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 True colors


6. Passione
 

SPOILER: prima e seconda stagione di BTVS, con riferimenti specifici a Becaming I e II
PAIRING: Spike/Silvia, accenni di altre
RATING: AU, Auissimo!! - pg13
TIMELINE: seconda serie di BTVS, dopo "Per sempre" (I have only eyes for you)
SUMMARY: gli eventi precipitano, fino ad arrivare alla loro tragica quanto inevitabile conclusione. Sofferenza gratis per tutti!
DISCLAIMER: nella prima parte
NOTE: Guardate, anche se da questa ff può non sembrare, io sono romantica e sdolcinata fino all'inverosimile.

Questo finale mi è costato parecchia fatica, perché mi serviva che le cose andassero così, e mi rendevo conto che era tutto un po' forzato. Ho cercato di renderlo il più credibile possibile.

In questa ff trovate il primo esempio di vera e propria 'trasposizione' di me stessa nel personaggio. Nel senso che quando ho visto per la prima volta "Becaming I", ho desiderato ardentemente essere lì in biblioteca, e fare quello che fa Silvia. È questa la cosa più bella delle ff: prendersi certe rivincite!

Ho usato spesso indifferentemente Angel e Angelus, non per distrazione, ma a seconda del punto di vista.

Mi scuso ancora se la consistente presenza di dialoghi e scene presi pari pari dalle puntate risulta noiosa, però in alcuni casi non sapevo come fare altrimenti, mentre con i dialoghi di Spike confesso che li ho inseriti quasi uguali perché mi piacciono troppo! Ho cercato però magari di seguire di più il testo originale, ma non essendo una cima con l'inglese, quando non capivo ho desistito.

Solo una volta ho lasciato di proposito un dialogo più simile a quello della puntata italiana perché si adattava meglio alla mia ff di quello originale.

Gli asterischi ***** indicano un flashback

 

Passione

 

Che cosa sarà capace di fare quest'animo inflessibile,

implacabile sotto i morsi del dolore?

(Euripide, Medea)

 

 

PRIMA PARTE

Ho occhi solo per te

 

La passione alberga in tutti noi, sopita, in agguato

e sebbene indesiderata e inaspettata, si ecciterà,

spalancherà le mascelle e griderà.

 

Sunnydale, aprile 1998

Silvia era appena andata via dalla biblioteca. Di solito si sentiva quasi in dovere di accompagnare ogni notte Buffy a casa, sebbene nell'eventualità di un incontro con Angelus, la cacciatrice se la sarebbe cavata sicuramente meglio di lei. Quella volta, però, c'erano gli altri con lei, e Silvia aveva pensato che poteva lasciarla. Aveva voglia di tornare a casa. Era stata davvero una brutta esperienza per Buffy, ma Silvia non si sentiva in vena di fare la consolatrice.

La situazione stava sempre più precipitando. Angelus aveva ucciso Jenny Calendar, e come suo solito aveva ricamato intorno all'omicidio uno scenario perfetto e atroce per il povero Giles. L'osservatore, distrutto, aveva anche tentato di farsi giustizia da solo, e aveva dato fuoco alla vecchia fabbrica. Non sapeva che Angelus aveva lasciato quel posto già da molto.

<Perché proprio lei?>, continuava a chiedersi Silvia <Perché Angelus ha ucciso la signorina Calendar? Forse aveva trovato il modo di tradurre la maledizione? O qualche altro incantesimo per ridare l'anima a un vampiro?> Non poteva fare a meno di sperarlo, ma non avevano trovato nulla. Avevano cercato dappertutto, Willow aveva setacciato tutto l'hard disk della professoressa, ma niente.

Poi ci si mettevano anche i fantasmi, a complicare le cose! A Silvia facevano una pena immensa entrambi. Ripensò al dialogo di qualche ora prima, quando si interrogavano sulla ragione che tratteneva il fantasma di James nel Liceo di Sunnydale.

*****

"Vuole essere perdonato", era l'opinione di Buffy.

"Sì, può essere questo", convenne Giles: "Ma quando James si impossessa delle persone, queste ripetono esattamente quello che è successo quella notte, quindi si trova a vivere in una specie di purgatorio. È condannato ad uccidere la Newman ancora, e ancora, e ancora, e... e il perdono è impossibile."

"Bene, non se lo merita!". Buffy aveva parlato con durezza. Il suo osservatore cercò di farla ragionare: "Il perdono è un atto dettato dalla compassione, Buffy. Non si concede in base al merito, ma perché se ne ha bisogno"

*****

Saggio Giles! Aveva proprio ragione. Poi anche Buffy l'aveva capito. Si era immedesimata. Per fortuna era finita anche quella.

Ma Silvia non era per niente contenta.

Aprì la porta ed entrò silenziosamente. Spike era addormentato sul divano. Decise di non svegliarlo, tanto non aveva niente di nuovo da raccontargli. Si diresse in bagno, si spogliò ed entrò nella doccia.

Spike si svegliò col rumore dell'acqua. Era tornata. E non lo aveva svegliato, probabilmente perché non voleva parlargli. Lui invece aveva qualcosa da dirle: si alzò in piedi, e si diresse verso il bagno, togliendosi la maglietta.

Silvia stava lasciando che l'acqua calda le lavasse via l'orribile sensazione che quella giornata le aveva lasciato. E ancora non sapeva come salvare Angel. Il viso alzato, rivolto verso il getto d'acqua, gli occhi chiusi. Non si accorse di Spike finché lui non aprì lo sportello della doccia. Rimase a fissarlo stupita: il vampiro era lì, davanti a lei, IN PIEDI!

"Spike! Da quando puoi camminare?"

Lui non le rispose, le sorrise soltanto col suo fare ammiccante, entrò nella doccia, anche se indossava ancora i pantaloni, e cominciò a baciarla. Lei era troppo shockata per reagire in qualsiasi modo, evitava di pensare a cosa sarebbe accaduto ora che Spike poteva camminare, e si limitò ad assecondarlo. Lui la sollevò da terra e lei gli si avvinghiò, con le braccia dietro la nuca, e le gambe incrociate dietro la schiena, mentre lui continuando a baciarla scendeva sempre più giù. Si fermò per un attimo, e delicatamente le girò la catenina, spostando il pendente a forma di croce dietro le spalle, evitando di toccarlo. Poi ricominciò a baciarla, sul collo, sul petto, soffermandosi sulla piccola cicatrice che aveva sotto il seno sinistro. Chissà perché le sue cicatrici lo avevano sempre eccitato tanto. Forse perché non potendo bere il suo sangue erano la cosa più vicina ad una ferita che lui potesse toccare.

Lei gli infilò una mano tra i capelli bagnati. Era così strano il suo corpo sotto l'acqua quasi bollente. La sua pelle sembrava calda. Non più quella di un vampiro. Non avrebbe mai voluto smettere di accarezzarlo, e di lasciarsi accarezzare.

Le sfuggì un gemito quando lui la spinse contro la parete, premendo su di lei col suo corpo, senza smettere di baciarla dappertutto. Poi la lasciò scendere a terra, ansante.

"Io... dovrei... lavarmi i capelli..." mormorò Silvia. Non sapeva neanche lei perché l'aveva detto. Spike intanto aveva ripreso a baciarle il collo: "Fai pure" le sussurrò vicino all'orecchio. Lei gli posò le mani sulle spalle, come a volerlo allontanare. Lui le afferrò i polsi, senza farle male, ma con fermezza, e la tenne ferma con le mani appoggiate alla parete, senza smettere mai di baciare il suo corpo, ancora, e ancora.

Poi, contraddicendo quanto aveva appena detto, chiuse il rubinetto, la prese in braccio e si diresse verso la sua camera.

Lei non ebbe il coraggio di obbiettare - dovevo lavarmi i capelli, ho detto ... stiamo bagnando il pavimento... allagheremo il letto... -. Spike la sdraiò sulle coperte e si mise a solleticarle un'altra cicatrice, quella proprio sotto l'ombelico.

Ogni volta che in quegli anni le aveva scoperto sul corpo un nuovo segno, le aveva sempre chiesto spiegazioni su come l'aveva avuto. Un dampyr si riprende dalle ferite meglio e più velocemente di un essere umano, ma queste non si cicatrizzano facilmente, perché più un dampyr sanguina, più danni può fare ad un vampiro. Per questo bastava una ferita un po' più profonda per lasciare sul corpo di Silvia una traccia indelebile.

