vero?"

Ridacchiò nervosamente.

 

Lei rimase in silenzio per un minuto. "No, ha perfettamente senso." Rispose finalmente.

 

"Se non vuoi parlarne."

 

"No, va bene," Buffy affermò. "E' solo che non so cosa dire."

 

"Che ne dici di provare a spiegare cos'è Spike per te?"

 

"Incredibilmente irritante." Lei scherzò.

 

Riley rise. "Non posso che concordare."

 

"Definitivamente." Anche lei rise. E poi dopo un minuto, "Era il mio nemico mortale. La mia sfida più grande. Voglio dire, ho combattuto demoni molto più potenti, e ho evitato numerose apocalissi, e ho anche dovuto affrontare un'altra Cacciatrice. Così, Spike non sembra veramente così spaventoso dopotutto, ma ancora."

 

Riley fissò attentamente il suo viso mentre provava a spiegare.

 

"Era. diverso quando combattevo Spike. Era più naturale in qualche modo. Cose se fossimo nati per combatterci, come se questo fosse il nostro scopo sulla Terra: combattere l'altro." Buffy lasciò la frase in sospeso, e aveva nella voce un tono quasi di rimpianto?.

 

"Dimmi che non stai dicendo che preferiresti che lui ti stesse ancora terrorizzando?" Riley esclamò incredulo.

 

"No!" Buffy fece una pausa. "Sì." Poi, più riluttante, continuò, "Non lo so!" Grugnì per la frustrazione. "E' come. lui era il mio nemico mortale, e io ero la sua. E se qualcosa doveva sconfiggerlo, beh, dovevo essere io, non

qualche casuale esperimento del governo!"

 

"Allora sei arrabbiata per il chip?"

 

"Sì, sono arrabbiata!" Diede uno schiaffo al materasso per dare enfasi alle sue parole. "Il che è assolutamente ridicolo perché lui avrebbe solo provato ad uccidermi ancora, e probabilmente avrebbe fatto del male ai miei amici, ma. dannazione! Era la mia sfida! Era la nostra sfida! Non avevi il diritto di privarcene!"

 

Riley la fissò ad occhi spalancati.

 

"Mi dispiace," Buffy si portò lentamente una mano alla bocca. "Questo è stato veramente ingiusto da parte mia. Non lo sapevi. Certo, non lo sapevi. E anche se lo avessi saputo. Non posso aspettarmi veramente che tu capisca."

 

"Ma io voglio capire," lui insistette. "Voglio capirlo. Voglio capire te."

 

La ragazza gli rivolse un dolce sorriso. "Lo so."

 

"Che cos'è per te lui ora?" Riley richiese.

 

Buffy sospirò e si lasciò ricadere sul materasso. "Questo è. molto più difficile da rispondere."

 

"Prova? Per favore?"

 

"Ci sto provando," lei mise un braccio a coprirle il volto e cominciò. "Immagino di aver sempre, diciamo, pensato che se fossi diventata un vampiro sarei stata come Spike. Siamo come poli opposti, ma qualche volta ci sono

questi piccoli momenti che mi fanno pensare che, in profondità, siamo gli stessi."

 

"Uh?" La risposta che Riley le diede era l'unica possibile, anche una persona più eloquente.

 

Buffy sospirò e riprovò. "Hai presente quei cartoni animati dove una persona ha un angioletto su una spalla e un diavoletto sull'altra, e ognuno prova a dire alla persona cosa fare, e litigano tutto il tempo, ma in realtà è solo

una metafora perché sono la stessa persona, nonostante litighino sempre e si odino?"

 

"Così, tu sei un angioletto dei cartoni, e Spike è un diavoletto?" Il ragazzo non poteva che sorridere all'analogia.

 

"Sì, è così. Ho la sensazione che lui mi conosca. mi capisca. Prima quando io e Angel stavamo insieme," ignorò intenzionalmente la tensione di Riley al solo nominare Angel e tirò avanti, "lui sapeva proprio cosa provavo per Angel. Tutti gli altri, inclusi me e Angel, stavamo facendo finta che le cose andassero per il meglio e come erano sempre andate, e poi Spike irrompe nel quadro e ci dà questo solenne discorso su quanto io e Angel eravamo innamorati per essere solo amici. E appena l'ha detto, ho realizzato che aveva ragione. Era quello che stavo pensando anch'io, ma avevo troppa paura di ammetterlo anche a me stessa. Quel giorno fu come se mi avesse conosciuto meglio di me stessa. E immagino di provare anch'io lo stesso per lui."

 

"In che senso?"

 

"Quando abbiamo formato un'alleanza per battere Angelus. E quando è venuto da me in cerca di aiuto perché stava morendo di fame a causa del chip.