Spike ne era ossessionato. Le conosceva tutte, avrebbe potuto disegnare il suo corpo a memoria. Per la verità l'aveva anche fatto, qualche volta, stracciando subito dopo il foglio per paura che Drusilla potesse trovarlo. Con le dita e con la bocca passò in rassegna tutte le cicatrici, soffermandosi su quelle che lo infastidivano di più: quella dietro l'orecchio sinistro, segno dell'unico vampiro che l'aveva morsa, piacere che a lui era negato, e poi quella sulla pancia, sotto l'ombelico. Di questa non avevano mai parlato. Lui però sapeva chi gliel'aveva fatta. Sapeva tutto di quella notte. Questo pensiero lo mandava in bestia. Scacciò subito quell'idea dalla mente quando lei lo attirò a sé, forse intuendo cosa gli passava per la testa, e cominciò a sbottonargli i pantaloni. Spike, baciandola ancora, le sussurrò sulle labbra: "Ti amo."

Lei sembrò irrigidirsi: "Smettila... ti prego, Spike... smettila", ma continuò a baciarlo.

Fecero l'amore come se fosse stata l'ultima volta, e probabilmente lo era. O almeno questo pensava Silvia, mentre esausta tra le sue braccia si sforzava di non cedere al sonno. Ora che Spike poteva camminare, non dipendeva più da lei. Ora poteva cacciare, non avrebbe più accettato di bere sangue animale, lo sapeva. Angel l'aveva avvertita di stare attenta, e aveva avuto ragione. Ora il distacco sarebbe stato molto più doloroso. Lo guardò mentre era profondamente addormentato, il viso sereno, l'espressione innocente... sembrava impossibile che potesse essere un assassino. Poi si addormentò anche lei.

Quando si svegliò, Spike non c'era più.

 

 

SECONDA PARTE

Speranze...

 

[La passione] detta legge a tutti noi, ci guida.

La passione ci governa e noi obbediamo.

Che altro ci resta?

 

~ Ci sono momenti nella vita che determinano il corso di un'intera esistenza. A volte durano una frazione di secondo. A volte, no. ~

 

Il mattino dopo

Nella biblioteca del Sunnydale High si era riunita la scooby gang al completo. Buffy e Willow avevano un importante comunicazione da fare.

"Che stai dicendo?"

"La maledizione. È questa"

La cacciatrice porse a Giles il foglio che lei e Willow avevano stampato.

"La signorina Calendar cercava di tradurre il rito dei morti viventi", spiegò la rossa: "Per restituire l'anima ad Angel"

"Diceva che era impossibile", disse Giles prendendo il foglio dalla mano di Buffy.

"Almeno ci ha provato. E sembra proprio che funzionasse", rispose la cacciatrice.

"Così l'ha uccisa, prima che potesse dircelo", intervenne Xander, seduto con Cordelia accanto al tavolo: "Che signore, eh?"

"Ed è una cosa buona, giusto?", chiese Cordelia. Giles, che prima aveva ignorato il commento di Xander, si voltò invece alle parole della ragazza. Di fronte al suo sguardo interrogativo, Cordelia continuò: "Voglio dire: possiamo maledirlo di nuovo, no?"

"Bè... sì è questo il punto", rispose l'osservatore: "Il rituale richiede una grande conoscenza della magia nera che io... non possiedo"

"Bè, potrei leggere i suoi file", esclamò Willow tutto d'un fiato. Poi, un po' più calma: "Sì, e... e.. fare ricerche sulla magia nera. Anche se non sarà facile io... io comunque credo di potercela fare!"

Giles scosse lentamente la testa: "Senti, Willow... mettere in atto certi incantesimi così potenti può aprire porte che poi sarebbe difficile richiudere"

Silvia, appoggiata in un angolo a uno scaffale della libreria, non aveva ancora detto niente. Fissava il pavimento, con le braccia incrociate sul petto. Aveva paura. Paura di sperare invano.

"Io non voglio correre dei rischi", insisteva Willow: "Non su tutta la linea. Ma sono la persona più adatta a farlo"

"Salve!", esclamò Xander, alzandosi in piedi: "Per chi si fosse appena sintonizzato: questa è una gabbia di matti! Così questo incantesimo ripristinerebbe l'umanità di Angel? Bè, ecco un'interessante domanda: a chi importa?"

A quelle parole Silvia alzò di scatto la testa, fissando Xander con lo sguardo accigliato, ma continuando a tacere.

"A me importa", disse Buffy.

"Sarebbe giusto?", chiese lui.

"Curare Angel è stato l'ultimo desiderio espresso da Jenny... Cerchiamo di non perdere l'obiettività, Xander", lo ammonì Giles.

"Io sono un tipo obiettivo, e Angel è un killer"

"Xander!", esclamò Willow, stupita dalle parole troppo dure dell'amico.

"Non è così semplice!" cercò di difendersi Buffy.

"Cosa? Gli hai perdonato tutto? Non credo alle mie orecchie!!", esclamò per tutta risposta lui: "Per una volta sola cercate di venirmi incontro anche se mi rendo conto che per voi è imbarazzante, per cui, vengo subito al punto: il punto è che Angel deve morire!"

Avrebbe voluto aggiungere qualcosa, ma prima che potesse farlo si trovò a volare per la biblioteca. Tutti rimasero ammutoliti per la sorpresa, nessuno si mosse, tranne Silvia, che dopo averlo colpito, gli si era fatta subito addosso, afferrandolo per la camicia e tirandolo su: "Che cosa ne sai tu di Angel? Come puoi decidere quello che è giusto? Sei solo un ragazzino geloso e presuntuoso!" lo spinse di nuovo verso la libreria, mentre lui la guardava spaventato. Riavutisi dallo shock, gli altri si avvicinarono ai due, e Buffy e Giles cercarono di allontanare l'infuriatissima Silvia dal povero e malconcio Xander: "Calmati...", le disse l'osservatore: "Non c'è bisogno di fare così!".

Silvia si strattonò dai due. Lanciò uno sguardo torvo a tutti i presenti, che ancora la guardavano con tanto d'occhi, mentre Cordelia preoccupata si assicurava che Xander non si fosse fatto male.

Ma anche se si era calmata, Silvia era ancora arrabbiata. A voce più bassa che poté si rivolse irritata a tutti gli altri: "Forse per voi Angel sarà l'ultimo arrivato, quello di cui servirsi nei casi di pericolo, ma che considerare amico è un'assurdità che non vi è mai neanche sfiorato la mente, vero? Continuate a parlare di.. di quello che è adesso come se fosse ancora lui, mentre non capite che Angelus e Angel sono due persone diverse! Voi non lo conoscete!!", di nuovo il suo autocontrollo era andato a farsi benedire, e dalla sua voce si capiva che di lì a poco sarebbe scoppiata a piangere: "Voi non sapete di come lui da 100 sta soffrendo per delitti che non ha commesso, sta scontando la pena di qualcun altro!". Di nuovo tornò a calmarsi, passandosi una mano sugli occhi per scacciare quelle lacrime che suo malgrado le erano sfuggite. Nessuno fiatava. Silvia riprese a parlare, stavolta a voce molto bassa: "Per me Angel è tutto. È tutta la mia famiglia. È l'unico che mi sia stato sempre accanto. È tutto ciò che mi è rimasto. Se c'è una possibilità di salvarlo, io non ci rinuncerò. Se non mi volete aiutare, lo farò da sola! Anch'io ho una certa esperienza con la magia nera!! Non mi piace usarla, ma ne sono capace."

Willow le si avvicinò, posandole una mano sulla spalla. Silvia sussultò e si girò a guardare l'amica con gli occhi gonfi di lacrime. "Cerca di calmarti...", le disse lei: "Qualche cosa faremo".

Angelus mostrava a Drusilla il blocco di pietra che racchiudeva Acathla, spiegandole la sua storia. Fuori, nel giardino, Spike li spiava: <Una grossa roccia! Devo dirlo ai miei amici! Loro non hanno rocce così grandi!>

Ma il racconto che l'odiato sire aveva appena fatto non era per niente divertente.

"Mio tesoro!" aveva concluso Angelus raggiante, rivolto a Drusilla: "Noi metteremo fine alla storia dell'umanità!"

<Sì, bravo. E poi cosa mangiamo? Idiota megalomane!>

Angelus si preparò al rito, recitando varie formule, con cui spiegava perché era lui l'unico meritevole di risvegliare il demone, con somma noia di Spike. Poi afferrò la spada che trafiggeva il cuore di Acathla... e non accadde niente.

"A quanto pare non eri degno!", lo canzonò Spike sottovoce. Poi si allontanò, indeciso sul da farsi. Non sapeva se Angelus sarebbe riuscito subito a scoprire cos'è che non aveva funzionato, ma immaginava comunque ci non ci avrebbe messo molto a capire cosa doveva fare. I mezzi non gli mancavano. Doveva continuare a tenerlo d'occhio.

 

*****

Manhattan, 1996

Un giovane uomo barcollava tra i bidoni di un vicolo buio e non troppo raccomandabile. Ma non sembrava ubriaco. Pareva proprio non riuscisse a reggersi in piedi. Vide un topo che sgattaiolava poco lontano. Gli si avvicinò, cercando di catturarlo, ma fallì miseramente, cadendo a terra, tra i rifiuti.

"Sei davvero disgustoso. Puzzi in modo insopportabile!"

Il giovane alzò lo sguardo verso l'uomo che l'aveva interpellato. Quello continuò: "È l'odore della morte che ti aleggia intorno... E il tuo aspetto mi dice... 'svitato senzatetto'"

Era un tipo piuttosto strano. Non molto alto, vestito in modo singolare: aveva un cappello scuro, una camicia verde pisello con un papillon leopardato. Sopra indossava una giacca di pelle viola.

Indipendentemente dal suo aspetto bizzarro, il ragazzo non aveva voglia di starlo ad ascoltare: "Fuori dai piedi!"

"Che mi faresti? Mi morderesti? Orrore! Un vampiro!". Il tono dello sconosciuto era certamente irrisorio. Il giovane lo guardava stupito.

"Ma non mi morderai, malgrado la tua povera, torturata anima. È così triste! Un vampiro con un'anima! Molto toccante!", continuava a prenderlo in giro. Ma aveva ottenuto la sua attenzione. E suscitato il suo interesse.

"Chi sei?", chiese il vampiro.

Una voce di donna, poco lontano, li interruppe: "Cantastorie! Cantastorie, dove diavolo sei?"

Entrambi si voltarono verso l'uscita del vicolo, da cui provenivano quelle parole.

"Sono qui, dolcezza. Te l'ho trovato!", rispose l'uomo, che evidentemente era il Cantastorie.

Subito sbucò la proprietaria della voce, che appena vide il vampiro, corse ad abbracciarlo.

"Angel! Finalmente! È incredibile: per tutto questo tempo abbiamo vissuto nella stessa città, e non siamo riusciti a trovarci!"

"Silvia...", mormorò lui, con voce malferma: "Credevo... che fossi morta... o.. peggio..."

"Perché tu sei un idiota, un cretino, un deficiente!"

"Se stai cercando di farlo sentire meglio, non credo che questo sia il modo migliore!", le disse il Cantastorie. Ma le non ci badò: "Lo sapevo! Ero sicura che ne avresti sofferto più di me, che ti saresti sentito in colpa!". Intanto continuavano ad abbracciarsi, con le lacrime agli occhi.

"Ma ERA colpa mia! Non sono riuscito a salvarti!"

"Per così poco...", scherzò lei.

"Ti avevano catturata per portarti da tuo padre, e io non sono riuscito a fermarli... Ero certo che avrebbero tentato di convincerti, e temevo che ci sarebbero riusciti..."

"Oh, sì, mio padre ha ottimi argomenti di discussione... Ma non sono mai arrivata da lui. Non sono arrivata neanche in Europa! Te l'ho detto, mio fratello Daryl non è così in gamba come vuol fare credere... E tu per 6 anni ti sei tormentato - inutilmente - per me... mi dispiace! Io ti ho cercato disperatamente!"

"Come hai fatto a trovarmi?"

"Ho incontrato questo tizio", disse indicando col pollice il Cantastorie: "Mi ha detto che sapeva dov'eri. Non ho ancora capito cosa vuole però", e così dicendo si voltò a guardarlo. Quello sorrise: "Facciamo due passi?"

I tre si incamminarono per le fredde vie di Manhattan. Silvia attaccata al braccio di Angel, come per assicurarsi di non perderlo di nuovo. Il Cantastorie si fermò a compare un hot dog.

"Volete sapere cosa voglio? Bè, io voglio sapere cosa *voi* volete!"

"Io.. non ti comprendo...", mormorò Angel.

"Nessuno mi comprende, è la mia maledizione. Sono il Cantastorie. Comunque, ormai è tardi"

"Tu non sei un vampiro"

"Un demone. Tecnicamente, come ho già spiegato alla tua amica. Sì, voglio dire: non sono cattivo! Non tutti i demoni si dedicano a devastare la vita degli altri!"

"Vuoi dire che anch'io ho una scelta?"

"Voglio dire che puoi diventare un topo di fogna ancora più infimo di quello che sei adesso, oppure puoi diventare qualcuno. Una persona. Nel novero degli esseri umani."

"Ehi!", intervenne Silvia: "Io sono anni che cerco di convincerti, e non mi hai mai voluto dar retta, adesso arriva questo qui, e tu subito gli credi?"

"È che io so spiegare meglio le cose dolcezza", rispose il demone: "È il mio mestiere!".

"Ma se prima hai detto che nessuno ti capisce!"

"Appunto."

Silvia stava per replicare, ma il demone si rivolse di nuovo ad Angel: "Il tuo problema è che hai sempre avuto paura che la parte demoniaca prendesse il sopravvento. Anche con Silvia. Quando non sei riuscito a salvarla dal fratellastro, hai dato per scontato che l'avrebbero portata dalla loro parte, annullando la sua umanità. Non credi che in alcun casi si possa ottenere una vittoria sul male?"

"Ancora non ci hai detto che cosa vuoi da noi!", fece notare Silvia.

"Voglio solo mostrarvi una cosa". Fissò il vampiro negli occhi: "Ora mi devi seguire. Prima osserva, e poi mi dirai quello che vuoi fare."

"Dove?"

 

Los Angeles, 1996

Davanti all'entrata dell'Hemery High School, una macchina dai vetri oscurati accostò al marciapiede, e si fermò. Era l'ultima ora, i ragazzi uscivano diretti a casa. Un finestrino dell'auto si abbassò lentamente. Bene attento a non farsi toccare dai raggi del sole, Angel osservava una ragazza. Stava scendendo le scale, chiacchierando futilmente con tre amiche. Dopo averle salutate, si tolse la giacca e si sedette sui gradini a finire il suo lecca lecca. Un uomo le si avvicinò: "Buffy Summers?"

"Sì? Salve! Che c'è?"

"Io dovrei parlare con te."

"Per quel piccolo furto da Bullocks? Guardi che l'avrei pagato quel rossetto, lo giuro!"

"Non c'è molto tempo. Devi venire con me. Ti attende il tuo destino."

"Io non ho un destino! Sono senza destino, davvero!"

"Sì, ce l'hai. Tu sei la prescelta. Solo tu puoi fermarli."

"Chi?"

"I vampiri."

In un cimitero poco distante, Angel osservava la cacciatrice di fronte al suo primo vampiro. Era in difficoltà, ma riuscì a liberarsi, e a recuperare il suo paletto. Il vampiro le fu presto di nuovo addosso. Lei lo spinse a terra, e lo infilzò nello stomaco: "Oh no! Non era il cuore!". Provò di nuovo. Centro. Polvere.

La ragazzina rimase a fissare quello che rimaneva del suo primo vampiro, con gli occhi stralunati. Tornò a casa, ed Angel la seguì, rimanendo a guardare la madre che la sgridava per aver fatto tardi.

Nel condotto fognario, lì vicino, lo aspettavano Silvia e il Cantastorie.

<Vorrei sapere perché dobbiamo sempre nasconderci nelle fogne! Io respiro, a differenza di Angel, la sento la puzza>

Il Cantastorie ruppe il teso silenzio: "Tempi duri per la cacciatrice. È una bambina, e la vita è piena di lati amari!", disse.

"Già, poverina, le si sarà spezzata un'unghia nel combattimento, e le si è un po' sgualcita la gonna. Una tragedia!"

"Che c'è, la cacciatrice non ti piace?"

"La cacciatrice? Io ho visto solo una ragazzina poco matura e molto oca!"

"Non sarai mica gelosa?"

"Gelosa? Credimi, sei proprio fuori strada!", disse Silvia ridendo. Poi però si fece subito seria, e un'ombra di tristezza attraversò il suo viso: "Non ce l'ho con lei. Però circa 85 anni fa ho deciso che non avrei più avuto niente a che fare con le cacciatrici. E sono preoccupata per Angel, temo che..." fu interrotta dall'arrivo del vampiro, che si rivolse al Cantastorie: "Voglio aiutarla. Voglio... voglio diventare un uomo."

A quelle parole Silvia sorrise contenta, ma non poté dire niente perché il demone la precedette: "Ma datti un'occhiata! ...e lei è la più carina delle cacciatrici. Non sarà facile... Più vivi in questo mondo, più ti rendi conto di quanto invece ne sei omesso. Non è facile per lei," e indicò Silvia: "che è mezza umana, sarà ancora più difficile per te, che di umano hai solo l'anima."

"Bè, insegnaci tu, allora!" gli disse Silvia, con tono leggermente ironico.

Il demone fece finta di valutare la proposta, poi acconsentì: "Affare fatto!"

"Ma non voglio vestirmi come te", disse Angel.

<Non posso crederci! Ha fatto una battuta!> pensò Silvia felice. Distratta da quest'evento, si perse l'ultima frase del Cantastorie, anche lui stupito dell'umorismo di Angel: "Cielo, che essere importuno! Sei fortunato che abbiamo bisogno di te dalla nostra parte!"