Potevo quasi vedere all'interno della sua testa. Sapevo proprio che potevo fidarmi di lui perché lo conoscevo. E'. difficile da spiegare."

 

"No, stai facendo un ottimo lavoro," Riley scosse la testa. "Penso di capire quello che stai dicendo. Intendo, voi siete diversi, ma siete uguali. Entrambi vi buttate nella mischia senza prima pensare, e seguite ciecamente

il cuore, e siete attivi e impazienti e imprevedibili, e nessuno dei due si tira mai indietro da una sfida, ed entrambi amate litigare, e. ehm, senza offesa."

 

Lei rise. "Nessuna offesa. Va tutto bene. Siamo entrambi cocciuti, e testardi come muli, e qualsiasi altra metafora con animali a cui puoi pensare."

 

Anche Riley sghignazzò. "Peccato che tu sia la buona e non possa irritarlo con le tue visioni introspettive come fa lui."

 

"Posso farlo e lo faccio." Buffy ridacchiò. "Pensi che gli faccia piacere che gli si ricordi costantemente che ora è solo il 'vorrei-essere-il-Grande-Cattivo'? O che è castrato, domato, senza identità, e completamente frustrato? O che non è mai stato veramente cattivo a causa del suo amore per Drusilla e che la sola ragione per la quale correva dietro le Cacciatrici era provare al mondo che poteva essere veramente un vampiro."

Lasciò la frase in sospeso, un'espressione quasi rapita in viso.

 

"Buffy?"

 

"Mhm?"

 

"Buffy!"

 

"Uh?" La ragazza uscì dal suo stato ipnotico.

 

"Sei qui tra noi?" Riley scherzò.

 

"Sì, credo. Questa è un'altra cosa che ci caratterizza. Io ero la Cacciatrice che amava, e lui il vampiro che amava, e questo ci ha dato, diciamo, un vantaggio, perché ci ha dato qualcosa per cui combattere, e poi combattevamo l'uno contro l'altro ed eravamo quasi legati a doppio nodo. Eravamo troppo simili perché uno dei due potesse prevalere sull'altro. Eravamo la sfida dell'altro. Eravamo. pari."

 

"Buffy." Il tono di Riley era estremamente serio ora. "Voglio che tu mi dica la verità, e intendo la verità onesta e completa, anche se pensi che mi ferirà."

 

"Ok, adesso mi stai veramente spaventando." Lei provò ad alleggerire la conversazione nonostante l'intensità del suo sguardo.

 

"Voglio che tu mi dica cosa provi per Spike, veramente e completamente." Il ragazzo lottò per non rompere il contatto con gli occhi. "Voglio sapere."

 

La ragazza deglutì e incontrò i suoi occhi. "Non-non sono innamorata di lui o qualcosa del genere, se è quello che stai chiedendo." Decise di iniziare dalla parte più facile. "Non ho definitivamente alcun sentimento per lui in

quel senso. E non è neanche un amico. Ma."

 

"Ma?" C'era ancora molta serietà.

 

Buffy si coprì il viso con una mano. "Oh Dio, qualsiasi cosa tu faccia, non dire mai a nessuno che ho detto questo."

 

"Non lo farò." La rassicurò.

 

"Non lo odio." Lei bisbigliò.

 

"Okaaay."

 

"Non è che non voglia," lei chiarì velocemente. "E' più come se non possa odiarlo. Ci provo, veramente, ma in qualche modo lui è parte di me. Penso di aver bisogno di lui, diciamo, o almeno ho bisogno di sapere che c'è qualcuno come lui lì fuori. E' come se." Si guardò intorno, cercando con lo sguardo l'ispirazione che le mancava e- forse sfortunatamente-  i suoi occhi caddero su un  sandwich mezzo mangiato sulla scrivania di Riley. "E' come quei batteri che hai nello stomaco. Sai che ci sono e pensi, 'Ewww, che schifo! Non voglio alcun batterio in me!' ma hai bisogno di loro nonostante non vorresti."

 

Riley stava riuscendo a stento a contenere le sue risate. "Spike è come i batteri dello stomaco?"

 

"Già, Spike è come i batteri dello stomaco," Buffy dichiarò orgogliosamente tra le proprie risatine.

 

"Posso utilizzare questa frase fuori dal suo contesto?" Il ragazzo scherzò.

 

"Certo. beh, non con Spike. Conoscendolo, probabilmente interpreterebbe subito cosa intendevo." La sua voce ritornò gentile. "E' bravo a farlo."

 

"Chiaro," Riley le sorrise. "Non dirlo a Spike."

 

La ragazza sembrò quasi tirare un sospiro di sollievo allora.