*****

 

Buffy, Willow, Xander e Silvia seguivano attenti le lezioni, cercando di non pensare ad Acathla, Angelus e tutto ciò che minacciava il mondo. La cosa non era molto semplice, perché il fatto che fosse arrivata anche Kendra, se da una parte li tranquillizzava (due cacciatrici sono indubbiamente una garanzia), dall'altra li preoccupava ancora di più: se la ragazza era venuta di corsa a Sunnydale, significava che la situazione era veramente grave.

Stavano tutti più o meno pensando alle stesse cose, quando irruppe in classe una donna avvolta in una coperta. Era una vampira, e si rivolse subito alla cacciatrice: "Stasera. Al tramonto. Al cimitero. Devi affrontarlo". Intanto il sole l'aveva raggiunta, e stava andando a fuoco. I ragazzi, spaventati, si erano tutti alzati in piedi e fatti indietro. Solo Buffy e Silvia erano rimaste sedute ai loro posti. La vampira continuò: "Affrontalo, o molti moriranno! Stanotte! È giunta la sua ora!". Le fiamme la avvolsero, e divenne cenere.

Più tardi, in biblioteca, la scooby gang stava ragionando sul da farsi.

"Ha detto che moriranno in molti, devo andare!", disse Buffy risoluta.

"Io verrò con te!", si offrì Kendra.

"No. Resta qui, non si sa mai", disse Silvia: "Andrò io con Buffy."

"Scusate! Lo so che non mi ascoltate mai!", si intromise Xander: "Ma non sarebbe meglio che voi due, che siete le più sentimentalmente coinvolte, restaste qui?"

"Io vado, su questo non si discute", disse Silvia decisa: "Tu, Buffy?"

"Sì, vengo anch'io. Il messaggio era per me. Se andasse Kendra, ad Angel non importerebbe, mentre io e Silvia potremmo tenerlo occupato, così non potrà pensare al suo rituale apocalittico, non credete?". Fece una pausa, fermandosi accanto a Willow, poi le chiese: "Will, tu che ne dici?"

"Non so, dovrei ricontrollare...", rispose la strega un po' titubante.

"Abbiamo poco tempo. Se funziona, deve funzionare adesso", disse Silvia avvicinandosi.

"Bene!" Willow cercò di apparire sicura di sé: "Mi serve solo una mezz'oretta, poi sarò pronta!"

"Perciò dovrete tenere Angel fuori dai piedi, non lasciatelo avvicinare", concluse Giles: "Se il rito funzionerà... bè, lo sapete. State attente."

Le due ragazze uscirono, dirette al cimitero. Non si scambiarono una parola durante il tragitto. Quando arrivarono a destinazione, fu Buffy la prima a parlare: "Attenta!", gridò. Prontamente avvertita, Silvia schivò il colpo di un vampiro, e si voltò: tre degli 'uomini' di Angel erano venuti ad accoglierle.

"Che codardo!", esclamò Buffy: "Aveva detto che voleva scontrarsi con me!"

Silvia e Buffy erano pronte a combattere, ma i tre vampiri invece fuggirono via. Le ragazze si lanciarono all'inseguimento. Uno dei tre si staccò dagli altri e cambiò direzione. "Tu segui quello!", disse la cacciatrice all'amica. Le due si divisero.

Ben presto Silvia raggiunse il vampiro e veloce lo impalettò. Fece per correre da Buffy, ma si ritrovò di fronte Angelus.

"Ciao piccola! Non pensavo saresti venuta anche tu!"

"Sì che lo pensavi, altrimenti non avresti detto ai tuoi uomini di separarci!"

Il vampiro rise: "E brava! L'hai capito allora! Ma se sei così intelligente, perché ti sei fatta fregare?"

"Che devo dirti? Amo l'avventura, lo sai!"

"Già, certo, mi ricordo... Sempre a cacciarti nei guai... Mi manca un po' la tua follia sai? Eravamo forti, insieme. Devo dirti una cosa... dopo che Acathla avrà fatto il suo dovere, penso che tu sarai l'unica cosa umana che mi mancherà. Oh, aspetta... Tu non sei umana!"

"Con l'anima o senza, non hai mai avuto un gran senso dell'umorismo. Smettila di fare l'idiota. Battiamoci."

"Non sono venuto per battermi."

"Ah no?"

"Vorrei che tu la smettessi di rinnegare la tua parte demoniaca. Se ti unissi a me, non avremmo rivali. Il mondo sarebbe nostro."

"Mondo? Quale mondo? Ti ricordo che stai per mandare tutti all'inferno!"

"Potrei ripensarci, se mi darai una possibilità. Che ne dici?", poi, senza aspettare la risposta di Silvia, esclamò divertito: "D'accordo, battiamoci!"

Nel frattempo, la cacciatrice, inseguiva i due vampiri. Li aveva appena raggiunti, quando si accorse di essere circondata: ce n'erano almeno altri tre, e forse qualcun altro nascosto dietro qualche lapide.

<Ci vorrà più tempo del previsto... Speriamo che Silvia non incontri Angel. Sbrigati, Will!>

Angelus sbatté Silvia a terra. La ragazza si rialzò prontamente, e lo colpì. Schivava, incassava, rispondeva. E lui rideva. Le fermò il braccio destro, con cui lei stava per colpirlo, e glielo spinse dietro la schiena, costringendola a voltarsi. Silvia sentì il rumore delle sue ossa che si rompevano, e il dolore intenso e violento. Non poté fare a meno di gridare. Angelus la strinse a sé, immobilizzandola.

"Ci sei cascata ancora una volta!", la derise: "Credevo che dopo tutti questi anni avessi imparato... mi sembravi migliorata nella lotta. Invece ti sei fatta spezzare il braccio!"

Silvia cercava di divincolarsi, ma Angelus la teneva ferma, con una mano le stringeva il braccio ancora sano, mentre con l'altra la reggeva per la vita. La teneva in modo da poterle parlare all'orecchio: "Fammi ricordare... qual è la mano con cui suoni il violoncello? Per tutti quegli anni mi hai costretto ad ascoltare i tuoi massacranti esercizi... È la sinistra, se non sbaglio...", così dicendo le afferrò l'indice, piegandolo in maniera innaturale. Silvia gridò.

"Fa male, vero? Non più che ascoltarti suonare, però. Credimi, sei totalmente incapace, non è una gran perdita."

Presto le spezzò anche le altre dita, mentre la ragazza non riusciva a reagire. Si accasciò a terra, non si reggeva in piedi, ma Angelus non la lasciò andare: "Ti arrendi così facilmente? Mi sono proprio sbagliato sul tuo conto, allora!"

D'improvviso Silvia si raddrizzò di scatto, colpendo forte con la testa il mento di Angelus. Il vampiro mollò la presa, e Silvia cadde in avanti. Sbatté la faccia a terra, non riuscendo a reggersi con le mani. Cercò di rialzarsi e correre via, ma Angelus la afferrò di nuovo: "Bene! Hai deciso di darmela qualche soddisfazione, allora!"

In quel momento arrivò Buffy trafelata. Non appena la vide, Angelus rise di gusto: "Ciao amore!", la salutò. Poi strinse un braccio intorno alla gola di Silvia, impedendole di respirare. Buffy gli si gettò contro, ma lui la mise in guardia: "Attenta! Se ti avvicini, le spezzo subito il collo!"

La cacciatrice cercava di pensare velocemente a qualcosa da fare, mentre Silvia diventava sempre più debole tra le braccia del vampiro. Angelus le avvicinò la bocca all'orecchio: "Sei proprio un ottimo Absirto, tesoro. La tua sorellina ti sarà molto grata". Mollò all'improvviso la presa, Silvia cadde in ginocchio, toccandosi il collo e respirando affannosamente, lui la colpì alla nuca, facendola cadere svenuta. Buffy fu costretta a lasciar scappare Angel per soccorrere l'amica. La portò al più presto in ospedale.

Silvia era sdraiata su un lettino, ancora priva di sensi, mentre un medico interrogava Buffy sull'accaduto: "Cos'è successo?"

"È stata aggredita... Credo che abbia parecchie ossa rotte. Oh, si sta riprendendo!"

Silvia infatti aprì lentamente gli occhi, provò a muoversi, ma urlò di dolore.

"Buffy.."

"Sono qui!"

Il dottore cercava di visitarla, ma la ragazza non gli badava: "Buffy.. Cosa ha detto Angelus? L'ultima cosa... era importante, ma non ricordo!"

"Parlerete dopo, di questo. Ora deve fare le lastre, e deve rispondere ad alcune domande sulla sua aggressione... deve fare una denuncia..."

Silvia non lo ascoltava, tentò di andarsene, e il medico faticò a trattenerla, ma le ossa rotte le facevano molto male, e si arrese.

"La prego... solo due parole..." supplicò Buffy. Poi rivolta a Silvia: "Perché dici che è importante? Ha detto qualcosa su una sorella, ma neanch'io ricordo.."

'Fortunatamente' arrivò un caso grave, e il medico dovette lasciarle per occuparsene. A Sunnydale gli ospedali facevano sempre il 'tutto esaurito'.

Le due ragazze rimaste finalmente sole, si lambiccavano il cervello per ricordarsi.

"Ha detto anche un nome, qualcosa di assurdo... ha detto che eri tu!", disse Buffy.

"Sì, poco prima di svenire, l'ho sentito... Com'erano la parole precise? 'La tua sorellina ti sarà molto grata... tu sei un ottimo...'

Ma certo!", esclamò all'improvviso: "Medea e Absirto!". Il buio seguito al colpo di Angelus cominciava a diradarsi. Cercò di ricordare qualcos'altro, ma la testa le faceva malissimo, non riusciva a pensare, e la confusione dell'ospedale non la aiutava.

"Chi sono Medea e.. Ab.. coso?", chiese Buffy.

"Medea è... la protagonista di una tragedia greca. Euripide, se non sbaglio. Absirto era suo fratello. Angelus ha detto che la sua Medea non era lì... Forse si riferiva a Drusilla. Medea era un po' fuori di testa..."

"Ma cosa c'entri tu con Drusilla? Che significa?"

"Immagino che Angelus volesse dirci qualcosa... Allora, vediamo di ricordare tutta la storia... Medea tradì il padre scappando per mare con l'uomo di cui era innamorata, Giàsone, e mentre il padre li inseguiva, per rallentarlo, uccise il fratello e lo tagliò a pezzi, che gettò in mare a uno a uno, costringendo così il padre a fermarsi più volte per raccoglierli, e a rallentare quindi il suo inseguimento."

"Mio Dio! È orribile!"

"Se io sono Absirto, e Drusilla è Medea... non capisco... non capisco...". Il dolore alla testa aumentava, non riusciva a ragionare. D'un tratto Buffy esclamò: "Voleva rallentare me!"

Silvia la guardò stupita: "Oh mio Dio! Certo! Ecco perché non mi ha uccisa, perché tu ti fermassi ad occuparti di me! Ti voleva lontano da..."

"La biblioteca! Sono tutti lì!"

Buffy corse subito via, e Silvia non poté seguirla, fermata da due infermieri. E poi cosa poteva fare? Solo essere di nuovo di peso.

<...un ottimo Absirto...>

Fu costretta a farsi portare nella sala dei raggi X.

~ Anche se si è consci dell'ineluttabilità del fato, ci si può trovare impreparati.

Nessuno chiede che la propria vita cambi, non davvero. Ma succede. ~

Buffy corse più veloce che poté a scuola, ma giunse troppo tardi. Appena entrò in biblioteca, vide disteso a terra il corpo senza vita di Kendra.

~ Allora cosa siamo noi? Senza speranza? Burattini? No. I momenti cruciali arriveranno. Non potrete fare niente per questo. È quello che farete dopo che conta. È allora che ciò che noi siamo ci apparirà chiaro.

Capite cosa intendo. ~

 

 

TERZA PARTE

...infrante

 

La passione è la fonte dei momenti migliori,

la gioia di un amore, la lucidità dell'odio e l'estasi del dolore.

La passione può ferire profondamente.

 

Silvia aspettava che l'ingessassero. Le lastre avevano evidenziato fratture multiple a tutte e cinque le dita della mano sinistra, e il braccio destro fratturato all'altezza del gomito.

<Potevo dirglielo anch'io! C'ero quando Angelus mi ha spezzato le ossa!>

Aveva le braccia immobilizzate, e questo la faceva sentire ancora più inutile. Mentre aspettava le sembrò riconoscere qualcuno: "Xander!", chiamò.

Il ragazzo, sorpreso, la raggiunse: "Silvia! Che ci fai qui?"

"Sto aspettando che mi 'aggiustino' il braccio. Ho qualche osso rotto. Tu stai bene?"

"Sì, io sì."

"Dove sono gli altri? Cos'è successo?"

"Mentre facevamo l'incantesimo, dei vampiri ci hanno attaccati. Cordelia è scappata, Willow è rimasta schiacciata da una libreria. Non ha ripreso i sensi. Ancora non mi hanno fatto sapere come sta. Buffy dov'è?"

"È corsa in biblioteca, appena abbiamo capito che era una trappola. Evidentemente tropo tardi... È tutta colpa mia! Buffy ha perso tempo per salvare me... Ed era proprio quello che Angelus voleva...". Sconsolata, appoggiò la fronte sul palmo della mano, attenta a non muovere le dita. Poi alzò lo sguardo versò l'amico: "Non mi hai detto di Giles e Kendra..."

"Giles non l'ho più visto dopo l'arrivo dei vampiri. Kendra...". Non ebbe il coraggio di continuare, ma Silvia capì comunque cos'era successo. Non disse niente, solo, silenziose, alcune lacrime le bagnarono il viso.

<È tutta colpa mia...>, pensò: <Ho insistito tanto perché facessimo l'incantesimo, ho insistito per andare con Buffy... e ho fatto solo il gioco di Angelus. Se non fossi stata così stupida, forse ora Kendra sarebbe ancora viva...>

Si asciugò le lacrime, poi si rivolse a Xander: "Mi dispiace di averti colpito, ieri, in biblioteca. Scusami. Ero fuori di me."

"Non fa niente, non mi sono fatto male. Stai sicuramente peggio tu."

Silvia sorrise tristemente: "Sì, in effetti, ho conosciuto tempi migliori... Ma davvero tu non puoi capire cosa sto passando, cosa significhi Angel per me..."

"Non ci posso credere! Willow è ferita, non sappiamo cosa è successo a Giles, e Kendra è morta, tutto per colpa di Angel, e tu ancora pensi a lui!"

"Angelus, Xander, Angelus! Questo qui non è Angel! Riesci a capirlo?"

"Sei tu che non capisci..."

Vennero interrotti dall'arrivo di un medico: "Signor Harris?"

"Sì, sono io."

"Mi dispiace, ma non abbiamo buone notizie sulla sua amica. La signorina Rosenberg ha subito un trauma cranico. Ora è in coma. Potrebbe svegliarsi in qualsiasi momento, ma... più passa il tempo, più la sua situazione potrebbe complicarsi."

Dopo aver trovato il corpo di Kendra, Buffy era stata fermata dalla polizia e accusata dell'omicidio. Era riuscita a scappare, e finalmente era arrivata all'ospedale. Non tardò a trovare Xander, Silvia e Cordelia al capezzale di Willow.

"Non avrei mai dovuto permetterle di provare l'incantesimo...", disse sconsolata la cacciatrice. Nessuno le rispose.

"Voi come state?", chiese poi.

"Bene... bene...", le rispose Silvia tristemente. Poi mostrò a Buffy la mano sinistra, con le dita fasciate a delle stecche per tenerle ferme: "La mano me l'hanno sistemata. Sto aspettando ancora per il braccio. Continuano ad arrivare casi gravi, e mi fanno aspettare."

"Anche noi siamo bene", disse Xander.

"Io ho corso", disse Cordelia sottovoce: "Penso di aver percorso almeno tre isolati prima di capire che nessuno mi stava seguendo. Non è stato molto coraggioso."

"Era la cosa giusta da fare", la rassicurò Buffy. Poi le chiese: "Giles era con te?"

"No, non l'ho visto", rispose la ragazza.

"Non è in ospedale?"

"No", rispose Xander.

"Devo andare a cercarlo!", disse la cacciatrice.

"Vengo con te!", propose Silvia.

"Non puoi andare!", le disse Xander: "Hai un braccio rotto!"

"Devi restare e farti curare", aggiunse Buffy: "Non preoccuparti, mi occuperò io di tutto."

Silvia non insistette, stavolta, si limitò ad accompagnare Cordelia a prendere un caffè. Mentre aspettavano vicino alla macchietta, Xander le raggiunse con la notizia che Willow si era svegliata. Silvia ebbe appena il tempo di salutare l'amica, che la chiamarono per l'ingessatura.

Buffy aveva cercato Giles a casa, ma non l'aveva trovato. In compenso aveva incontrato uno strano demone, il Cantastorie. Non era riuscita a capire se voleva davvero aiutarla o solo confonderle le idee, così l'aveva piantato nell'appartamento di Giles, e si era diretta a casa. Era quasi arrivata, quando le passò a fianco una macchina della polizia.

*"Ti amo."