 

"Posso farti una domanda più ficcanaso?" Riley stava cominciando a pensare di star spingendosi troppo in là. "Una del tipo ho-studiato-psicologia-per-troppo-a-lungo?" Decise di alleggerire un po' le cose prima di sganciare la sua bomba.

 

"Uh- oh, ora sono nei guai," Buffy sorrise.

 

"Se sei a disagio, non devi rispondere. Non voglio davvero farti alcuna pressione."

 

"Se sarò a disagio, te lo dirò. quando finalmente riuscirai a fare la tua domanda." Lei lo prese in giro.

 

"Eccola che va." Riley serrò gli occhi. "Cosa pensa il tuo subconscio di Spike?" Aprì un occhio nervosamente per provare a misurare la sua reazione.

 

"Vuoi sapere dei miei sogni." La ragazza rispose pensosamente.

 

"Sì." Lui concordò. "So che è veramente ficcanaso, ma."

 

"E' ok. Penso di poter rispondere." Gli diede un sorriso un po' tirato. Devo essere capace di farlo, aggiunse nella sua mente. Se non riesco a fidarmi di lui, non funzionerà mai tra di noi. "Io. sogno di lui. E io." La sua faccia

diventò di un rosso luminoso, e la ragazza girò nervosamente lo sguardo verso un punto vacuo sulla parete.

 

"Hai sogni sessuali riguardo lui?" Riley premette.

 

"Sì." La sua risposta non era che un leggero bisbiglio.

 

"Hey, Buffy, è tutto a posto," Riley la rassicurò. "Spike è una creatura molto sessuale. Sarebbe normalissimo che la tua mente collegasse le due cose."

 

"Ugh!" La ragazza esclamò. "Non voglio assolutamente sentire le parole 'Spike' e 'sessuale' nella stessa frase!"

 

"E vedi, la tua mente conscia è propriamente disgustata dall'idea." Riley riuscì a rivolgerle un piccolo sorriso.

 

"A te va bene questo, diciamo," Buffy si volse improvvisamente verso di lui. "Voglio dire, ho appena ammesso di avere sogni e fantasie riguardo un altro

ragazzo, e tu non sei impazzito o niente."

 

"E' perfettamente naturale. Lo so. Inoltre, forse anch'io ho fatto dei sogni riguardo altre persone." Lui aggiunse.

 

"Veramente?" Buffy domandò. "Chi?"

 

"Ehm. ok, così forse non ho avuto quei sogni." Riley replicò impacciato. "Ma ciò non significa che non potrei averli."

 

"Sogni di me?" Buffy chiese.

 

"Beh, sì."

 

"Questo è così. dolce," la sua mano destra si mosse per accarezzargli la guancia. "Anch'io sogno di te, sai. Molto. E più di Spike." Ok, così quest' ultima parte era una bugia, ma. la maggior parte è stata onesta, giusto?

 

Lui baciò leggermente il palmo della sua mano. "Mi sembra un po' ridicolo sognare," la tirò nel suo abbraccio. "quando siamo entrambi qui."

 

Buffy ridacchiò leggermente prima di baciarlo piano. Non passò molto prima che la passione dei loro baci li consumasse.

 

***

 

Per una volta Riley era rimasto sveglio dopo che Buffy si era addormentata. Mentre guardava la forma addormentata della donna che amava, non poteva

evitare di provare un po' di amarezza per la conversazione che avevano avuto prima. Certo, avevano parlato. Ed era la prima volta in molto, molto tempo

che lei era stata completamente aperta con lui, aveva l'impressione. Ma ancora.

 

 

"In profondità siamo gli stessi."

 

"Lui mi conosce. mi capisce. Sapeva proprio cosa provavo."

 

"Potevo quasi vedere all'interno della sua testa.  Sapevo proprio che potevo fidarmi di lui perché lo conoscevo."

 

"Eravamo troppo simili perché uno dei due potesse prevalere sull'altro. Eravamo la sfida dell'altro. Eravamo. pari."

 

"Penso di aver bisogno di lui, diciamo, o almeno ho bisogno di sapere che c' è qualcuno come lui lì fuori."

 

"Conoscendolo, probabilmente interpreterebbe subito cosa intendevo. E' bravo a farlo."

 

Era tutto quello che lui avrebbe sempre voluto avere con Buffy. Lui voleva essere quello che la conosceva, quello che la capiva. Lui voleva essere quello di cui lei aveva bisogno. Lui voleva interpretarla. Lui voleva essere

il suo pari. Perché per quanto Buffy ci avesse messo a descrivere quelle caratteristiche, Riley poteva riassumerle tutte in una sola parola. Infatti per lui era l'esatta definizione del termine:

 

Anima gemella.

 

 

FINE