"Smettila... ti prego, Spike... smettila."*

<Se non mi avessi risposto così, magari sarei rimasto. Non lo so, non avevo ancora deciso. Ma tu mi hai convinto ad andarmene. Cosa ti costavano due semplici parole? Bastava anche che dicessi "Anch'io". Non pretendo tanto>

Spike prese una decisione. Terribile, per lui, ma non vedeva altra scelta. Non poteva restare nascosto nella fabbrica e restare a guardare come sarebbe finita. Perché lo sapeva già: avrebbe vinto Angelus. Doveva trovare la cacciatrice, e allearsi con lei. La sola idea lo disgustava. Ma insieme sarebbero riusciti ad uccidere Angelus. E lui si sarebbe ripreso Drusilla. Era sicuro che senza l'altro vampiro di mezzo, la sua regina l'avrebbe perdonato, e sarebbero tornati insieme, felici come prima. E avrebbe detto per sempre addio a Silvia.

Era vicino alla casa dell'odiata nemica, quando sentì gridare: "Ferma dove sei!". Si avvicinò, e vide un agente che le puntava una pistola contro.

<Fantastico! Si è anche fatta beccare dalla polizia!>

"Metti le mani sulla testa, subito!"

<Che fa, obbedisce anche?> Spike decise di intervenire, e con facilità stese il poliziotto. La cacciatrice lo guardava stupita.

"Ciao bellezza!", la salutò lui sorridendo.

"Spike! Ma tu non muori mai?"

"Una volta mi è bastata". Fece qualche passo nella sua direzione, ma lei non lo lasciò avvicinare: subito lo colpì due volte in faccia. Lui l'afferrò per le spalle, e lei gli assestò un pugno nello stomaco.

"Ouch! Aspetta un secondo!", la spinse via, e lei tirò fuori un paletto.

"Hei! Bandiera bianca, mi arrendo!", disse lui alzando le mani.

"Lasciami chiarire questo punto: noi siamo nemici mortali. Non abbiamo tregue!"

"Se vuoi provare a sedurmi, passeremo bei momenti, ma se vuoi fermare Angelus, dobbiamo allearci. Ti è chiara la differenza?"

Buffy impugnava ancora il paletto: "Di cosa stai parlando?"

"Sto parlando del tuo ex, piccola. Sto parlando di mettergli una pietra sopra in tutti i sensi."

"E io secondo te dovrei cadere in una trappola così banale?"

"Ha il tuo osservatore. Proprio ora, probabilmente, lo sta torturando."

"Che cosa vuoi?"

"Te l'ho detto: voglio fermare Angelus. Voglio salvare il mondo."

"Okay. Hai dimenticato di essere un vampiro?"

"Ci piace spararle grosse", Spike si frugò nelle tasche in cerca di qualcosa: "I vampiri lo fanno. 'Distruggerò il mondo!'", dette un'occhiata all'agente svenuto: "Discorsi da spacconi, che si fanno tra amici, davanti ad un boccale di sangue", si avvicinò all'auto della polizia, e si sedette sul cofano: "La verità è: io amo questo mondo". Prese un pacchetto di sigarette dalla tasca dell'uomo privo di sensi: "Ci sono... le corse dei cani, il Manchester United... E ci sono le persone. Miliardi di persone, che vanno in giro come Happy Meal su due gambe". Si accese una sigaretta: "Mi piace tutto questo", aspirò una boccata: "Ma poi si presenta un qualche visionario, con una vera..", altra tirata: "..passione per la distruzione. Angelus, nel nostro caso. E allora, addio Piccadilly. Tanti saluti Lester Square. Sai cosa voglio dire?"

Buffy annuì, seccata: "Okay, ho capito! Non vai d'accordo con Angel! Perché sei venuto da me?"

"Voglio che le cose tornino come prima. Prima che lui ricomparisse."

"Sei patetico!"

Spike le sferrò un pugno, e lei glielo restituì, più arrabbiata che mai: "Stanotte ho perso un'amica!"

"Guarda che io non ero con quei vandali!", tentò di giustificarsi Spike, ma la cacciatrice non lo lasciò finire: "Potevo perderne altri! Il pianeta può essere risucchiato all'inferno e tu vuoi il mio aiuto perché non hai abbastanza palle per affrontare il tuo sire?!? Io me ne frego dei tuoi complessi di inferiorità!"

Spike aspirò una boccata di fumo, poi le rispose, calmo: "Non è il mio sire. E non posso combattere lui e Dru da solo. E neanche tu puoi."

Buffy lo picchiò ancora. Spike si toccò il mento: sanguinava.

"Ti odio!", gli urlò lei.

"E sono tutto quello che ti rimane!"

Il poliziotto disteso sul cofano cominciò a svegliarsi. Buffy pensò che fosse il caso di sbrigarsi: "D'accordo, parla."

"Prima elimino questo tizio."

La cacciatrice lo guardò in modo significativo, schiarendosi rumorosamente la voce.

"E va bene!", esclamò Spike, lasciandolo andare.

"Entriamo in casa", propose lei, e il vampiro annuì.

Sul vialetto incontrarono Joyce, appena scesa dalla macchina: "Buffy!"

La madre della cacciatrice era preoccupatissima. La polizia era stata lì, la stavano cercando. Buffy cercò di sorvolare sulla questione, ma Joyce insisteva, con voce quasi isterica. Spike era stupito e irritato dalle futili domande della donna. Poi capì: "Tua madre non lo sa?"

"Non so cosa?", chiese lei preoccupata.

Buffy tentò di spiegarsi: "Che sono in un... gruppo.. un gruppo rock, con Spike, qui". Lanciò un'occhiata al vampiro, che si affrettò a confermare: "Sì, suona il triangolo."

"La batteria!", corresse Buffy.

"La batteria, sì. È un demonio con le bacchette in mano!"

"Mhm..", fece Joyce, poco convinta: "E tu che cosa fai?"

"Bè, io canto."

"Scusate", intervenne Buffy, cercando di porre fine all'inopportuna conversazione: "Perché non entriamo in casa e ne parliamo con calma?"

Stavano per farlo, ma vennero attaccati da un vampiro. Con l'aiuto di Spike, la cacciatrice lo polverizzò facilmente, davanti agli occhi esterrefatti di sua madre: "Buffy, cosa sta succedendo?"

La ragazza restò a guardare sua madre per un momento, scambiò un'occhiata con Spike, e capì che non poteva più mentire. Si avvicinò a Joyce, sperando di essere capita: "Mamma... io sono un'ammazzavampiri."

Fatto accomodare Spike in salotto, Buffy era corsa a rispondere al telefono. Con sua grande gioia, era Willow.

"Sto bene, Buffy, davvero!", tentò di rassicurarla l'inferma: "Mi dispiace di non poter aiutare Angel", aggiunse poi.

"Non ti preoccupare. Ho la certezza che non tornerà mai come prima. Mi rende tutto più facile. Lo sai? Ora ho un alleato. Non ci crederai mai! A proposito, dovrei parlare con Silvia."

"Silvia? Non è qui. Aspetta, chiedi a Xander". Willow passò la cornetta all'amico: "Ciao Buffy. Silvia sta aspettando che il gesso si asciughi, fra un po' vado a vedere quanto le manca". Il ragazzo si allontanò un po' per parlare con più tranquillità: "Hai saputo cosa è successo a Giles?"

"Sì. L'ha preso Angel."

"Credi che... sia ancora vivo?"

"Penso di sì. Vorrei che fosse qui a consigliarmi."

"Cos'hai intenzione di fare?"

"All'alba, muoverò battaglia."

Chiusa la comunicazione, Buffy tornò in salotto, togliendo dall'imbarazzo sia Spike che sua madre.

"Willow sta meglio?", chiese subito Joyce.

"Ora sta bene", rispose Buffy. Poi rivolta al vampiro: "Adesso parla: che vuoi in cambio?"

"Semplice. Io ti aiuto ad uccidere Angelus, e tu lasci stare me e Drusilla."

"Drusilla? Ha cercato di ucciderti, se la fa con un altro, e tu ancora la rivuoi?! Oltretutto sei anche incostante: credevo che tu amassi Silvia."

"Ci sono tante cose che non sai cacciatrice. Lascia stare, è troppo complicato per il tuo piccolo cervellino."

"Bè, una cosa la so: Drusilla non può rientrare nei patti."

"Senza di lei nessun accordo."

"Ha ucciso Kendra!"

"Dru ha ucciso una cacciatrice? Non lo sapevo!", Spike era sorpreso: "Hey, buon per lei!". Si accorse che Buffy non condivideva la sua ilarità, e si fece di nuovo serio: "Non dal tuo punto di vista, suppongo."

"Non posso credere di averti invitato in casa mia..."

"Allora non hai ucciso tu quella ragazza?", si intromise Joyce, alquanto sollevata.

"Certo che no!"

"E si è disintegrata come quello là fuori?"

"Era una cacciatrice, mamma!"

"Come te?"

Spike infastidito dalle domande di Joyce, prese Buffy da parte: "Ascolta, non ti offro alternative, punto e basta. Io e Drusilla, contro Angel", il suo tono suonava eccessivamente determinato, quasi non fosse del tutto sincero. Sembrava volesse convincere se stesso prima che la cacciatrice.

Joyce si inserì nel discorso ancora una volta: "Tesoro, sei sicura di essere una cacciatrice?", ma Buffy la ignorò.

"Lasceremo il Paese. Non sentirai più parlare di noi", stava dicendo Spike. Il vampiro lanciò un'occhiata seccata alla madre di Buffy che girava in maniera apprensiva intorno a loro: "È un patto di sangue", concluse.

"Bene, andiamo alla magione. E prega che Giles stia bene", si avviarono entrambi verso l'uscita, ma Joyce richiamò la figlia: "Non potevi rifiutarti di essere una cacciatrice?"

"Mamma!", esclamò lei spazientita. Poi si rivolse di nuovo a Spike: "Dovrai essere pronto a intervenire al momento giusto. E ricordati: se Giles muore, muore Drusilla."

"Angelus muore in ogni caso, giusto?"

Joyce, ignorando i loro discorsi, si era versata da bere. Pensava a sua figlia cacciatrice, e non riusciva a farsene una ragione: "Non sarà perché ti è mancata una figura paterna?"

"È il mio destino, mamma: sono la cacciatrice, accettalo", cercò di convincerla, un po' sbrigativamente, Buffy. Ma Joyce pareva non ascoltarla: "Ora che sappiamo che sei innocente, non è meglio chiamare la polizia?"

"La polizia non può combattere i demoni! *Io* devo farlo!"

"Fare cosa, Buffy? Cosa sta succedendo?"

"Bevi il tuo drink e sta zitta!"

Le parole e il tono della figlia ferirono Joyce, che si infuriò: "Non parlarmi in questo modo!", esclamò, gettando il bicchiere a terra: "Mi butti addosso una cosa del genere, e speri faccia finta di niente?!?"

Spike continuava ad osservare le due donne, piuttosto seccato, senza nascondere minimamente la sua impazienza.

"Scusami, mamma, ma non ho tempo per discutere!", tagliò corto Buffy.

"Sono stanca di sentire 'non ho tempo' oppure 'non puoi capire'! Sono tua madre, e tu devi trovare il tempo di spiegarmi!"

"Te l'ho già spiegato. Io sono una cacciatrice."

"Ah, bè, e io non riesco ad accettarlo! D'ora in poi sarà finita!"

"No, non è finita! Non finirà, non finirà mai! Credi che l'abbia voluto io?!?"

Intanto Spike era già uscito, e aspettava la cacciatrice a braccia conserte, con evidente nervosismo. Si schiarì la voce per richiamare l'attenzione. Buffy gli lanciò uno sguardo di traverso, poi si rivolse di nuovo alla madre: "Devo andare. Devo salvare il mondo. Di nuovo!"

"No!", rispose quella: "Non ti lascerò uscire da questa casa!"

"Non puoi fermarmi!"

"Se esci da quella porta, non sognarti di tornare più qui!"

Buffy esitò qualche secondo sulla soglia, poi uscì senza dire una parola.

In un altro momento Spike si sarebbe divertito a stuzzicare la cacciatrice sul 'commovente' addio di sua madre, che l'aveva praticamente cacciata di casa. Ma non adesso. Non aveva proprio voglia di scherzare.

Dopo aver chiarito gli ultimi punti dell'accordo, si separarono, Buffy andò a cercare il Cantastorie, per chiedergli come fermare Acathla, Spike a precederla alla magione.

All'ultimo momento il vampiro non ce la fece più a resistere, si voltò di scatto e gridò a Buffy che era già lontana: "Dov'è Silvia?"

La cacciatrice si girò a sua volta: "Cosa te ne importa?"

"Abbiamo fatto una tregua, ricordi? Rispondi!"

"È in ospedale."

Spike esitò un attimo, prima di chiedere: "Come... cosa le è successo?"

Buffy restò per qualche momento soprapensiero, come indecisa se dirgli o no la verità. Poi decise che aveva bisogno del suo aiuto: "Ha qualche osso rotto, ma sta bene. Angel le ha spezzato un braccio e non so quante dita...", non riuscì a trattenersi e aggiunse: "Tutto per permettere alla tua Drusilla di uccidere Kendra."

Spike strinse i pugni e guardò Buffy con odio: "Sbrigati cacciatrice!" e corse via.

<Angelus, pagherai anche questo.>

All'ospedale Willow si lasciava coccolare da Oz, quando Xander irruppe trafelato nella stanza: "Silvia è sparita!"

"Cosa?!?", esclamò Cordelia.

"Le hanno ingessato il braccio, e poi si è volatilizzata."

"Che cosa vorrà fare?", si chiese Cordelia.

"L'ho sempre detto io che quella ragazza è troppo testarda!", commentò Xander.

"Vuole solo aiutare Buffy", disse Oz.

"È vero", convenne Cordelia: "Anche io vorrei aiutarla, ma... senza morire."

"Non vedo come", commentò Xander.

"Voglio riprovarci!", disse Willow con enfasi.

"A fare cosa?", le chiese Oz.

"La maledizione!", spiegò lei: "Non l'abbiamo terminata. Così potremo rendere l'anima ad Angel."

Tutti cercarono di dissuaderla, ma lei fu irremovibile: "Non accetto discussioni! Visto l'espressione risoluta?", si indicò il viso: "L'avete già vista, sapete cosa significa! Dobbiamo rendere l'anima ad Angel prima che abbia il tempo di destare Acathla!"

Willow non permise obiezioni, e spedì Oz e Cordelia a prendere tutto l'occorrente in biblioteca, mentre disse a Xander di avvertire Buffy, e, se riusciva a trovarla, anche Silvia, del loro tentativo.

La luce del sole cominciava a colorare il cielo di rosa, quando Buffy, con la spada portata da Kendra avvolta nella giacca si dirigeva alla magione. Incontrò Xander per strada, venuto a darle una mano.

"Tu non devo batterti", gli disse però lei: "Prendi Giles e dattela a gambe, hai capito? Non posso proteggerti, sarò occupata a fare una strage", e così dicendo gettò via la giacca che copriva la sua unica arma.

"Questa spada ti dona!", le disse Xander.

"Grazie! È un regalo per Angel!"

"A proposito! Willow mi ha detto di dirti...". Xander esitò.

"Dirmi cosa?"

"Fallo fuori!"

Nella magione, Angelus cominciò a recitare la formula per risvegliare il demone.

Al Sunnydale Hospital, Willow, aiutata da Cordelia e Oz, iniziò l'incantesimo dei morti viventi.

Angelus si tagliò una mano, e si preparò a sfoderare la spada. Venne interrotto dall'arrivo della cacciatrice: "Ciao amore!", lo apostrofò.

"Non ho tempo per te!", le disse lui seccato.

"Non ti resta più molto tempo."

"La stai facendo troppo tragica, non credi? Cammini sul filo del rasoio. Credi davvero di poterci affrontare tutti da sola?"

"No, non lo credo."

Spike uscì dal suo nascondiglio, e colpì con violenza Angelus con una sbarra di ferrò. Buffy si occupò degli altri vampiri, mentre Spike continuava a picchiare Angelus con odio: "Fa male, vero?"

Drusilla, sconvolta, non credeva ai suoi occhi. Si avventò su Spike, allontanandolo da Angelus.

"Non voglio farti male, piccola", le disse lui. Drusilla lo afferrò per il collo, sbattendolo al muro, e Spike le diede un pugno: "Ma se mi costringi..."

Xander portò fuori Giles, che si reggeva a stento i piedi, ancora confuso dopo le torture e l'ipnosi.

Buffy aveva ancora da uccidere qualche vampiro, mentre Spike combatteva con Drusilla.

Con un gran mal di testa, Angelus riprese conoscenza. Subito impugnò la spada conficcata nel cuore di Acathla, con la mano ancora sporca del suo sangue. Finalmente il demone era stato destato.

Buffy, impalettato l'ultimo vampiro, afferrò la spada e si preparò a duellare con Angel. I noiosi allenamenti fatti con Giles finalmente le tornavano utili.

Con un ultimo pugno, Spike stese il suo sire. Poi si voltò a guardare Buffy e Angelus che combattevano.

<Se continua così, non lo ucciderà mai!>, pensò, vedendo che la cacciatrice stentava a prevalere sull'avversario. Pensò che forse era il caso di aiutarla. Ma fu colpito alla testa da qualcosa di duro. Il colpo fu tanto forte da farlo cadere in ginocchio. Tenendosi con una mano la testa dolorante, si voltò per vedere chi l'aveva aggredito: "Silvia!"

"Ciao amore!"

"Con cosa diavolo mi hai colpito?"

Lei mostrò il braccio destro, vistosamente ingessato. Spike rimaneva a terra, sembrava non avere nessuna voglia di combattere con lei, il che era insolito: "Guarda che stavolta siamo dalla stessa parte", le disse: "Ho fatto un accordo con Buffy."

"Oh, sì, certo, come no? Infatti ti ho colpito perché io invece voglio aiutare Angelus a distruggere il mondo!"

Lei lo colpì ancora, coi pugni e con le parole. Gli sputò addosso tutto l'astio covato in quei giorni, da quando l'aveva abbandonata.

"Dico sul serio!", cercava di convincerla lui: "Lo so che sembra assurdo, ma ci siamo alleati per..."

Le parole gli si bloccarono in gola. Drusilla aveva preso di sorpresa Silvia, e l'aveva colpita con forza, mandandola a sbattere ad una parete, tramortita. Subito Spike afferrò la vampira per il collo: "Scusa, piccola, ma non mi lasci altra scelta!", disse. Non la lasciò andare finché non perse i sensi. Poi la sollevò, e la portò via. Dette un'occhiata all'esterno, e vide nel giardino Buffy a terra, disarmata, e Angelus andarle incontro con la spada.

"Mio Dio! La ucciderà!". Fece spallucce, e si diresse alla sua macchina. Posò Drusilla sul sedile di destra, e si sedette al volante. Ma non mise in moto. Maledicendosi infinite volte, tornò indietro. Se Angelus avesse ucciso la cacciatrice, che ne sarebbe stato di Silvia?

Rimase nascosto a guardare. Non sapeva come, ma Buffy aveva di nuovo una spada in mano, e pareva stesse vincendo.

Lentamente, e dolorosamente, Silvia aprì gli occhi, e si tirò su a sedere. Vide Angelus in difficoltà, e Buffy fermamente intenzionata ad ucciderlo. Sapeva che era la cosa giusta. Sapeva che anche Angel avrebbe voluto così, piuttosto che fare ancora del male. Ma nonostante questo, alcune lacrime di sconforto le sgorgarono subito dagli occhi, e lei non si preoccupò di fermarle.

Spike rimase lì a guardarla piangere, disperata. Una parte di lui avrebbe voluto correre ad abbracciarla, consolarla. Non poteva vederla soffrire così. Ma in quel momento la odiava, perché piangeva e si disperava per Angel, che lui detestava, e alla cui fine aveva felicemente contribuito. Aveva avuto la sua piccola illusione, mentre era immobilizzato sulla sedia a rotelle. Ma la realtà era diversa. Si ricordò di Drusilla svenuta in macchina. Il suo sire. Bellissima, e crudele, come sempre. Come lui. Senza più Angelus, forse avrebbe potuto riconquistarla. Convincerla che amava solo lei. Dru poteva anche essere una veggente, ma si era sempre fidata di lui senza dubitare. O forse in realtà sapeva tutto, ma non le importava? Tanto sapeva che alla fine lui sarebbe stato solo suo, per sempre. Si diresse alla macchina e mise in moto, sfondando la saracinesca di legno che chiudeva il garage. Mentre guidava, con un braccio avvicinò a sé la vampira ancora svenuta. Sì, le cose sarebbero andate meglio, senza più Angel. E senza Silvia.

Intanto, sempre più agguerrita, la cacciatrice aveva obbligato Angelus ad indietreggiare, finché si era ritrovato con le spalle alla statua del demone. Lo costrinse in ginocchio, poi sollevò la spada, pronta a colpire.

"Asa sa fie! Asa sa fie! Acum!"

Willow, posseduta dall'incantesimo, recitava le ultime parole: "Acum!"

Gli occhi del vampiro brillarono di una luce dorata. Buffy rimase ferma con la spada sollevata, guardandolo.

"Buffy...", mormorò lui, con le lacrime agli occhi: "Cos'è successo? ... Dove siamo?"

La cacciatrice abbassò la spada. Non poteva crederci. Angel... era di nuovo lui...

Anche Silvia non ci mise molto a capire: Angel aveva di nuovo la sua anima!

Le lacrime continuarono copiose a bagnarle il viso, ma stavolta erano lacrime di sollievo. Lo sentiva, percepiva chiaramente la presenza dell'anima del vampiro. Non sapeva come, ma Angel era di nuovo con lei. Cioè, con Buffy, per la precisione. Piangevano entrambi, si scambiavano smancerie, ma per la prima volta a Silvia la cosa fece un immenso piacere. Si alzò con fatica in piedi, voleva abbracciare anche lei il ritrovato Angel. Attese con calma, però, perché i due si stavano baciando. Era talmente felice, che sarebbe rimasta a guardarli per ore. Dalla sua posizione, vedeva Angel quasi di spalle, e Buffy in viso. Non notò però l'espressione preoccupata della cacciatrice. Pensava che ormai fosse tutto finito. Si era dimenticata di Acathla. Buffy, invece, aveva visto la bocca della statua spalancarsi, e fuoriuscirne un piccolo vortice, che si andava sempre più ingrandendo.

"Ti amo", disse tra le lacrime.

"Ti amo", le rispose Angel.

"Chiudi gli occhi."

Il vampiro obbedì. Buffy lo baciò ancora una volta. Poi lo trafisse con la spada.

Silvia sentì il suo cuore fermarsi, e restò immobile, e istupidita. Poi si ricordò di Acathla. Ma non sapeva delle parole del Cantastorie. Non poteva capire cosa stava succedendo. Il vortice si ingrandì sempre più, avvolse Angel, che gridò un'ultima volta: "Buffy!", poi venne risucchiato. Il vortice scomparve, e la statua chiuse la bocca. La cacciatrice scoppiò a piangere, e corse via.

Silvia rimase ferma per alcuni secondi, poi si avvicinò alla statua, cadendo in ginocchio. Distrutta. Troppo affranta per mettersi a gridare. Disperata. "Perché?", mormorò: "Perché mi hai lasciato Angel? Perché anche tu?"

 

Nel giardino della Sunnydale High School, Oz, accompagnato da Cordelia, spingeva la sedia a rotelle di Willow. Raggiunsero Xander e Giles, che venivano dalla direzione opposta.

"Willow, non ti vedo in grande forma!", disse l'osservatore.

"Senti chi parla!", disse la ragazza. Infatti Giles aveva un vistoso taglio sulla fronte e l'indice della mano destra fasciato.

"Che si sa?", chiese Cordelia.

"Neanche voi le avete viste?", domandò Xander.

"No", rispose Willow.

"Almeno sappiamo che il mondo non finirà", commento Oz: "Controlliamo?"

"Siamo tornati alla magione", disse Giles: "Era vuota, e Acathla era... inattivo."

"L'incantesimo ha funzionato", disse sicura Willow: "Ho sentito una forza che mi attraversava."

"E poi il globo ha luccicato in modo strano", confermò Cordelia.

"Forse Buffy non ha fatto in tempo. L'avrà ucciso prima della fine del rito", ipotizzò Xander.

"Allora vorrà restare sola", aggiunse Oz.

"O forse Angel si è salvato, e vorranno stare soli insieme", esclamò speranzosa Willow.

"Può darsi", commentò Giles, non troppo convinto.

"E allora Silvia che fine ha fatto?", chiese Oz.

"Può darsi sia sparita con Spike!", disse Cordelia. Gli altri la guardarono dubbiosi.

"Ne è innamorata, no? Lui ha aiutato Buffy, magari se ne sono andati insieme!"

"Bè, anche questa è una possibilità", le concesse Xander.

"In ogni caso, vedrete che prima o poi arriveranno", continuò la ragazza cercando di usare un tono convincente: "La scuola non è ancora finita!"

"Sì, vedrete che arriveranno", concluse Willow, con espressione triste, a dispetto delle parole ottimiste.

In silenzio, si diressero chi in classe, chi in biblioteca. Da dietro un albero, Buffy li osservava. Quando li vide andar via, si allontanò anche lei, diretta alla stazione degli autobus. Sul pullman, seduta vicino al finestrino, guardava la sua immagine riflessa nel vetro, mentre il mezzo superava il cartello "State lasciando Sunnydale. Tornate presto".

Sull'aereo in partenza per New York, un giovane insegnante al suo primo volo stava tentando di attaccare discorso con la vicina di posto, ma la ragazza lo ignorava. Guardava fuori dal finestrino, ma non vedeva niente. La mente di Silvia era totalmente occupata dalla disperazione: ancora una volta tutta la sua vita era stata rovinata. <Prima Spike. Poi Angel. Poi ho ritrovato Spike, per perderlo di nuovo. Credevo di aver ritrovato almeno Angel, ma ho perduto di nuovo tutti e due...>

Avrebbe voluto desiderare vendetta. Ma non sapeva neanche contro chi. Voleva solo allontanarsi. E sperava di non rivedere mai più Spike.

 

 

 

Se potessimo vivere senza, conosceremmo certamente la pace,

ma saremmo esseri vuoti, stanza vuote, buie ed inutili.

Senza passione saremmo come morti.

(Angelus)